Contratti di filiera e “future” per dare redditività al grano

    grano duro
    Supporto ai cerealicoltori dalla semina alla vendita: fino all’8% in più rispetto alle quotazioni dei listini, oltre a formule che riducono i rischi delle speculazioni sui mercati internazionali

    Sostenere la redditività delle coltivazioni cerealicole e in particolare del grano, aumentando rese e qualità della granella utilizzando nuove varietà resistenti agli stress climatici, adottando le scelte agronomiche più adatte ai diversi areali, applicando l’agricoltura di precisione e limitando gli effetti negativi della volatilità dei mercati grazie a contratti di filiera e future che permettono alle aziende agricole di avere un flusso di cassa stabile e quindi di pianificare acquisti e investimenti.

    Questo il piano d’azione di Cai – Consorzi agrari d’Italia – illustrato durante una delle “Giornate in campo 2024” svoltasi a San Lazzaro di Savena (Bologna), nei terreni della Sis - Società Italiana Sementi. Nel corso della giornata sono state presentate le caratteristiche agronomiche relative alle varietà oggetto dell’attività di ricerca e sviluppo svolta nel corso dell’anno: dallo studio del terreno alla scelta del seme, dalle strategie di difesa alla concimazione, dall’agricoltura di precisione all’ irrigazione fino alla raccolta.

    Con una produzione attesa inferiore a 3,5 milioni di tonnellate, il 2024 si avvia a essere una delle peggiori annate per il grano duro. Colpa della severa siccità che ha flagellato le regioni più vocate del Sud (Puglia e Sicilia) e del calo dell’11% delle superfici coltivate rispetto al 2023 motivato in gran parte dalla perdita di appeal di una coltura che ormai è messa a rischio anche dall’incremento delle importazioni che deprimono le quotazioni.

    Più valore alla granella

    E proprio per far fronte alle oscillazioni dei prezzi di mercato e tutelare gli agricoltori, che Consorzi Agrari d’Italia ha messo in campo i contratti di filiera. Per Cai i contratti di filiera rappresentano 12 diverse produzioni, di cui 4 relative al frumento, promosse e sviluppate nell’ottica della valorizzazione della produzione italiana. Sul totale dei prodotti ritirati da Cai il solo frumento rappresenta oltre il 50% del volume ed è quindi il primo prodotto.
    Si tratta di circa 400mila tonnellate di grano, quantità che identifica Cai come il primo player sul mercato nazionale per questa produzione. Il 25% di questo frumento rientra proprio all’interno di contratti di filiera.

    «Il primo obiettivo di Cai è valorizzare il prodotto – ha spiegato l’amministratore delegato di Cai Gianluca Lelli – abbiamo messo in campo tutto quello che è possibile, in primis la filiera. Noi operiamo con molteplici contratti di filiera su 12 prodotti inclusi frumento duro e tenero. Sul duro circa la metà del nostro conferito viene venduto tramite contratti di filiera con le principali industrie italiane – ha sottolineato Lelli – e dà una risposta importante perché il produttore viene premiato ed incentivato a produrre. Dobbiamo continuare a crescere in questa direzione».

    «Negli ultimi due anni questa strategia ha pagato e, nonostante il calo delle produzioni su scala nazionale, Cai registra un +2% sul totale del volume ritirato, con un incremento dovuto, tra gli altri, all’aumento delle filiere del Grano duro Senatore Cappelli – ha precisato Lelli –. Segno che stiamo lavorando bene sulle filiere autoctone, valorizzando il lavoro dell’agricoltore e delle produzioni nazionali. Proprio grazie agli accordi di filiera, Cai riesce a garantire un premio all’agricoltore che per il grano duro può arrivare anche all’8% in più rispetto al prezzo di mercato».

    Proteggersi dalla volatilità

    La variabilità dei prezzi dei cereali ha raggiunto negli ultimi anni livelli ormai ingestibili per gli imprenditori agricoli. Infatti, alle classiche variabili che influiscono sull’andamento delle quotazioni (meteo, qualità e costo dei mezzi tecnici, efficacia delle normali attività colturali, superfici dedicate, domanda, ecc.) si è aggiunta la speculazione. Mitigare gli effetti negativi delle oscillazioni troppo ampie e repentine dei listini è possibile con i contratti di protezione, che permettono di coprire i costi di produzione e realizzare un guadagno se i prezzi salgono.

    Due i principali contratti di protezione offerti da Cai: il Pdt – Prezzo determinato a termine e il Pmg – Prezzo minimo garantito. Il primo tipo di contratto consente di fissare un prezzo fisso per la vendita del nuovo raccolto. Al conferimento del raccolto la fatturazione della merce avverrà al prezzo fisso precedentemente stabilito, indipendentemente da quello di mercato del momento. Cai consiglia di gestire con questa formula fino al 50% della produzione attesa. La percentuale di copertura del 50% può essere raggiunta anche attraverso successive fissazioni incrementali, durante il corso del ciclo colturale, su quantità di prodotto più limitate. Il resto della produzione potrà essere gestito con le altre formule contrattuali standard.

    Con il Pmg si fissa un prezzo minimo tutelato a livello contrattuale che conferisce all’imprenditore agricolo la certezza di aver definito un valore sicuro di vendita, a prescindere dalle fluttuazioni del mercato. Allo stesso tempo, l’agricoltore potrà partecipare ad eventuali rialzi dei prezzi di mercato. Al conferimento del raccolto la fatturazione della merce avverrà al prezzo di mercato del momento, a meno che questo valore non sia inferiore al Pmg. In questo caso sarà pagato il Pmg precedentemente fissato.
    Cai comunica ogni giorno le quotazioni di Pdt e Pmg e gli agricoltori possono decidere se aderire o meno con una semplice comunicazione, nei tempi specificati nel calendario delle sottoscrizioni.

    Varietà resistenti

    Tra le tante parcelle con diverse varietà di grani duri e teneri, orzi, triticali, segali e farri in prova che i cerealicoltori hanno potuto osservare accompagnati dai tecnici di Cai e Sis, c’è n’è una che può ridare loro la fiducia perduta: è quella del grano duro “Superbo” la varietà studiata da Sis che sarà lanciata a partire dalla prossima stagione. Questa varietà si è dimostrata particolarmente resistente agli stress idrici, in grado quindi di fornire una soluzione a una delle maggiori criticità generate dal cambiamento climatico.

    «Cai cerca di dare agli agricoltori linee agronomiche che vanno a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e l’attività di ricerca di è Sis è orientata a mettere a disposizione varietà che siano più flessibili rispetto agli andamenti stagionali sempre più avversi soprattutto che siano particolarmente resistenti ai problemi di siccità quindi che abbiano una minore esigenza idrica nel ciclo produttivo – ha specificato il responsabile concimi e sementi di Cai Stefano Forbicini – inoltre, Cai sta sviluppando l’agricoltura di precisione perché la lettura dei dati puntuali in campo ci dà la possibilità di gestire al meglio gli input agronomici di nutrizione, di difesa ed eventualmente di irrigazione, ottimizzando i costi e massimizzando l’efficacia degli interventi».

    Contratti di filiera e “future” per dare redditività al grano - Ultima modifica: 2024-06-03T13:04:27+02:00 da Simone Martarello

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