Grano duro, segnali di stabilità
Italia
Dopo settimane di costante salita, il mercato locale sembra avvicinarsi ad una certa stabilità anche per l’arrivo dei nuovi raccolti mondiali e di una maggiore offerta “any origin” a sommarsi alle coperture già in essere. Operatori e molini comunque guardinghi nel mantenere un adeguato livello di scorte, anche se al momento non si prospettano difficoltà di approvvigionamento. Si cristallizzano i prezzi, con il “Fino” locale che viene scambiato attorno ai 335-340 euro/ton reso destino, e i meno pregiati “mercantili” che al Nord scontano un 20-40 €/t e al Sud un 10-20€/t, restando oltre i 300 €/. Comunitari sui livelli del nazionale ed extra-Ue a deciso premio sul “Fino” Italia.
Europa
Settimana con poche variazioni a livello di prezzi anche se è tornata la domanda dei molini locale e intra-Ue con Spagna e Italia le più attive. La Spagna da settimane gioca il doppio ruolo di importatrice dalla Francia (al Nord) ed esportatrice sull’Europa (dal Sud). Mercati e prezzi che si confermano anche per l’insorgere di ritenzione da parte dei produttori, soprattutto spagnoli e greci. L’origine spagnola di grano molitorio “gruppo 1” si posiziona sui 285 €/t franco partenza magazzini Andalusia; in Francia la qualità “milling” vale sempre sui 305-310 €/t reso Fob porto del Mediterraneo.
Mondo
In assenza di eventi commerciali di rilievo e con molte posizioni di vendita ancora da eseguire, il mercato si consolida con poca propensione alla vendita da parte dei detentori Usa-Canada, che mantengono un atteggiamento di attesa, favoriti anche dall’incertezza sulle scelte di vendita dell’altra area eccedentaria, quella russo/kazaka e turca. In attesa della presentazione dei dati definitivi sui loro raccolti, la qualità 2024 è già indicata essere inferiore a quella del 2023, ma alla luce dell’ampia produzione in Nord America, la disponibilità globale eccede la domanda. La scelta dei detentori di rallentare la vendita mantiene pressione sui mercati con riflessi di supporto a livello dei prezzi.
Grano tenero, prevalgono le spinte rialziste
Italia
Sulla piazza di Milano continuano i rincari per tutte le classi merceologiche, mentre su Ager Bologna il solo aumento è per i panificabili “misti” classe 3. Le Borse del nord si allineano sulle diverse voci a listino, ma resta evidente che sono soprattutto i grani “misti” a subire l’effetto rialzista di una minore disponibilità locale che deve essere rimpiazzata dalle (ben tenute) origini Ue. Adeguata offerta e scambi, che restano vivaci, seppure principalmente sul breve periodo, stante ancora incertezza sui prezzi di equilibrio dell’annata. L’aspetto logistico resta un fattore a sostegno, anche se in rientro. Il grano “tipo Bologna” è offerto sui 315-320 €/t partenza, con un differenziale negativo di un 40-45 €/t per la classe 2 e di 75 €/t per i “misti”. Le alternative comunitarie “panificabili” stabili, così come gli “spring” Usa-Canada; in tensione l’origine Austria.
Europa
Segnali contrastanti sulle principali piazze europee, con riflessi ribassisti dalle notizie di un miglioramento dello scenario produttivo nelle regioni più a est e nella regione del Mar Nero. Per contro, arrivano segnali rialzisti dall’aumento dei prezzi Fob/Cif nell’area del Mediterraneo e Mar Nero. Localmente gli scambi restano senza accelerazioni, con gli utilizzatori che coprono il pronto allungando solo parzialmente le coperture sui primi mesi del 2025. Il raccolto comunitario è stato deludente in volume e specifiche. Le fonti statistiche vedono da qui alla prossima estate un calo degli stock, con momenti di volatilità dei mercati al mutare delle notizie e variazioni della supply-demand (con attenzione anche ai progressi di semina 2024). Prezzi che si consolidano ulteriormente su Parigi, con il “future milling” di dicembre attorno ai 230 €/t e il “panificabile” pronto reso porto di Rouen a 230 €/t (meno 1).
Mondo
Torna incertezza nell’area del Mar Nero, con nuovi scontri alle strutture portuali e conseguente rincaro dei prezzi a livello Fob e Cif (effetto noli). A limitare i rialzi si sono registrati l’arrivo delle piogge nelle aree vocate del Mar Nero e notizie positive sullo stato dei raccolti nelle altre aree produttive mondiali. I rincari dell’origine russa sono dovuti a scelte commerciali governative (dazi in primis), mentre oltreoceano le Borse a termine e il “fisico” hanno mostrato qualche cedimento, per l’effetto calmierante del positivo “weather market”. L’offerta russa e ucraina per grani “milling” si colloca sui 240-250 $/t, che con il cambio attuale porta in aumento i valori Cif in euro/ton; i grani alta qualità nordamericani stabili soprattutto per effetto valutario.
