Grano duro: prezzi fermi, ma le importazioni aumentano

grano duro

Grano duro, si prolunga la fase attendista

Italia grano duro

Statica attesa che perdura sulle piazze nazionali. Scambi poco vivaci, con attenzione ai dati ufficiali da oltreoceano e alle stime di offerta “any origin” sulla seconda parte della campagna. Continuano gli arrivi di merce extra-Ue a rifornire un mercato che quest’anno dipenderà ancor più dalle importazioni, stante un deficit (sulla carta) di quasi 3 mln/ton. Prezzi invariati in attesa di novità dai mercati e dalle (incerte) semine Italia 2024. Il duro “Fino” nazionale sempre sui 340 euro/t reso molino, con i “mercantili” al Nord a sconto di un 20-40 €/t, e al Sud di un 10-30 €/t.

Europa

Settimana che trova nuovo interesse verso l’esportazione, dopo il risultato dell’asta di acquisto tunisina, mentre a livello locale gli scambi segnano il passo, stante un adeguato livello di copertura degli utilizzatori e la speranza dei molini di ricevere prezzi inferiori sulla prima parte del 2025. L’Italia resta la principale destinazione dell’offerta comunitaria, che evidenzia segnali di ritenzione da parte dei detentori dopo la vendita della maggior parte del raccolto al momento della trebbiatura. Migliora il clima in centro Europa e questo è positivo per le semine, che sono già iniziate. Sul fronte prezzi, il duro molitorio “gruppo 1” in Spagna si riposiziona a 270 €/t franco partenza magazzini Andalusia; in Francia la qualità “milling” in lieve calo a 305 €/t (meno 3), reso Fob porto del Mediterraneo.

Mondo grano duro

Le informazioni sul raccolto Usa-Canada confermano una buona annata, con elevate rese/ha e una qualità merceologica e molitoria più che soddisfacente, anche se il tenore proteico è inferiore al 2023 di un 0,5-1,0%. Con un raccolto mondiale oltre i 35 mln/t e ampia disponibilità in Nord America, la supply-demand si consolida su valori rassicuranti. In attesa di vedere maggiore pressione alla vendita si registrano aggiudicazioni per 75mila tonnellate all’asta tunisina, con prezzi Cif sui 354 $/t per qualità “milling any-origin” in aumento rispetto ai valori di settembre.

Grano tenero, altra settimana senza variazioni

Italiagrano duro

Ulteriore settimana senza variazioni di rilievo nei fondamentali e quotazioni invariate su Bologna, con aumenti su Milano per i biscottieri (+ 5 €/t) e per i foraggeri (+ 5 €/t). Attività di scambio senza accelerazioni, in un contesto di buona disponibilità dei grani di forza locali, che sono ricercati e mantengono valori partenza simili alle alternative estere. Per i panificabili si registra più tono del mercato per l’assenza di pressione ribassista dei rimpiazzi comunitari; i biscottieri sono poco offerti e mantengono il premio. Milano e Bologna quotano invariato il “tipo Bologna” che si conferma a 315-320 €/t partenza; la classe 2 (“bianchi”) invariata sui 270-280 €/t, i “misti” classe 3 a 245-250 €/t. Le alternative comunitarie “panificabili” senza variazioni, alla pari dell’origine Austria; gli “spring” Usa invariati, con il “Manitoba” in calo.

Europa 

Mercati che ricevono il feedback dei risultati delle aste egiziane e algerine, per riposizionarsi sia a livello locale sia del premio per la consegna sui porti. Tengono le quotazioni in Est Europa, con Romania e Bulgaria che vincono parte delle forniture sul Magreb a valori Cif sui 275 euro/ton, superiori all’origine russa e preferiti (come origine) al francese, che cede in prezzo. Semine che accelerano in Francia e centro Europa grazie al clima più favorevole, ma resta l'incertezza sulle intenzioni di semina 2024. Prezzi su Parigi per la posizione dicembre che ripiegano sui 215 €/t (meno 5), con immutato differenziale di 11 euro/ton con la posizione di marzo; il “panificabile” pronto reso porto di Rouen a 216 €/t (meno 2).

Mondo grano duro

Settimana a scambi ridotti e attendismo per l’esito elettorale Usa, con le semine in centro Usa (grani invernali) che hanno fatto progressi toccando il 90%, in piena media storica. Export statunitense finora come da attese, mentre il Canada resta in ritardo rispetto alle previsioni di un 9-10%. Tornano le aste di acquisto del Maghreb, con Egitto e Algeria ad aggiudicarsi vendite principalmente dall’Europa (Francia, Bulgaria e Romania). Russia in secondo piano, a causa dei prezzi minimi all’export che comunque sono competitivi. L’Ucraina riduce l’offerta. In Argentina arrivano piogge che danno sollievo alle colture, con la raccolta 2024 agli esordi e uno stato delle colture buono nel 68% dei casi. Prezzi Cif basso mediterraneo per grano panificabile sui 255-260 $/ton.

