Costi, prezzi, clima e geopolitica: quante incognite per le estensive

grano duro
Sempre più complicato gestire in campo e lungo la filiera di trasformazione una situazione di crisi mondiale perenne alimentata da guerre, malattie e carestie

Aumento dei costi di produzione, andamento dei prezzi e volatilità dei mercati, incognite climatiche e incertezze legate alla situazione geopolitica sempre più complicata da leggere. Sono le variabili che possono decidere il successo o il fallimento delle colture estensive come grano duro, tenero, mais, soia, girasole, sorgo e colza. Questi gli argomenti trattati nella riunione del Comitato tecnico di coordinamento commerciale che dopo due anni di "pausa pandemica" si è riunito in presenza a Bologna nella sede dell'associazione nazionale bieticoltori Anb Coop. Si è fatto il punto sulle intenzioni di semina, lo stato vegetativo delle colture e sull'andamento dei mercati.

Stato vegetativo delle colture

«I frumenti teneri, ad eccezione per il bandera in alcuni casi già a spigatura, in generale risultano più indietro di circa cinque giorni rispetto alle varietà di duro che è in fase di fine botticella-inizio spigatura – ha detto il direttore e dirigente ad interim Area cereali e mangimi del Consorzio Agrario di Ravenna Massimo Masetti –. Le piogge di fine marzo e dell’ultima decade di aprile, hanno rimesso in forza le piante, uscite da un inverno molto siccitoso – ha precisato – grazie a queste piogge hanno potuto assorbire il fertilizzante applicato in accestimento e di levata. Oggi appaiono verdi con buono sviluppo».

I frumenti seminati tardivamente (a metà novembre), sia teneri che duri, sono rimasti di bassa taglia e scarsamente accestiti, mentre quelli seminati precedentemente (metà-fine ottobre) appaiono di taglia normale e ben accestiti.

Masetti ha avvertito che iniziano a verificarsi alcuni allettamenti, principalmente nelle varietà a taglia alta in alcune precessioni (fertilità elevata). Le attuali temperature sono favorevoli ai processi fisiologici del frumento e potrebbero garantire un buon riempimento della granella, anche grazie alle attuali disponibilità idriche per la coltura.

«Lo stato fitosanitario dei frumenti, al momento attuale, è molto positivo – ha annunciato Masetti – con scarsa presenza di oidio limitata alle varietà di frumento tenero e duro più suscettibili e/o negli impianti più fitti. Nelle varietà di frumento duro più suscettibili è possibile osservare scarsa presenza di septoriosi nelle foglie basali».

Durante la fase di fine accestimento-levata la maggior parte dei grani sono stati regolarmente diserbati, mentre solo su una parte applicati i fungicidi. Nonostante il prezzo elevato dei fertilizzanti, la gran parte degli appezzamenti coltivati a frumento sono stati concimati regolarmente (riducendo gli apporti, pur mantenendo i due interventi classici in accestimento e levata). Ancora non si osservano sintomi diffusi di ruggine bruna, mentre viene segnalata qualche presenza di ruggine gialla sulle varietà più suscettibili.

Con le ultime piogge di fine aprile sarà importante l’impiego in spigatura dei migliori fungicidi per preservare in primis da Fusariosi, poi Septoria, Oidio ed infine Ruggine gialla e bruna. In questo momento la superficie a frumento trattata è attualmente molto limitata perche siamo nella maggioranza dei casi a fine botticella. In caso di un periodo piovoso prolungato da pre-fioritura ad emissione antere i frumenti duri saranno allo stadio di massima suscettibilità, comportando un rischio fusariosi della spiga molto alto, per contro questa malattia potrebbe però essere limitata dalle temperature spesso al di sotto dei 15-16°C (durante e dopo gli eventi piovosi), necessarie alle infezioni della spiga

Per quanto concerne il controllo delle infestanti, tranne qualche eccezione come succede tutti gli anni, non ci sono segnalazioni particolari o problematiche di rilievo. Interessante quelle applicazioni di diserbi pre-emergenza per contrastare i sempre più diffusi fenomeni di resistenza da parte di alcune famiglie di erbicidi utilizzati in post-emergenza.

estensive
Un momento della riunione

Intenzioni di semina, meno duro al Sud

Secondo i dati del Consorzio agrario di Ravenna nel 2022 in Italia restano invariate le superfici seminate a grano duro (+0,12%) rispetto al 2021 (1.300.000 ettari) ma con andamenti diversi nei vari areali. Al Nord si registra una crescita del 3,6%, al Centro del 3,2%, mentre al Sud c'è un calo 2,3%. Andamento simile per il tenero, con superfici totali praticamente simili al 2021 (+0,4%), ma con un aumento al Nord (+2%) e un calo al Centro (-4%) e al Sud (-5%), per un totale di 500.064 ettari.

Ancora in calo le superfici a mais nonostante i problemi di approvvigionamento a causa del conflitto ucraino: 585.046 ettari (-0,6% rispetto al 2021). Registrano invece un boom le semine di orzo (+9,8%), soprattutto per le maggiori superfici dedicate al Nord. Crescono anche il girasole (+5,4%) e la soia (+9,8%), a scapito di sorgo (-15%) e colza (-27%).

Aumento dei costi di produzione, mazzata per il tenero

Durante la riunione del comitato è stato analizzato anche l'aumento dei costi di produzione per le principali colture estensive. A soffrire di più è il frumento duro, per coltivare il quale un agricoltore deve spendere 2086,9 €/ha, il 38% in più rispetto a un anno fa. Appena dietro il duro (2.286,9 €/ha) con un aumento dei costi di un terzo (+33%) e il mais (2.485,5 €/ha +30%). Le colture che sembrano risentire meno del rincaro dei mezzi tecnici e dei carburanti sono la colza (+13%), il girasole alto oleico (+19%) e la soia (+21%). A queste cifre relative ai costi di coltivazione vanno aggiunti i costi fissi, ipotizzabili intorno a 750 €/ha.

Il focus su molini e pastifici: ricavi risicati

Sono circa sei milioni le tonnellate di sfarinati di grano duro prodotti dai cento molini italiani. La gran parte, 3,85 milioni, serve per produrre pasta.

«I molini lavorano sul pelo dell'acqua – ha avvertito il presidente di Italmopa Emilio Ferrari – con costi per l'acquisto della materia prima praticamente raddoppiati e spese per l'energia elettrica quadruplicate. Oggi il guadagno finale è pari all'1,7% dei ricavi». Va poco meglio ai pastifici, che riescono a spuntare un margine del 2,2% rispetto ai ricavi.

Costi, prezzi, clima e geopolitica: quante incognite per le estensive - Ultima modifica: 2022-05-05T11:30:58+02:00 da Simone Martarello

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