È ancora stallo per il grano duro, il tenero continua a salire

Buone anche le performance del mais, che registra un'altra settimana al rialzo. Tra i foraggeri aumentano gli orzi, fase depressiva per la soia

Grano duro, gli scambi non decollano

Italia grano duro

Da settimane le quotazioni dell’origine nazionale restano pressoché invariate, con pochi scambi e stabilità sui mercati nonostante il volume disponibile sia in riduzione. Le origini estere hanno finora limitato ogni salita. Il nuovo raccolto viene segnalato al Sud in anticipo (come crescita) rispetto alla media storica e questo introduce il rischio di gelate. In assenza di segnali di cambiamento, il “Fino” nazionale al Nord resta sui 325-335 €/t arrivo con i mercantili sui 270-300 €/t e le alternative estere (canadese) sono indicate su quotazioni quasi allineate.

Europa grano duro

Poche e impercettibili variazioni di prezzo sulle piazze comunitarie. Dalla Francia i primi dati ufficiali sulle semine indicano un lieve calo delle superfici a 206.000 ettari (meno 2%), mentre lo stato delle colture resta positivo. Sul fronte degli scambi poca attività, con l’offerta europea che si mantiene attenta alle richieste sia intra-Ue (dall’Italia) sia da possibili esportazioni (aste di acquisto del Nordafrica). Quotazioni che si mantengono sui valori della scorsa settimana in Francia, con qualche maggiore volatilità e tenuta per l'origine Spagna. Durante il periodo natalizio si prevede un calo dell’attività commerciale. Sul fronte prezzi, in Spagna, la classe molitoria “gruppo 1” si mantiene sui 270-275 €/t partenza stoccatore in Andalusia, con l’origine Francia che per la qualità “milling” si attesta sui 305 €/t reso Fob porto del Mediterraneo.

Mondo

A breve la chiusura dei laghi canadesi, ma il mercato comincia a scontare una certa pesantezza dovuta a una richiesta inferiore alle attese da parte dei compratori storici del Mediterraneo, i quali prima di prendere ulteriori posizioni sul primo trimestre 2025 vogliono valutare bene anche il ritorno sul mercato dell’origine Mar Nero (kazako/russo), oltre che la potenziale offerta turca da febbraio - marzo in poi. Attesa per le imminenti aste tunisina e algerina, per nominali 0,5 mln/t, e le relative quotazioni dal Canada, che andranno a meglio definire la fisionomia del mercato globale nel terzo trimestre (invernale) di campagna. Per l’Europa, a parziale sostegno, resta il rafforzamento del dollaro Usa.

Grano tenero, listini in tenuta

ItaliaTerra e Vita

Da settimane si assiste alla riduzione dello spread tra grani di forza, la cui offerta è adeguata alla richiesta dei molini, e grani panificabili e delle classi inferiori, la cui disponibilità è al momento ridotta, con domanda prevalente e pressante sia sul pronto sia sul medio termine. Scambi che restano comunque nella media del periodo, con attesa per la conferma ufficiale delle semine. Gli ultimi rincari non includono il grano “tipo Bologna”, che si conferma sui 320 €/t reso destino, con la classe 2 sui 275-280 €/t e i “misti” classe 3 attorno ai 260 €/t. Le alternative comunitarie “panificabili” ben tenute sui 255 €/t e quelli di forza invariati tra i 340 €/t e i 350 €/ arrivo. “Spring” sui valori della scorsa settimana - 335 €/t - reso molino.

Europa grano duro

Sulle piazze si registrano scambi regolari, con qualche interferenza a supporto dal settore “feed”. I molini coprono con continuità, ma senza particolare pressione, i loro fabbisogni sia sul pronto sia sul 2025, fino a trattare lotti di nuovo raccolto. Sul fronte semine i primi dati ufficiali dalla Francia parlano di un positivo aumento delle superfici, fino a toccare i 4,5 milioni di ettari. A livello climatico si registra una situazione di semi-siccità in Romania e Bulgaria, mentre in centro Europa il terreno ha accumulato ampie riserve idriche. Quotazioni sempre tenute anche per la costante richiesta dai porti, dove gli stock si stanno riducendo in volume. Su Euronext Parigi, la posizione marzo resta sui 229-230 €/t, con il “panificabile” pronto reso porto di Rouen a 230 €/t (più 3).

Mondo grano duro

I segnali distensivi che giungono dal Nordamerica sono parzialmente compensati dalle incertezze che emergono dagli scenari produttivi e di mercato della Russia, dell’Ue e dell’Argentina. Il rafforzamento del dollaro rende più debole la domanda e gli effetti si vedono sulle Borse a termine, che cedono terreno sotto la spinta depressiva dell’aggressività commerciale russa. Proprio la Russia rincara i prezzi, ma resta l’origine più conveniente. Le ultime aste di acquisto per grani “milling” hanno fatto registrare aggiudicazioni su valori Cfr di 268-270 €/t, in lieve aumento rispetto a quanto registrato a inizio mese.

