Grano duro, buone prospettive sul nuovo raccolto
Italia NQ
Ora da Nord a Sud si attendono i responsi definitivi (Sud) e di proiezione (Centro-Nord) per definire un primo equilibrio di mercato che con tutta probabilità potrebbe attestarsi sui livelli di fine campagna 2023/24, per poi scontare quelle che sono (a oggi) le ottime prospettive di volumi e qualità globali. Da Sud a Nord le stime di resa/ha tornano nella media, con la conferma di una qualità della granella senza particolari problemi e un tenore proteico ottimo al Sud (basse rese) e adeguato al Nord. Mercati al cento nord che non quotano come la scorsa settimana, mentre al Sud la riapertura è al momento in linea con le ultime quotazioni di inizio giugno, ma sale la pressione dell’offerta europea ed estera. Prezzi su Foggia che vedono il “Fino” attorno ai 340 €/t partenza; mercantili ancora NQ.
Europa
La produzione europea è mediamente buona, con la sola eccezione della Francia per i ben noti motivi di eccessiva umidità. Da Spagna e Grecia l’offerta comincia a premere e con essa le quotazioni a calare (un meno 30 €/t rispetto alle vendite fatte in pre-raccolto). La qualità disponibile allo scambio intra-Ue e verso destinazioni del sud Mediterraneo è buona, sia come caratteristiche merceologiche sia come tenore proteico (comunque inferiore alla media e in linea con annate con alte rese/ha). Produzione europea che dovrebbe consolidarsi oltre i 7 mln/t, con assenza di tensione a coprire il deficit di campagna di un 2,0-2,5 mln/t dalle origini estere. Prezzi in calo, con il Fob Mediterraneo per la qualità “milling” sempre più sui 295-305 €/t.
Mondo
L’andamento climatico in Usa e Canada resta ottimale e, con esso, salgono le stime di produzione, stante la favorevole combinazione di maggiori superfici seminate e rese/ha (ad oggi) attese oltre la media. Con il condizionale imposto dall’incertezza climatica da qui fino alla raccolta (metà agosto), si prevede che tra il surplus nordamericano e l’export turco-russo, la disponibilità di volumi andrà a più che coprire il fabbisogno di campagna 2024/25, ripristinando in parte le scorte al giugno 2025. Il Cif Nordafrica per merce “milling” si porta sui 375 -380 $/t.
Grano tenero, le alternative estere abbassano i listini
Italia
Seconda (e ultima?) settimana di non quotato sulle Borse, con la certezza che a breve andranno riviste anche le caratteristiche qualitative delle voci a listino stante la buona qualità attesa per il raccolto 2024. La disponibilità di vecchio raccolto scarseggia, ma è in fase di inizio la raccolta che dovrebbe dare buoni riscontri merceologici. Il tenore proteico dovrebbe essere lievemente inferiore al 2023. Previste due macro fasce produttive: il nord “pede-alpino / pianura” e l’area “sotto Po”, con rese/ha elevate ma differenti specifiche, legate al livello e all'intensità delle precipitazioni occorse nei mesi primaverili. Con poca offerta sul prontissimo di origine nazionale, sono le alternative comunitarie ed estere a dare riscontro di prezzi (calanti): i comunitari panificabili cedono un 8 €/t e valgono un 220-230 €/t arrivo, con i grani di forza Ue stabili a 340 €/t e gli “spring” canadesi in calo di 8 €/t a 355 €/t.
Europa
Sulle piazze si combinano i riflessi della positiva situazione globale, che porta al ribasso le borse a termine inclusa Parigi, e la reticenza alla vendita di lotti “con caratteristiche” da parte dei produttori comunitari, causa la perdurante incertezza sul clima e di conseguenza sulla qualità della produzione 2024. Poca attività anche sul pronto, con adeguato livello di copertura dei molini. Sul fronte degli scambi con l’estero (export verso destinazioni extra-Ue) si acuisce lo scontro con la concorrenza dal Mar Nero, che pratica sempre prezzi molto aggressivi. Su Parigi si consolida il segno meno, ma cala la volatilità giornaliera: il “milling” posizione di Settembre è sui 237 €/t (meno 9); il “panificabile” reso porto di Rouen sui 235 €/t (meno 9).
Mondo
La rapida successione di notizie positive a livello di andamento dei raccolti nordamericani e dalle regioni vocate del Mar Nero, con le primissime conferme sulla qualità reale della trebbiatura, hanno fortemente condizionato l’operatività delle Borse d’oltreoceano, che hanno iniziato a scendere, influenzando al ribasso anche il mercato del fisico. Raccolta in Usa (grani invernali) al 27-30% e inizio nella regione di Krasnodar (Russia), con un buon livello di resa/ha e qualità della granella in entrambi i casi. Nelle pianure nordamericane e del Canada meridionale lo stato delle colture è ottimo. Esportazione dal Mar Nero sempre vivace e concorrenziale in prezzo a dettare (da mesi) la tendenza, ribassista, dei mercati dei due emisferi. Prezzi: l’argentino a 285 $/t, l’australiano Soft White a 290 $/t, il Dns a 269 $/t, il “milling” russo a 235 $/t.
