Grano tenero
Si conferma il sentimento di un mercato attivo ma senza acuti. I grani di forza sono ben reperibili e vengono acquistati sul breve periodo in attesa di capire lo “spread” con le alternative comunitarie ed estere. I misti rossi locali sono ricercatissimi ma poco reperibili e ciò ne avvicina i prezzi con le classi superiori comprimendo il differenziale. Coperture dei molini buone, con interesse ad estenderle fino al giugno 2019. I grani di forza nostrani si consolidano sui 225 €/t arrivo con i “bianchi” (classe 2) a conto di un 3-5 €/t e i misti attorno ai 215 €/t; le origini Europee restano ben tenute mentre calano sensibilmente i panificabili e gli esteri di forza e questo pone la domanda in attesa.
Grano duro
Poco o nulla da segnalare in un mercato che ha da settimane trovato un primo equilibrio (in attesa dei dati finali sui raccolti esteri). Gli scambi procedono a coprire i fabbisogni sul breve termine, senza turbative dai mercati comunitari o esteri: l’origine Sud Italia non è in gran parte esportabile in Nord Africa e le alternative hanno quotazioni (in dollari) stabili. Le scorte iniziali e acquisti in pre-raccolto compensano i difetti del raccolto 2018 per uno scenario di fatto “invariato”. Il “tipo Fino” al Nord vale sempre un 230 €/t reso molino; al Sud i prezzi ripartono da dove si era chiuso ad inizio Agosto attorno ai 230 €/t, con gli “slavati” a sconto di un 10-15 €/t.
Mais
Sulle piazze si concretizza il momento di stagnazione degli scambi, con la produzione Italia che trova difficoltà di collocazione stante l’elevato livello di scorte degli utilizzatori (che le allungano nel tempo ai prezzi correnti o a sconto) e un’offerta dall’Europa e dal Mar Nero che, anche se poco trattata, inflaziona il corso. Sulle borse merci del Nord il “generico” non vale più di un 185-186 €/t arrivo (-5) con il mais “con caratteristiche” a premio di 2-3 €/t. Comunitario con caratteristiche a premio sul nazionale di 5 €/t (-3) ormai allineato con l’origine Mar Nero.
Cereali foraggieri e oleaginose
Cereali foraggieri: variazioni nominali dei prezzi con limitato livello di scambi anche dopo la ripresa estiva. L’orzo resta in fase di debolezza con offerta predominante e prezzi che per il “pesante” scendono a 189-192 €/t arrivo (-1). I teneri stazionari attorno 200 €/t reso, in uno scenario ormai consolidato dai valori delle origini EU e Mar Nero; il sorgo bianco al Nord stringe lo spread di prezzo e vale un 190-193 €/t arrivo. Oleaginose: la soia nazionale entra la fase non-quotato, ma gli eco internazionali sono fortemente ribassisti per un valore dell’estera che crolla di 13 €/t a 335 (Ager) - 348 (Milano) €/t reso destino.