Mais, battuta d'arresto sulla via della risalita
Italia
Si ferma la corsa al rialzo del mais, con i mercati che comunque restano in tensione a causa dell'imperfetta qualità del raccolto 2024 e della concomitante offerta europea, con specifiche merceologiche e tossiniche spesso deludenti. Le specifiche sanitarie del prodotto locale non raggiungono i limiti per alcuni utilizzi in zootecnia. Questo contribuisce a congelare le quotazioni, con rischio di cadute se e quando le alternative estere tornassero a farsi pressanti. Bologna e Milano quotano invariato, consolidando lo spread tra “generico” e “con caratteristiche" sui 25 €/t: il mais con caratteristiche vale un 250 €/t, con il generico a sconto di un 10%, sui 225 €/t; comunitari ed esteri più deboli e in calo di 3 €/t per, un posizionamento di prezzo baricentrico tra il nazionale generico e con caratteristiche.
Europa
Il mercato mondiale torna a scontare la (forte) concorrenza dell’Ucraina, che offre sulle principali piazze (deficitarie) europee a prezzi molto aggressivi. Il responso della raccolta comunitaria ha visto problemi tossinici nell’Est continentale, ma nel complesso la produzione 2024 resta soddisfacente e in grado, senza affanno, di soddisfare (anche per l'arrivo di merce ucraina) le richieste dei paesi importatori europei e dell’Asia. Prezzi su Parigi Euronext in lieve ripresa, con l’ormai in scadenza posizione novembre che si stabilizza sui 215 €/t, con il “pronto” franco porto di Bordeaux sui 210 €/t (meno 5).
Mondo
Borse e mercati recentemente in calo, per la crescente pressione del nuovo del raccolto Usa e di abbondante disponibilità sia interna sia per l’export. Sono in accelerazione le semine in Sud America, dopo il miglioramento del clima. Crescente offerta e attuale domanda inferiore alle attese hanno contribuito al calo delle quotazioni sul Cbot. In Brasile la forte domanda locale zootecnica e industriale ha rafforzato i prezzi, mentre l’arrivo delle piogge in Argentina ha ridotto le preoccupazioni per un ulteriore ritardo delle semine.
Orzi stabili, il sorgo si apprezza, soia nazionale a rilento
Italia
Cereali foraggeri: lo scenario di mercato non muta, con gli orzi che si confermano sui valori della scorsa settimana a 220 €/t. Il sorgo, in sintonia con i grani, sale di un 2-3 €/t a 228 €/t arrivo; il tenero foraggero è quotato quasi invariato sui 240 €/t. Oleaginose: il perdurante clima piovoso ritarda la trebbiatura della soia nazionale, che presenta un’eccessiva umidità; sulle Borse le prime quotazioni sono tra i 430 ed i 440 €/t partenza. L’estera cala di un 6 €/t su Ager e si allinea con la Granaria su un valore di 430-440 €/t reso destino. Il girasole alto oleico su Ager non quota.
Europa
Cereali foraggeri: sono sempre i grani a fare tendenza. Questa settimana hanno fatto registrare un lieve cedimento dei prezzi; calo che si è prontamente esteso agli orzi, in questi giorni in fase di semina in centro Europa per le varietà vernine. I mangimisti coprono l’ottobre-dicembre, mantenendosi flessibili a cogliere cali nella seconda parte dell’annata. Oleaginose: la colza comunitaria cede qualcosa sotto l’influenza ribassista del petrolio, della soia e della colza canadese, con il solo “palma” a supporto. Su Euronext Parigi la posizione novembre resta sui 497 €/t, con il Fob Rouen nuovo raccolto a 496 €/t (più 1). Il girasole “alto oleico” è sotto pressione per il ritardo nella raccolta (ancora in campo un 30% del raccolto) e per la presenza di lotti germinati. Il girasole reso S. Nazaire (Francia) si quota a 525 €/t (più 5).
Mondo
Cereali foraggeri: la produzione nell’Emisfero Nord è in fase di completamento, per un quadro generale, includendo il Nordamerica e il Mar Nero, che presenta ampia disponibilità di prodotto a soddisfare una richiesta che ha una presenza costante, ma a yo-yo nei volumi trattati. Sempre predominante la strategia della Russia nelle aste governative. Oleaginose: mercato in fibrillazione per la “canola” canadese, con il “palma” a produzione ridotta che potrebbe introdurre limitazioni all’export dalla Malesia. Anche il girasole è in tensione, per un calo delle prospettive di raccolto in Ucraina e in Europa (Francia).