Nel grano duro coltivato con metodo biologico in assenza di ausili di sintesi è più problematico il raggiungimento di rese soddisfacenti e degli standard qualitativi richiesti dalla trasformazione, soprattutto in quegli areali con situazioni pedoclimatiche marginali.
Nell’annata agraria 2021-22, le prove di confronto tra varietà di frumento duro in coltura biologica, coordinate per il 20° anno dal Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria-Centro di ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari (Crea-It), sede di Roma, sono state realizzate in 9 località dell’Italia centro-meridionale e insulare, con la collaborazione di diverse Istituzioni. In tutti i campi, dislocati 7 regioni (Sicilia, Sardegna, Puglia, Basilicata, Lazio, Toscana e Marche), sono state messe a confronto 27 varietà, fornite non conciate dalle ditte sementiere, di cui 5 al primo anno di sperimentazione nel biologico (Baronio, Bering, Fuego, SY Alfiere e Tancredi). Le semine sono state effettuate secondo uno schema sperimentale a blocchi randomizzati con 3 o 4 ripetizioni.
Andamento meteorologico
La stagione è stata caratterizzata da piovosità molto elevata a inizio ciclo, che però si è presto interrotta con lunghi periodi siccitosi che in molte località hanno influito negativamente sulle fasi fisiologiche più delicate. Le temperature sono rimaste quasi sempre sotto le medie poliennali fino a inizio maggio, per poi aumentare eccessivamente di ben 4-6 °C rispetto ai valori attesi.
Risultati
Nella figura 1 vengono presentati i risultati medi di produzione, contenuto proteico e peso ettolitrico ottenuti in 7 delle 9 località di prova: il campo di Roma non è stato raccolto a causa di ingenti danni alla coltura provocati da cinghiali, quello di Ussana (CA) in quanto eccessivamente compromesso dagli eventi climatici registrati nella località.
La produzione media dell’annata è stata di 4,09 t/ha, valore che tiene conto delle rese particolarmente elevate anche quest’anno a Tarquinia (7,27 t/ha); produzioni mediamente superiori alle 4 t/ha sono state registrate solo a Foggia (4,72 t/ha), mentre nelle altre località hanno oscillato dalle 3,89 t/ha di Jesi alle 3,01 di Pollenza.

Il contenuto proteico medio della granella è stato pari a 12,5% s.s., più alto di quello della scorsa stagione e prossimo agli standard qualitativi richiesti dai pastifici. Notevoli però sono state le differenze tra località, con oscillazioni comprese tra il 15,3% s.s. di Alberese e il 10,3% di Foggia, località che anche lo scorso anno erano agli estremi della graduatoria.
Il peso ettolitrico, seppur di 2 punti inferiore alla media dello scorso anno, è risultato comunque mediamente molto elevato (82,5 kg/hl), con valori particolarmente alti nelle due località delle Marche e a Tarquinia, che si conferma località vocata per il frumento duro biologico.
I risultati produttivi e qualitativi delle 27 varietà in prova quest’anno sono riportati, per ciascuna località, nella tabella 1 e come valori medi nella figura 2.

La produzione media più elevata è stata ottenuta da RGT Natur con 4,45 t/ha, indice medio di 109 e superiore a 100 in tutte e 7 le località di prova, seguita da Marakas, 4,35 t/ha, indice 107, ma media campo superata in meno prove (5), che confermano entrambe le buone performance dello scorso anno. Buone le prestazioni anche di Beltorax (4,35, 106) e RGT Rangodur (4,20, 103) con medie superate in 6 località. Da segnalare inoltre le ottime risposte di Iride nel Centro-adriatico; Achille e Daurur nel Sud-Sicilia; Marco Aurelio in entrambe i versanti del Centro; Antalis, Idefix, Claudio e Shardana nel Centro-tirreno; Monastir, SY Alfiere e Bering nel Centro-adriatico.
