Grano duro, sulle piazze torna l’incertezza e i prezzi salgono

grano duro
Ad apprezzarsi è soprattutto il prodotto con buone caratteristiche qualitative. Analoga situazione per il mais, dove si allarga la forbice tra il generico e quello con caratteristiche

Il grano duro riprende quota

Italia Terra e Vita

Si allarga la forbice di prezzo tra il Fino e i mercantili, a sottolineare che oltre al problema in volume, sulle nostre piazze si presenta anche un problema di qualità. Con un raccolto di circa 3,5 mln/t e (finora) adeguato supporto dagli arrivi di merce comunitaria ed estera, i mercati si erano consolidati. Ora, guardando al futuro e alla luce della nota concentrazione dell’offerta dal Nord America e dal neo a asse turco-russo, sulle piazze torna tensione e incertezza con inevitabili generalizzati rincari sulle nostre Borse, soprattutto per il duro con buone caratteristiche. Il Fino Centro su Bologna vale 330 €/t (più 4), col partenza Marche e il Foggia sui 322 €/t (più 2); mercantili che al Nord scontano un 20 €/t per il buono mercantile e 40 €/t per il mercantile, con minore spread tra le voci al Sud.

Europa grano duro

La disponibilità di prodotto si riduce dopo mesi di scambi intra-Ue. I molini, alla notizia di minori raccolti in Russia e Canada, hanno coperto i fabbisogni di campagna. Detentori in Grecia, Spagna e Francia che applicano una certa ritenzione, in attesa di meglio capire le previsioni di prezzo sul secondo e terzo trimestre di campagna, sia a livello del mercato locale sia a livello di bacino del Mediterraneo. L’odierno livello dei prezzi resta comunque interessante, in previsione dell’inizio delle semine 2024. L’origine Spagna mantiene i prezzi partenza per il duro “gruppo 1” sui 280 €/t, con la Francia che quota la qualità “milling” attorno ai 305 €/t per merce resa Fob porto del Mediterraneo.

Mondo Terra e Vita

In attesa dei risultati definitivi sulla qualità da Usa e Canada, dove la siccità primaverile-estiva e i temporali occorsi avrebbero ridotto il peso specifico “medio” di un 1-2 kg/hl rispetto al 2023, sui mercati si respira attesa, con i produttori nordamericani che, visto il mercato odierno e la possibilità di stoccare “on farm” il grano, non hanno fretta di vendere oltre quanto finora fatto. Con un raccolto mondiale oltre i 35 mln/t, la disponibilità sulla carta resta ampia e gli utilizzatori coprono fino al Dicembre, confidando in prezzi più favorevoli con il nuovo anno solare. Il “durum milling” sul Nord Africa è stato di recente confermato sui 340 $/t, mentre per la qualità superiore è indicato un premio di 20-40 $/t.

Grano tenero, i listini tornano a salire

ItaliaTerra e Vita

Sulle nostre piazze si tornano a vedere quotazioni al rialzo, sull’onda di quanto accade sugli altri mercati. Il grano di forza con caratteristiche superiori trova immediata collocazione, con i panificabili che al Nord risentono dei rincari dei rimpiazzi comunitari. Utilizzatori che coprono il breve periodo, con domanda costante anche se non prevalente sull’offerta. Si continuano a registrare difficoltà logistiche nell’eseguire, su ruota, i contratti in essere. Questo contribuisce al rincaro dei prezzi, che su Bologna e Milano fanno segnare un più 3-5 €/t. Il grano “tipo Bologna” si posiziona sui 315 €/t partenza, con un differenziale negativo di circa 40 €/t per la classe 2 e di 80 €/t per i “misti”. Le alternative comunitarie “panificabili” al rialzo di un 4-5 €/t, con valori arrivo sui 240-250 €/t. Grani di forza austriaci e “spring” Usa-Canada invariati.

Europa Terra e Vita

I mercati comunitari, dall’inizio del conflitto russo-ucraino, risentono dell’evoluzione geopolitica. Negli ultimi giorni sono tornati a quotare al rialzo sia per i riflessi di un raccolto 2024 inferiore alle attese, sia per una maggiore incertezza sugli scambi con l’estero. Il livello dei prezzi del “panificabile” torna sui livelli di luglio, con un recupero di circa 30 €/t rispetto a minimi di fine agosto. La disponibilità si conferma adeguata alla domanda, ma i prezzi si mantengono in rialzo sia sul fisico sia sul mercato a termine di Parigi, dove il “future milling” di Dicembre sale a oltre 230 €/t (più 10), con il “panificabile” pronto reso porto di Rouen a 230 €/t (più 12).

Mondo Terra e Vita

A dare impulso ai mercati le notizie di perdurante siccità in Russia-Ucraina e Midwest Usa (a rallentare le semine autunnali), oltre al peggioramento dello scenario politico in Eurasia e Medioriente. Le quotazioni salgono, con il ritorno della domanda interna e internazionale. Gli operatori e gli speculatori rivedono il grano come una “commodity” strategica in momenti di guerra; la volatilità è evidente sulle Borse d’oltreoceano, con rincari sensibili sul Chicago (“panificabili”), così come sul Kansas City (“panificabili superiori”) e sul Minneapolis (grani “spring” di forza). Scambi che si mantengono vivaci, anche se i paesi importatori non operano acquisti oltre il breve periodo. Prezzi che salgono anche nel Mar Nero, con possibile recupero di quote di mercato per gli Usa e il Canada. I dati ufficiali sulla qualità dei grani primaverili nordamericani saranno presentati in Italia a fine ottobre.

