Pre-emergenza, un ritorno che non c’è. Il diserbo preventivo del frumento e dei cereali vernini continua ad essere poco gettonato secondo Mattia Fumagalli, Arables Technical Crop manager di Syngenta.
«È vero -spiega-: sempre più tecnici la raccomandano, con l’obiettivo di diminuire la banca semi delle infestanti e di supportare interventi di post che possono non bastare in alcuni areali». «Tuttavia molte aziende agricole sono poco inclini ad entrare in campo due volte per il diserbo e spesso le piogge post semina compromettono la portanza del terreno scoraggiando anche i più ricettivi nell’adozione di questa pratica». Lo scenario rimane quindi quello di 5-6 anni fa, con un ricorso al solo pre-emergenza: che riguarda meno del 10% delle aziende cerealicole italiane; pre + post-emergenza poco sopra il 10% e solo post-emergenza adottato nell’ 80% dei casi.
«E questo – continua Fumagalli – nonostante le crescenti difficoltà nelle gestione delle infestanti, dovuta ad una graduale riduzione della sensibilità e crescita di fenomeni di resistenza nonchè alla mancanza di meccanismi d’azione alternativi soprattutto nella gestione delle graminacee». «Sarebbe quindi auspicabile - raccomanda Fumagalli - che i trattamenti di pre-emergenza diventassero la pratica di base per una gestione ottimale e tempestiva delle infestanti del grano alla luce di un contesto di mercato e di un panorama malerbologico in continua evoluzione»
Articolo tratto dallo speciale Diserbo cereali vernini di Terra e Vita 29
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Quali sono le situazioni più preoccupanti?
Consultando la mappa del Gire (Gruppo italiano resistenza agli erbicidi) – risponde Fumagalli - si può notare come stiano crescendo i fenomeni di resistenza, in particolare per il loietto in diversi areali soprattutto del Centro-Sud Italia e per il papavero, un po’ dovunque.
Corretto posizionamento: meglio il pre o il post precoce?
Un prodotto residuale posizionato in pre-emergenza o post-precoce (BBCH 11-13), in situazioni in cui le infestanti non sono ancora emerse, può avere la stessa potenziale efficacia. Tutto dipende dalla preparazione del terreno e dalle sue condizioni di umidità al momento del trattamento che contribuiscono a determinare l’attivazione del prodotto e quindi a svolgere la sua funzione di anti-germinello.
Quanto hanno inciso le abbondanti precipitazioni sui diserbi della scorsa stagione?
Dipende dai casi: le precipitazioni nell’epoca del diserbo possono aver limitato la possibilità di entrare in campo per fare il trattamento, superando il timing ideale di applicazione con presenza di infestanti molto sviluppate. È vero però anche che le infestanti in attiva crescita, e che non hanno problemi di stress, assorbono meglio il diserbo aumentando così l’efficacia generale.
Gli eccessi idrici stanno condizionando anche le preparazioni dei terreni?
Sì, ma non ovunque. Oggi abbiamo un’ampia finestra di semina dei cereali autunno-vernini (soprattutto al Sud) con varietà che si prestano a semina tardive e che possono permettere di seminare e fare il diserbo di pre-emergenza in condizioni ottimali.
Quali riscontri avete ottenuto dalle vostre strategie di diserbo?
L’ampia finestra di applicazione di Dicuran Plus, miscela pronta a base di clortoluron e diflufenican, principi attivi chiave per la gestione di graminacee e dicotiledoni, ha assicurato ai cerealicoltori la necessaria flessibilità per affrontare la prolungata siccità del periodo del diserbo di pre-emergenza e post-precoce. Il 2023 è stato anche l’anno di introduzione di Axial One, erbicida per il controllo delle infestanti graminacee, in particolare quelle difficili come loietto e avena, e con azione sulle principali dicotiledoni annuali, tra cui papavero, senape e galium.
L’autorizzazione del glifosate scade a dicembre, quanto può incidere la sua eventuale limitazione?
In attesa di capire il futuro su questa sostanza attiva, dobbiamo considerare che anche nei cereali il glifosate viene impiegato per trattamenti prima della preparazione dei terreni; questa pratica oggi si usa su una superfice limitata in quanto, soprattutto al Centro Nord, la coltivazione del grano è preceduta da altre colture in rotazione quindi i terreni sono lavorati intensamente e vengono lasciati per poco tempo a riposo con una ridotta insorgenza di infestanti.
Oltre a questo, consideriamo che la nuova Pac spingerà ancor di più gli agricoltori ad attuare rotazioni colturali, aumentando l’intensificazione dei terreni con un impatto che inciderà ancor di più sui diserbi di pre-semina.