Mais sempre più su

Italia Terra e Vita

Non si ferma la graduale e costante salita del mais, che in regime di limitati scambi resta saldamente al rialzo anche nell’ultima sessione di Borsa pre-natalizia. Su Ager Bologna si registra un più 4 €/t e sulla Granaria di Milano un più 3 €/t. Il declassamento di lotti a uso energetico a causa della scarsa salubrità (simili problematiche anche in Est Europa), assieme al problema logistico, mantengono i listini in tensione, in regime di cambio euro/dollaro supportivo alla conferma di prezzi elevati anche sul breve periodo (in attesa dei raccolti sudamericani). Il mais con caratteristiche vale arrivo sui 245-250 €/t, con il generico a sconto di un 16-20 €/t; comunitari ed esteri in salita e già sui livelli (e oltre) il nazionale con caratteristiche.

Europa grano duro

Sulle piazze comunitarie si mantiene tenuto il mercato nelle aree dell’Est continentale. In Francia si inizia a sentire la pressione dell’offerta, che vorrebbe accelerare la commercializzazione, ma si scontra con una riduzione degli utilizzi mangimistici e con segnali di rallentamento della richiesta dai porti per l’esportazione extra-Ue. Scambi a rilento nella settimana, con la componente logistica molto supportiva e a sfavore di una piena ripresa commerciale. Su Euronext Parigi il “future” per la posizione Marzo vale un 206 €/t (meno 1), con volatilità ma generale tendenza ribassista; il reso franco porto di Bordeaux pressoché invariato sui 206-210 €/t.

Mondo grano duro

Dalle Borse americane, dopo un inizio di settimana al rialzo arrivano segnali di forte volatilità e possibile trend al ribasso, dovuto essenzialmente a un export Usa inferiore alle attese degli operatori e a un'evoluzione dei prezzi in Brasile che restano tenuti all’interno (domanda bio-energetica), ma che vacillano a livello di Fob. Le stime di produzione 2025 per il Sudamerica vedono buone prospettive in Brasile (raccolto a ridosso dei 120 mio/t, più 3% sul 2024) e Argentina, dove le semine sono al 70% in buone condizioni meteo. In Ucraina qualche aumento a causa dei problemi energetici ai porti, con l’export che finora segna un +8% rispetto allo stesso periodo del 2024; la Cina limita l’import per sostenere il prezzo locale al produttore.

Bene gli orzi, male la soia

ItaliaTerra e Vita grano duro

Cereali foraggeri: orzi al rialzo sull’onda di quanto accade in Europa, con reciproco supporto con i grani teneri e, inserendo anche il mais, con il sorgo bianco. Gli operatori guardano molto all’Europa e alle semine invernali Italia 2024 (poco orzo e grani “generici”). Borse allineate, con l’orzo pesante che vale sui 250 €/t arrivo, il sorgo sui 238 €/t e i teneri sui 250 €/t. Oleaginose: il panorama di mercato della soia si delinea tra minore domanda, problemi di qualità del prodotto locale e crescente pressione dell'offerta “any-origin”. Prezzi in lieve discesa sia per l’origine nazionale (meno 2-3 €/t), oggi sui 422-427 €/t, sia per l’estera che arrivo quota sui 424-430 €/t.

Europa Terra e Vita

Cereali foraggeri: il mercato degli orzi resta supportato dalla domanda locale e dai porti, consolidando aumenti per un 2%; i teneri si confermano grazie alla domanda locale e intra-Ue, che guarda anche alla disponibilità prospettica dal Mar Nero. Oleaginose: la colza ha passato una settimana agitata con alta volatilità per problemi logistici (fluviali) in Europa, a contrastare un sentimento ribassista, riflesso della situazione mondiale delle oleaginose; più complicato lo scenario del girasole (cala la stima del raccolto 2024 in Francia). Su Parigi la colza posizione di febbraio ’25 ritorna sui 525 €/t (meno 20), con l’agosto (nuovo raccolto) sui 465 €/t (meno 16) e il Fob Rouen sui 516 €/t (meno 20). Il girasole “alto oleico” reso S. Nazaire (Francia) stabile a 630 €/t.

Mondo grano duro

Cereali foraggeri: per gli orzi le notizie dall’Emisfero Sud sono positive come rese/ha (Australia) e avanzamento della raccolta (Argentina). Il sorgo, tranne che in Argentina, risente dell’effetto calmierante del mais, con il grano che vede cedimenti in Usa-Canada e mercato stabile o più tenuto in Eurasia e Argentina. La supply-demand complessiva resta rassicurante. Oleaginose: sulla soia e sull’intero settore pesano il ritardo dell’export Usa, l’incertezza sulla futura domanda asiatica e la pressione dell’offerta brasiliana (atteso anche quest’anno un raccolto record). La colza (canola) sconta il recente calo del prezzo degli olii vegetali e la pressione alla vendita dei produttori canadesi timorosi dei possibili dazi all’import della Cina.

È ancora stallo per il grano duro, il tenero continua a salire - Ultima modifica: 2024-12-20T12:55:42+01:00 da Marco Pederzoli

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