Mais, la fase calante continua
Italia
Continua il momento di flessione, con prospettive di mercato che al momento vedono adeguata offerta a fronte di limitata domanda e positive prospettive 2024/25. Si riduce l’effetto supportivo dei cereali, con segnali di flessione anche dai rimpiazzi comunitari ed esteri; il clima favorisce lo sviluppo vegetativo del nuovo raccolto. Milano e Bologna cedono rispettivamente 2 e 5 €/t, per un prezzo del mais “con caratteristiche” tra i 230 €/t di Ager e i 238 €/t della Granaria; il “generico” a sconto di 4-5 €/t, con i comunitari e gli esteri che cedono un 5 €/t rafforzando la tendenza ribassista.
Europa
Le piazze comunitarie sono in sintonia con l’Italia, con il costante interesse da parte del settore mangimistico ma scarsa possibilità di esportazione sia intra-Ue sia verso l’estero (causa concorrenza globale). L’evoluzione dei prezzi resta ribassista anche per i riflessi dei mercati a termine Usa, che si riflettono su Euronext con un progressivo e costante calo di un 20 €/t da inizio mese. In Francia l’attività di scambio è limitata al mercato locale, con calo della richiesta dal Nord Europa e dalla Spagna (che si coprono dalle origini americane). Su Parigi la posizione “future” di Agosto vale un 208 €/t (meno 4) a lieve premio sul nuovo raccolto (Novembre) che vale 206 €/t; il pronto “con caratteristiche” reso franco porto di Bordeaux poco sopra i 210 €/t (meno 3).
Mondo
Limitata evoluzione dei prezzi con qualche supporto in Argentina compensato dalla debolezza dell’Ucraina. Scambi vivaci e attenzione degli operatori al clima nel “corn belt” americano, dove il clima fa prevedere un’ampia produzione 2024 stante lo stato delle colture ottimo nel 70-75% delle aree produttive. Anche in Brasile le stime sono per produzioni oltre le attese di maggio, con un miglioramento del secondo raccolto a portare a oltre 114 mio/t le previsioni complessive di raccolta 2024; in Argentina la trebbiatura è al 55%, con segnali di malattie e stress idrico per le colture ancora in campo. Prezzi Fob: l’Usa a 201 $/t, l’ucraino 197 $/t, l’argentino 197 $/t e il brasiliano a 203 $/t.
Segnali di cedimento per la soia, si comincia a quotare l'orzo
Italia
Cereali foraggeri: primizie di quotazione per gli orzi che aprono a Bologna in lieve calo rispetto alla chiusura della scorsa campagna. Cedono anche i teneri, con il sorgo che entra nella fase NQ per assenza di scambi. L’orzo pesante vale un 197 €/t arrivo, con i teneri in discesa sui 230 €/t. Scambi ancora limitati in attesa di maggiori dettagli dalla raccolta. Oleaginose: qualche segnale di calo per la soia nazionale, con l’alternativa estera pressoché invariata in un contesto di mercato globale delle oleaginose che si rasserena. La soia nazionale vale sui 508 €/t partenza su Bologna (meno 2), con Milano sui 490 €/t (meno 5). L’estera si consolida sui 480 €/t arrivo.
Europa
Cereali foraggeri: settimana che ha visto un generalizzato calo delle quotazioni a partire dai grani per poi allargarsi agli orzi. Scambi e mercato senza acuti sia a livello locale che intra-Ue, con positivi segnali dalla raccolta spagnola e responsi meglio del previsto nel sud-ovest della Francia. Oleaginose: l’andamento climatico in centro Europa e le notizie dall’Ucraina sostengono i prezzi della colza comunitaria, con andamento in controtendenza rispetto al contesto globale. In regime di regressione dei prezzi anche del “palma”, la colza tiene a fatica su Euronext, dove la posizione agosto vale un 464 €/t (meno 4), con il Fob Rouen sui 460 €/t (meno 3); anche il girasole “oleico” reso S. Nazaire cede terreno e si riposiziona a 445 €/t (meno 5).
Mondo
Cereali foraggeri: si mantengono rosee le stime di produzione dopo le positive conferme dal raccolto dei grani invernali Usa. Il contesto del Mar Nero, nonostante indicazioni di contrazione dei raccolti rispetto al 2023, resta preponderante come offerta, sia in volumi sia in (bassi) prezzi. Contesto generale che non mostra criticità e alla domanda suggerisce attesa. Semine nell’emisfero sud che procedono senza problemi. Scambi nella media e prezzi in calo per grani e orzo, stabile il sorgo. Orzo Fob Mar Nero a 180 $/t, l’Australiano a 251 $/t; il grano Srw Fob Golfo a 230 $/t e l’Ucraino 208 $/t. Oleaginose: poche novità a variare una situazione generale che vede per la soia prospettive di mercato simili all’annata precedente, salvo il ritorno alla piena normalità produttive dell’Argentina. Conferma di fondamentali “medi” per gli Usa e lieve calo produttivo atteso in Brasile. Colza che fa buoni progressi di crescita in Canada, con piogge in Australia che hanno favorito le semine. Prezzi Fob: la soia Usa a 457 $/t, la brasiliana a 445 $/t e l'argentina a 446; la colza canadese Fob a 490 $/t.