Rallentano ancora i prezzi delle materie prime utilizzate nell’alimentazione zootecnica scambiate nel mercato italiano. Pesano sull’ulteriore arretramento delle quotazioni la poca vivacità degli scambi e il miglioramento delle attese sui prossimi raccolti, soprattutto per il grano tenero, grazie all’arrivo delle precipitazioni. Sullo sfondo, rimangono però le incertezze legate al conflitto tra Russia e Ucraina, con un accordo non ancora raggiunto per lo sblocco del grano ucraino. Nonostante la fase di parziale rientro, i prezzi attuali rimangono elevati, con rialzi a doppia cifra rispetto a un anno fa.
Il grano tenero cala ancora
Tra i cereali foraggeri, ulteriore arretramento per il grano tenero, con il prezzo che cede 9 €/t rispetto alla settimana precedente, riportandosi sotto la soglia dei 400 €/t (franco arrivo) sulla piazza di Bologna, mantenendo però una crescita rispetto alla scorsa annata vicina al +60%.
Stabile il sorgo, non quotato l'orzo
Tra gli altri cereali foraggeri, stabile il sorgo nazionale, ancora fermo a Bologna sui 382-385 €/t (franco partenza) mentre rimane non quotato l’orzo, in attesa delle prime quotazioni del nuovo raccolto. In Francia, intanto, nonostante il calo delle rese a causa delle condizioni siccitose dei mesi scorsi, la produzione di orzo (invernale) rimarrebbe di fatto invariata rispetto allo scorso anno, sugli 8,2 milioni di tonnellate secondo i dati diffusi da Agreste (il servizio statistico del Ministero francese dell'Agricoltura), grazie all’incremento delle superfici coltivate.
Erba medica, +60% su base annua
Tra i foraggi, torna in aumento (+3 €/t rispetto alla settimana precedente), invece, l’erba medica disidratata, con il prezzo del prodotto di prima qualità quotato alla Granaria di Milano che si avvicina ai 330 €/t, sostenuto dall’andamento in calo delle rese. Ampia la crescita su base annua, superiore al +60%.
Colza e girasole, maggiori disponibilità sul mercato
Diffusi ribassi si sono rilevati per le farine proteiche. La maggiore offerta sul mercato ha impresso degli evidenti ribassi settimanali alla farina di colza (-15 €/t, 470-473 €/t a Milano) e alla farina di girasole (-6 €/t, 380-385 €/t a Bologna). I prezzi attuali rimangono comunque più alti rispetto ad un anno fa, con un incremento del +26,9% per la farina di colza e del +18,8% per la farina di girasole.
Soia, stime sul nuovo raccolto previste al rialzo
Consistente la flessione registrata dalla farina di soia (-15 €/t a Bologna), con i valori del prodotto di provenienza estera scesi sui 525 €/t. Anche in questo caso la variazione su base annua rimane positiva, di poco inferiore ai 30 punti percentuali. Tra le materie prime, i ribassi hanno interessato anche i prezzi dei semi di soia di provenienza estera (-5 €/t), in uno scenario produttivo che al momento non sembra evidenziare particolari tensioni a livello globale, come confermato dalle stime Usda di giugno che indicano una produzione mondiale di soia sui 395 milioni di tonnellate, in rialzo del 12% rispetto all’annata 2021/22. In particolare, nel suo rapporto di giugno l’Usda ha rivisto al rialzo il dato sul raccolto dell’annata 2021/22 per il Brasile (a 126 milioni di tonnellate da 125 di maggio) e per l’Argentina (a 43,4 milioni di tonnellate dai 42 di maggio).