Grano tenero, le rese inferiori alle attese tengono sostenute le quotazioni
Italia
Nonostante lo scenario internazionale dia segni di ripiegamento, sulle piazze italiane le quotazioni tengono, per una combinazione di situazioni come le rese/ha inferiori alle attese e la qualità molitoria ancora da verificare. La qualità media del raccolto resta buona, ma viene riportata inferiore al 2021, con le coperture dei molini che procedono a rilento; la combinazione si riflette sugli scambi che vedono adeguata offerta. Con l’attenzione rivolta all’Europa, su Milano si ritoccano i prezzi al lieve ribasso, mentre su Bologna è tutto invariato. I grani di forza “tipo Bologna” si confermano sui 410-415 €/t partenza con la seconda e terza classe che mantengono lo spread di 45 €/t e 55 €/t; Comunitari allineati al nazionale ed esteri volatili ma tendenti al calo.
Europa
Le notizie che giungono dal centro del continente parlano di minori rese/ha che migliorano da Ovest a Est. In Francia i primi tagli rispecchierebbero quanto visto in Italia, mentre in Austria, Germania e altri paesi a Est, l’effetto della siccità invernale sarebbe stato mitigato dalle piogge primaverili. Per la qualità è ancora presto, ma la sensazione è che sarà nella media con un buon tenore proteico. Ora l’attenzione è al meteo e all’assenza di precipitazioni durante la raccolta; ad oggi non sono previsti peggioramenti, a parte sporadici temporali. Domanda locale senza picchi e scambi intra-Ue ancora all’inizio causa prezzi elevati; il “salto” di campagna è oggi atteso al ribasso di ulteriori 10-15 €/t. Su Euronext il Settembre a 342 €/t e il Dicembre a 330 €/t, con il Fob sui 348 €/t.
Mondo
Il panorama commerciale si compone di molteplici fattori, oggi ribassisti, come la revisione al rialzo delle stime di semina nel mondo, condizioni agronomiche buone nelle pianure nordamericane, un raccolto Usa di grani vernini con buone specifiche merceologiche e tenore proteico, e da ultimo rinnovato ottimismo sulla riapertura dell’export marittimo dal Mar Nero. Combinando il tutto, passano in secondo piano il minore raccolto Ue e la forzata minore offerta Ucraina. Scambi vivaci ma con cautela, in attesa di un equilibrio che potrebbe arrivare in 2-3 settimane. Volatilità dei prezzi per la turbolenza finanziaria che si somma al normale andamento dei mercati. L’Argentino “pane” a 430 $/t, l’Australiano Soft White a 387 $/t, il DNS Pacifico a 398 $/t, il “milling” Russo a 370 $/t.
Grano duro, crollano i listini
Italia
Lo scenario globale sovrasta l'andamento del raccolto locale, peggiore del 2021 a livello di rese/ha e specifiche merceologiche della granella. Sulle piazze italiane si vive un momento di forte tensione per l’offerta, impreparata a quotazioni in rapido calo (l’opposto fu la scorsa estate) anche per le sirene ottimiste dal Canada. Scambi che si bloccano e prezzi che su tutte le borse merci indicano cali da 20-30 €/t per un valore del “Fino” origine Centro arrivo Nord sui 515 €/t, mentre al Sud si registrano scambi attorno ai 520-530 €/t; Comunitari in calo ed esteri in rapido riposizionamento al ribasso.
Europa
La conferma di minori rese/ha anche in Francia (dopo Italia e Spagna) non porta ossigeno a un mercato partito alto come quotazioni e ora vulnerabile all’offerta autunnale dal Nord America. Qualità che anche in Francia si presenta nella media, salvo pesi specifici inferiori al 2021. Il repentino riposizionamento dei mercati ha imposto cali di quasi 100 €/t per la Grecia (qualità mediocre) e di 30-50 €/t per Spagna e Francia; con la titubanza all’acquisto dell’Italia e la crescente concorrenza canadese scemano le prospettive di scambi intra-Ue ed esportazione. Nonostante una produzione 2022 che potrebbe attestarsi sui 7 mio/t e consumi locali confermati, gli scambi locali restano ai minimi con i molini attendisti. Il “tipo Fino” Spagnolo sui 520 €/t Fob, con il Francese “milling” reso Fob Mediterraneo sui 475 €/t.
Mondo
Dopo la revisione al rialzo delle stime di semina in Canada e Usa e attesa (se tutto procederà bene a livello temperature e precipitazioni) per un raccolto quasi record in volume, sulle piazze d’oltreoceano (offerta) e del Mediterraneo (domanda) scende uno stallo negli scambi. Affari conclusi a prezzi elevati mesi orsono suggeriscono agli utilizzatori di attendere fino all’ultimo per coprire il restante volume da acquistare. Il mercato si cristallizza nonostante la supply-demand resti critica a livello di stock iniziali di campagna. A supporto dei prezzi nei paesi importatori il super dollaro, ma le quotazioni nuovo raccolto per il “duro molitorio” si avvicinano velocemente ai 500-520 $/t arrivo porto Mediterraneo.
