Il potenziale di crescita c’è, anche se da moltissimi anni, almeno a partire dall’emergenza Bse, se ne discute senza mai arrivare a nulla: l’Unione europea potrebbe aumentare la produzione di proteine vegetali, così come sostiene la Commissione Ue che il 23 novembre scorso sul tema ha pubblicato uno stato dell’arte sulla domanda e sull’offerta di proteine vegetali (semi di colza, semi di girasole o lenticchie) da considerare anche come piano di sviluppo del comparto. Con quali strumenti? Con l’aiutino della Pac (e del Psr), la leva della competitività attraverso la ricerca, ma anche le azioni di promozione da parte della Commissione europea.
Una tappa obbligata visto che secondo dati della Commissione l’Ue importa attualmente circa 14 milioni di tonnellate di semi di soia all’anno come fonte di proteine per i mangimi animali, compresi quelli per polli, suini e bovini, nonché per la produzione di latte, a fronte di una domanda di circa 27 milioni di tonnellate di proteine nel 2016-2017.
Lo ha sottolineato anche il commissario per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, Phil Hogan, il Parlamento europeo vuole “sostenere maggiormente la produzione di colture proteiche in Europa. La relazione servirà da importante punto di riferimento per un dibattito a livello di Ue su come tracciare una via per il futuro, che non può essere compito della sola Commissione e richiede il contributo attivo di tutti i portatori di interesse".
Dagli ultimi dati relativi alle importazioni Ue di semi di soia pubblicati dalla Commissione europea nel settembre scorso, è emerso come gli Stati Uniti siano divenuti il principale fornitore dell’Europa, con una quota di mercato del 52 % , più che raddoppiata rispetto al 25 % dello scorso anno nello stesso periodo.
Il sostegno della Pac
Tra le strategie indicate dall’Ue il sostegno attraverso la proposta della nuova Pac, soprattutto valorizzando le leguminose per gli obiettivi ambientali e cimatici nel quadro dei programmi di sviluppo rurale. Occorrerà inoltre mobilitare il sostegno allo sviluppo rurale, ad esempio per stimolare gli investimenti e la cooperazione lungo la filiera alimentare e fornire un supporto ai redditi su base fissa.
Ma anche la leva della competitività attraverso la ricerca
La spinta alle colture proteiche potrebbe arrivare anche da un aumento di competitività attraverso la ricerca e l'innovazione dai programmi di ricerca dell'Ue e degli Stati membri e da un bilancio raddoppiato del programma Orizzonte Europa per il periodo 2021-2027. Utile anche, secondo la relazione, migliorare l'analisi di mercato e la trasparenza mediante strumenti di monitoraggio più efficaci.
E quasi 200 milioni di euro per la promozione
Lo sviluppo delle colture proteiche è legato anche alle attività di promozione da parte della Commissione, che ha una dotazione di quasi 200 milioni di euro nel 2019. L'obietitvo è quello di ottolinearne i vantaggi per l'alimentazione, la salute, il clima e l'ambiente. La Commissione Ue propone anche di aumentare le conoscenze sulle buone pratiche nella gestione della catena di approvvigionamento e sulle pratiche agronomiche sostenibili attraverso una piattaforma online dedicata.