La nuova campagna commerciale dell’orzo nazionale si apre su un livello di prezzo nettamente superiore rispetto alla scorsa. A trebbiatura non ancora ultimata, infatti, le primissime quotazioni si sono attestate a ridosso dei 200 €/t, registrando una crescita del 25% su base annua. Tra gli altri cereali foraggeri, sono rimasti ancora non quotati i grani teneri. In linea con la discesa nei listini internazionali, prosegue intanto il calo della soia estera quotata nei listini delle Borse Merci nazionali. E diffusi ribassi hanno segnato anche l’andamento settimanale delle farine proteiche.
Orzo, debutto ad alta quota
Le prime quotazioni dell’orzo nazionale per uso zootecnico si sono attestate sui 200 €/t sia alla Borsa Merci di Bologna (198-2020 €/t, franco arrivo) che alla Granaria di Milano (196-200 €/t, franco arrivo), in aumento del 25% circa rispetto ad un anno fa. Con la raccolta ancora in corso, le stime della Commissione europea diffuse giovedì 24 confermano per il raccolto italiano un volume inferiore al milione di tonnellate (950mila tonnellate), in calo del 12,6% rispetto all’output prodotto nella scorsa annata. Rivista invece al ribasso la produzione complessiva dei 27 Stati membri, prevista ora sui 53,9 milioni di tonnellate rispetto ai 54,9 milioni che venivano stimati a maggio. Tra gli altri cereali, atteso sul milione di tonnellate il raccolto comunitario del sorgo, in calo di 200mila tonnellate circa rispetto al 2020.
Soia, continua il rientro dei prezzi
Tra i semi oleosi, prosegue il rientro dei prezzi della soia Ogm di provenienza estera, in ulteriore forte riduzione su tutte le principali Borse Merci nazionali. A Bologna rispetto alla settimana precedente i prezzi hanno ceduto 28 €/t, scivolando sotto i 480 €/t (franco arrivo). Si riduce ulteriormente la crescita su base annua, pari attualmente ad un +35,7%.
In generale, il segno “meno” continua a dominare i listini della soia sulle principali piazze internazionali. Il prezzo spot della soia americana è sceso sui 536 $/t (fob US Gulf), perdendo 27 $/t nell’arco di una settimana, complice anche il miglioramento delle condizioni climatiche nei principali Stati produttori. Leggermente più contenuta la flessione per la soia brasiliana (FOB Paranaguà), con un -19 $/t su base settimanale. L’incremento rispetto allo scorso anno rimane comunque consistente, pari ad un +52% per la soia made in Usa e ad un +42% per la soia brasiliana.
Farine proteiche tutte in rosso
Tornando ai listini nazionali, la settimana è stata caratterizzata da ribassi per i prezzi all’ingrosso delle farine proteiche. Il rialzo osservato la settimana precedente ha lasciato spazio ad un netto calo (-15 €/t) per la farina di soia proteica estera, riportatasi a ridosso dei 400 €/t (franco arrivo, Borsa Merci di Bologna). Si attenua così anche la crescita tendenziale, che scende sotto la soglia dei 25 punti percentuali. Listini in calo anche per la farina di girasole, sia integrale (-8 €/t alla Granaria di Milano) che proteica (-3 €/t). I prezzi attuali mantengono però una cospicua crescita rispetto ad un anno fa, superiore al +30%. Confronto su base tendenziale che si conferma ampiamente positivo anche per la farina di colza (+26% a Bologna).
I prezzi dei cereali e delle materie prime nella settimana dal 21 al 26 giugno 2021