Mais, le tensioni sulle piazze restano legate al problema tossinico

Italia Terra e Vita

Continua senza sosta l’incremento dello spread tra il mais generico e il mais con caratteristiche, a confermare il crescente problema tossinico che si trova ad affrontare il settore mangimistico. La penuria di grani con bassi livelli di tossine crea tensione sia commerciale sia di logistica dai porti, dove si trova idoneo prodotto d’importazione. Il rischio pandemico resta, ma al momento è in secondo piano. Su Bologna e Milano il mais con caratteristiche registra un più 3 €/t, per valori arrivo sui 245-250 €/t. Su Milano il generico cala di 3 €/t, per valori reso nord sui 225 €/t. Comunitari ed esteri in salita e a premio di un 10-12 €/t rispetto al prodotto nazionale con caratteristiche.

EuropaTerra e Vita

Il maltempo rallenta la raccolta in Francia e centro Europa, con attesa di un possibile deterioramento del prodotto e maggiori costi per l'essiccazione. Domanda locale presente ma poco pressante, mentre sono vivaci gli scambi verso il Sud (Spagna e Italia), con tendenza dei prezzi a salire stante i problemi di qualità (e tossine) riscontrati in aree del Centro-Est del continente. Da monitorare gli arrivi di prodotto dall’Ucraina nei paesi confinanti. Produzione 2024 che dovrebbe confermarsi sui 58 mln/t, ma con qualità disomogenea all’interno della comunità. Su Parigi Euronext la posizione Novembre, nuovo raccolto, sale a 216 €/t (più 10) e il “pronto” franco porto di Bordeaux si attesta a 217 €/t (più 12).

Mondograno duro

Nonostante l’arrivo dei nuovi raccolti nell’Emisfero Nord, i mercati restano in tensione per le ultime statistiche, che vedono salire l’export Usa nel perdurare di dubbi climatici (siccità) in Brasile, dove si semina il primo raccolto, e Argentina. L’origine Ucraina si apprezza per la maggiore richiesta (anche europea), mentre dalla Cina arrivano positive notizie sullo stato vegetativo del mais in campo, che congelerebbe l’import 2025. Quotazioni che restano sostenute, con volatilità anche per il consolidamento dei margini sul Cbot.

Sorgo e cereali a paglia, il settore zootecnico preme sul pronto

ItaliaTerra e Vita 

Cereali foraggeri: sulle piazze si evidenzia un supporto incrociato tra mais, sorgo e cereali a paglia, con il settore mangimistico e zootecnico a premere sul pronto, per risolvere la (temporanea?) difficoltà a coprire i fabbisogni. Quotazioni al rialzo con l’orzo, che vale arrivo sui 215 €/t. Il grano sui 240 €/t e il sorgo bianco sui 225 €/t. Oleaginose: la soia nazionale ancora non quotata. Il mercato è fatto dall’estero, in un contesto di maggiori scambi globali ma anche di adeguata offerta. La soia estera su Ager si conferma sui 445 €/t, con la Granaria a 446 €/t (più 3). Il girasole alto oleico più tenuto, con il prezzo su Ager arrivo che sale di 5 €/t a 445 €/t.

Europagrano duro

Cereali foraggeri: torna la domanda locale per gli orzi, che nei prezzi beneficiano anche del sostegno dai grani teneri. Langue la domanda dai porti, dove l’origine europea fatica a mantenersi competitiva sulle destinazioni del Mediterraneo e asiatiche. Premi in calo per la consegna sui porti e scambi interni più vivaci verso zootecnia e industria. Oleaginose: la colza continua a beneficiare del supporto dai mercati mondiali della soia, dal “palma” e dal rischio crisi (bellica) petrolifera. Su Parigi la colza a Novembre quota 484 €/t (più 9), con il Fob Rouen nuovo raccolto a 483 €/t (più 4). Il girasole “alto oleico” tendenzialmente si apprezza più della colza, arrivando ai 515 €/t (più 25) reso S. Nazaire (Francia).

Mondo grano duro

Cereali foraggeri: contesto globale dei cereali a paglia che non muta significativamente nei fondamentali, anche se restano sotto osservazione la siccità in Russia, l’evoluzione climatica nell’Emisfero Sud (La Niña) e la domanda che, dopo settimane di stasi, vede il graduale ritorno dei paesi importatori netti. Prezzi tenuti in lieve aumento. Oleaginose: la perdurante siccità in Sudamerica e la maggiore domanda di oleaginose sostengono le quotazioni della soia Usa (dove la raccolta è sul 30% e lo stato delle colture buono nel 65% dei casi) e della colza, nonostante resti aperta la verifica antidumping della Cina sulla “canola” dal Canada.

 

Grano duro, sulle piazze torna l’incertezza e i prezzi salgono - Ultima modifica: 2024-10-04T22:56:09+02:00 da Marco Pederzoli

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