Il contenuto proteico più elevato è stato ottenuto come di consueto da Aureo (13,7%), superiore alla media in tutte le località di prova, seguita da Simeto e Svevo, anch’esse notoriamente ricche di proteine, e dalla novità Tancredi, con risultati tra il 13,5% e il 13,3%, tutte però associate a rese non elevate. Per un buon equilibrio fra produzione e proteina vanno segnalate Claudio (indice di resa 101; proteina 12,7%); Marakas (resa 107; proteina 12,6%); Marco Aurelio (104; 12,5%) e Antalis (103; 12,5%).
Le cultivar con il peso ettolitrico medio più elevato di 80 kg/hl (I classe di qualità secondo norme UNI) in tutte le località, associato a indici di resa superiori a 100, sono risultate Beltorax, Achille, Antalis e Claudio insieme a Shardana, Platone e alla novità Baronio, ma con rese inferiori.
Per una valutazione poliennale del comportamento delle varietà in coltura biologica, nella tabella 2 vengono riportati i risultati produttivi delle cultivar presenti da almeno 2 anni nel poliennio 2018-2022 in 4 località rappresentative degli areali di prova.
Nessuna varietà saggiata in questo quinquennio ha ottenuto indici sempre superiori o uguali a 100 in tutti gli anni e località. Nelle 20 prove totali però, le due varietà più stabili si confermano Emilio Lepido e Marco Aurelio (rispettivamente in 17 e 15 campi con rese maggiori o uguali alle medie e indici medi superiori o uguali a 100 nelle 4 località). Si confermano anche le ottime rese di Daurur (media di 4,66 t/ha e 14 campi con rese superiori o uguali alla media). Buono anche l’adattamento (13 campi su 20) di Iride, in particolare nelle località del Sud peninsulare e Centro-adriatico, di Antalis in Centro-tirreno, e di Monastir nella località siciliana.
Nel triennio si conferma, con 10 prove superiori alla media su 12, RGT Rangodur seguita da Marakas (9 su 12), entrambe con indici medi superiori o uguali a 100 nelle 4 località.
Nel biennio vanno segnalate RGT Natur per le buone performance in tre località (7 campi su 9) e Beltorax in due località (6 campi).
La sperimentazione è stata svolta con la collaborazione degli enti riportati nella tabella qui sotto dove sono indicati anche gli autori
| Autori ed enti di appartenenza partecipanti alla sperimentazione della Rete nazionale frumento duro in coltura biologica 2021-22 | ||
| Enti | Campo | Autori |
| CREA Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria - Centro di ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari (CREA-IT), sede di Roma | F. Quaranta (coordinamento) | |
| A. Arcangeli (analisi qualitative) | ||
| AGRIS Sardegna, Dipartimento per la ricerca nelle produzioni vegetali, Cagliari | Ussana (CA) - non raccolto | M. Dettori, L. Mameli, E. Podda |
| Università di Palermo, Dip. Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali | S. Stefano Quisquina (AG), Az. Pietranera | G. Amato, R. Ingraffia, A. Lo Porto |
| Università di Bari, Dip. Scienze Agro-Ambienatli e Territoriali | Policoro (MT) | L. Tedone, D. Schiavone |
| CREA-Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali (CREA-CI), Foggia | Foggia | P. De Vita, S. Paone, I. Pecorella, N. Pecchioni |
| CREA-Centro di ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari (CREA-IT), sede di Roma | Roma, Azienda Inviolatella - non raccolto | M. Fornara, A. Belocchi |
| ARSIAL-Azienda Sperimentale Dimostrativa di Tarquinia (VT) in collaborazione con I.I.S. “V. Cardarelli” - Sez. di Agraria, Tarquinia (VT) e CREA-IT | Tarquinia (VT), campo sperimentale I.I.S. “V. Cardarelli” - Sez. di Agraria | R. Mariotti, O. Basili, V. Mazzon |
| Ente Terre Regionali Toscane, Centro collaudo e trasf. innovazione - Grosseto | Rispescia (GR) | A. Mariotti |
| CERMIS, Tolentino (MC) | Pollenza (MC) | A. Petrini, D. Fuselli |
| ASSAM Marche, Ancona | Jesi (AN) | C. Governatori |