Mais, c'è incertezza sull'evoluzione dei listini a livello globale

Italia grano duro

L’annata problematica a livello di qualità e salubrità della granella continua a scontrarsi con una situazione di mercato complessa tra le ben note richieste (settore latte per il Parmigiano Reggiano) di lotti con bassi valori di tossine e le sirene della pandemia che hanno ridotto la domanda sia sul breve sia sul medio termine. Incertezza per l’evoluzione dei prezzi globali e borse italiane di Milano (in lieve calo) e Bologna (invariato) che trovano pieno allineamento di prezzi. Il mais con caratteristiche quota un 243-245 €/t, con il “generico” a sconto di 20-25 €/t; comunitari ed esteri stabili su Bologna, con Milano che rivede i prezzi al ribasso avvicinandosi ai prezzi di Bologna.

Europa Terra e Vita

Chiarito il dubbio elettorale Usa che ha sostenuto i prezzi del mais a ridosso del voto, i mercati restano volatili, ma sono attesi rientrare sui valori di fine ottobre. Questa situazione è determinata da una minore domanda e dai riflessi ribassisti dati dalla conferma di un raccolto comunitario che in volume fa registrare eccellenze a livello di rese/ha, come è il caso della Francia. Sulle piazze del fisico e anche del “future” di Parigi, la settimana ha visto comunque un sensibile recupero dei prezzi, in simbiosi con momenti di forte domanda a ridosso del voto Usa. Su Parigi Euronext la posizione di Marzo 2025 vale un 210 €/t (più 3), con il reso franco porto di Bordeaux a 207 €/t (inv.).

Mondo Terra e Vita

Sulle piazze mondiali si consolidano i prezzi “spot” sui valori della scorsa settimana, con minima variazione in Brasile e Ucraina e segnali di rafforzamento sul Cbot, sostenuto dai segnali di una domanda globale pressante. In Brasile le semine sono al 45%, in lieve anticipo sullo storico e con condizioni del terreno migliorate dopo le recenti piogge; in Argentina sono al 29% con stima di superfici in calo di un 20% e stato delle colture buono nell'85% dei casi. In Ucraina la trebbiatura è all'80%, per una produzione 2024 stimata a 18,5 mln/t (rese/ha sui 6 ton).

Gli orzi si confermano, problemi di qualità per la soia nazionale

Italia grano duro

Cereali foraggeri: nessun dato di rilievo per sorgo e grani che si consolidano sui recenti valori, fatta eccezione di Milano che quota un più 5 €/t per i teneri; gli orzi si confermano a Milano, con Bologna che sale di 3 €/t per i riflessi di minore offerta (e disponibilità residua?) locale. Scambi poco vivaci, con perdurante incertezza per la situazione “pandemica”. Il tenero al Nord vale tra i 220 €/t reso Milano e i 235 €/t del reso Bologna; gli orzi pesanti quotano sui 220-223 €/t arrivo, con il sorgo bianco a 225-230 €/t. Oleaginose: la raccolta della soia evidenzia alta umidità e qualità non perfetta, con riflessi sulle quotazioni che per l’origine nazionale sono (partenza) a 440-445 €/t, con un premio di un 10-15 €/ rispetto all’estera che vale un 425-435 €/t reso destino.

Europa Terra e Vita

Cereali foraggeri: gli orzi restano condizionati in valore per tonnellata dal ritardo nella raccolta e dalle caratteristiche, mediocri in alcuni lotti per l'eccessiva umidità pre e durante la raccolta. Simile la situazione per i grani. Il settore trova supporto dalla costante richiesta dai porti, ma nel complesso sulle piazze c’è calma. Oleaginose: la colza trova supporto sia dalla pochezza della produzione Ue 2024, sia dal tono del mercato degli olii vegetali, sostenuto dalle basse scorte di “palma” e da una domanda che è attesa mantenersi ben presente anche nei prossimi mesi. La colza su Euronext Parigi per il febbraio ’25 vale un 532 €/t (più 6), con il Fob Rouen a 530 €/t (più 3). Il girasole “alto oleico” reso S. Nazaire (Francia) a 630 €/t (più 10).

Mondo grano duro

Cereali foraggeri: l’offerta di grano resta ampia e le quotazioni non cambiano molto rispetto alla settimana precedente, fatto salvo per l’Australia. Gli orzi fanno registrare una lieve ripresa delle quotazioni in Australia e in Ucraina, dove le semine invernali sono già all'85%. In calo di un 30% l’export russo di orzi “feed”. Incertezza sulla domanda asiatica dagli Usa. Oleaginose: si tornano a rilevare rincari per tutte le oleaginose, trainate dal prezzo degli olii vegetali e dalla carenza di “palma”, con un’accelerazione negli scambi per effetto delle elezioni Usa. In Brasile le semine procedono, facilitate da favorevoli condizioni climatiche. Per la colza canadese settimana di volatilità per i riflessi dalle altre commodities.

 

 

Grano duro: prezzi fermi, ma le importazioni aumentano - Ultima modifica: 2024-11-08T15:54:10+01:00 da Marco Pederzoli

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