Mais, la siccità porta le quotazioni al rialzo
Italia
La perdurante siccità al Nord preoccupa gli operatori e, sulle piazze, si materializza un aumento dei prezzi che resta comunque moderato, più che da uno scenario globale meno in tensione del nostro, dalla possibilità che il connubio tra recessione economica e prezzi in calo degli altri cereali si rifletta maggiormente sulle quotazioni. Attività di scambio senza acuti con presenza dei compratori dell’origine Italia, mentre gli “any origin” restano alla finestra. Le stime di produzione 2022 verranno a breve nuovamente riviste, ma la sensazione è che quest’anno il dato potrebbe essere inferiore all’import. Il mais “con caratteristiche” torna sui 360 €/t (+10) su Bologna e Milano (+8), con il “generico” a sconto di 2 €/t; Comunitari ed esteri in rialzo di 12-17 €/t e più costosi del nazionale.
Europa
Il “weather market” torna a condizionare le piazze comunitarie. Solo il 30% dei campi francesi era in fioritura la scorsa settimana e l’arrivo di alte temperature e assenza di precipitazioni mette a rischio le colture in una fase critica del ciclo. L’assenza di piogge è monitorata con attenzione anche in Bulgaria e Ungheria, con il rischio di dovere rivedere al ribasso la stima di produzione europea a circa 65 mio/t (meno 2,5 mio/t sui dati di Giugno). A calmierare parzialmente i mercati comunitari la pressione dell’export sudamericano, sia sugli scambi intra-Ue che per l’export, e una domanda locale non sempre presente e titubante sull’operare le coperture di campagna. Quotazioni in ripresa sia sul fisico che su Parigi Euronext, dove il vecchio raccolto quota su Fob Bordeaux sui 334 €/t e su Euronext il nuovo raccolto è sui 310 €/t.
Mondo
Le ipotesi dei “fondamentali” con cui si consolida il mercato e le quotazioni fanno riferimento a un incremento delle scorte d’inizio campagna in Usa, di consumi al generale ribasso a causa di una contrazione degli utilizzi zootecnici e (di conseguenza) un incremento delle scorte finali nel mondo al maggio 2023. Da notare che queste previsioni considerano rese/ha medie per gli Usa, dove permangono condizioni di carenza idrica nel terreno; sarà da monitorare l’evoluzione climatica in quelle regioni. Il CBOT mostra volatilità, ma in assenza di novità di rilievo tende a rientrare sui valori pre-conflitto che rispetto ad oggi distano un 15-20 $/ton. Positivi i progressi del secondo raccolto in Brasile, paese oggi molto aggressivo nell’offrire sul breve termine. Prezzi Fob: l’Usa a 309 $/t, l’Ucraino NQ, l’Argentino 272 $/t il Brasiliano a 269 $/t.
L'orzo rimane stabile, la soia rialza la testa
Italia
Cereali foraggeri: situazione abbastanza statica a livello di scambi e prezzi. Il sorgo non quota ancora (NQ), mentre gli orzi si confermano ai valori di 320-325 €/t della scorsa settimana; il tenero quota sempre tra i 345 €/t di Milano e i 360 €/t di Bologna. Oleaginose: la soia nazionale torna a salire di 10 €/t su Bologna e 17 €/t su Milano, trascinata al rialzo dalla perdurante siccità in Italia e dai rimpiazzi esteri (effetto dollaro). L’origine nazionale vale un 640-660 euro/ton; l’estera reso destino sui 640 e 670 €/t.
Europa
Cereali foraggeri: la raccolta degli orzi vernini dà un buon riscontro, anche se eterogeneo come rese/ha; meglio i vernini che i primaverili a rischio siccità. Nel complesso a dettare la tendenza è la stima di minore domanda sia locale che verso i porti; si sente la pressione di offerta dei nuovi raccolti comunitari. Oleaginose: continua la congiuntura sfavorevole per la colza, con debolezza sia per il prezzo del petrolio che del “palma”; unico sostegno la debolezza dell’euro. La francese FOB Rouen scende a 660 €/t con il “future” Agosto di Parigi sui 670 €/t; il girasole “oleico” francese 2022 recupera 15 €/t e vale un 715 €/t reso S. Nazaire.
Mondo
Cereali Foraggeri: la domanda torna a premere, ma è comunque influenzata (in volume) dall’incombente rischio di recessione che, riducendo gli utilizzi, rende rassicurante una supply-demand finora considerata in bilico; adeguate produzioni mondiali e il ritorno alla vendita dell’orzo russo due dei fattori ribassisti da confermare. Orzo Fob Mar Nero sui 315 $/t, l’Australiano a 349 $/t; il grano SRW Fob Golfo a 320 $/t e l’Ucraino NQ. Oleaginose: nonostante il calo delle semine in Usa della soia e la perdurate siccità nelle principali aree produttive di oleaginose, sul mercato pesano maggiormente l’aggressiva offerta di olio di palma e il generale rallentamento della domanda asiatica (Cina). Quotazioni della soia in lieve rialzo per effetto “weather market” e segni di ritenzione da parte dei detentori/produttori. Canola (colza) Canadese in ripresa trainata dalla soia. Prezzi Fob: la soia Usa a 612 $/t, la Brasiliana a 599 $/t, la colza canadese a 715 $/t.