Va all’Emilia Romagna la medaglia d’oro delle rese di grano nel 2021: dai 60 quintali per ettaro nel riminese, alle punte di 90 nell’area bolognese, la produzione di frumento di quest’anno segna un incremento medio del 20% circa su tutto il territorio regionale, in netta controtendenza rispetto allo scenario nazionale.
È quanto comunica Cai – Consorzi Agrari d’Italia che ha tracciato un bilancio della campagna del grano ormai conclusa in Emilia Romagna, ad eccezione di qualche piccola zona collinare nel reggiano.
Quantità e qualità
Nei quasi 220mila ettari di grano duro e tenero coltivati nella regione, i cereali raccolti presentano ovunque pochissime impurità e proteine molto alte, a testimonianza di una eccellente qualità che rende questa campagna la migliore dell’ultimo decennio.
A guidare la classifica della produzione di grano tenero è la provincia di Ferrara con i suoi 33mila ettari dedicati a questa coltivazione, seguita da Bologna con 27mila ettari e Piacenza con quasi 15mila.
Graduatoria analoga anche per il frumento duro con Ferrara (15mila ettari), Bologna (12mila ettari) a guidare e Ravenna sul terzo gradino del podio con 9mila ettari di terreno coltivati.
Soddisfazione anche dal fronte prezzi
Particolarmente significativo, in base alle rilevazioni della Borsa Merci di Bologna, l’aumento dei prezzi rispetto allo scorso anno, con un +15% per il grano tenero che si attesta intorno ai 230 euro a tonnellata, +25% per l’orzo quotato 200 euro a tonnellata, mentre il grano duro viaggia sui 310 euro a tonnellata (+5%).
Cai – Consorzi Agrari d’Italia gestisce oltre 2 milioni di quintali di cereali in Emilia-Romagna. Soci e conferitori, inoltre, grazie agli accordi di filiera e ai contratti di coltivazione stipulati da Cai con alcuni tra gli attori principali del mercato, sono riusciti a strappare una remunerazione aggiuntiva che ha raggiunto punte di 20 euro a tonnellata.
«È stata un’ottima annata per la quantità e per la qualità del raccolto in Emilia-Romagna e siamo molto soddisfatti della fiducia che gli agricoltori hanno riposto nelle nostre strutture e nei nostri servizi – spiega il vicepresidente di Cai Antonio Ferro –. La strada da seguire, insieme ai nostri tecnici, è quella di continuare a investire sulla qualità per valorizzare, attraverso gli accordi di filiera, il lavoro di migliaia di aziende ed il vero Made in Italy».