Esattamente come si è verificato in campagna, anche nelle tradizionali prove agronomiche varietali condotte dal Cra-Unità di ricerca per la maiscoltura di Bergamo nel 2012 l'estate calda e siccitosa ha letteralmente decimato le produzioni. La resa media generale degli ibridi testati si è fermata a quota 123,5 q/ha al 15,5% di umidità, contro i precedenti 149,9 q/ha dell'eccezionale stagione 2011, un -17,6% che ha colpito soprattutto i tardivi di classe Fao 700 (-19,8%), seguiti dai 500 con un -18,5% e dai 600 con un -16,4%.
A livello regionale, il Piemonte ha limitato le perdite a un -5-10%, mentre Veneto ed Emilia-Romagna hanno visto alcune località perdere oltre il 50% della produzione. A spiegare i motivi di questo tracollo è stato l'andamento climatico decisamente anomalo, ha spiegato Gianfranco Mazzinelli del Cra di Bergamo durante la tradizionale annuale “Giornata del mais”. La campagna maidicola è iniziata con un mese di marzo molto caldo e poco piovoso, per cui molti agricoltori hanno seminato precocemente. Aprile, invece, è stato particolarmente freddo e piovoso, tanto da arrestare in molti campi lo sviluppo delle piantine allo stadio di 3-4 foglie o da ritardare l'emergenza nei campi appena seminati. Dopo un maggio e un inizio giugno nella media, dalla seconda metà di giugno e per tutto luglio e agosto le temperature sono state molto alte e non si sono avute precipitazioni. Valutando il periodo marzo-ottobre, la sommatoria dei gradi di calore è stata pari a 2.315 (come nel 2003), mentre la piovosità di 831 mm si è concentrata tutta nel periodo primaverile. Significativo anche il numero di giorni con temperatura massima superiore a 30 °C nel periodo maggio-agosto: ben 63. Altro dato eclatante è stato il periodo di accumulo, cioè il numero di giorni tra la fioritura e la maturazione fisiologica, positivamente correlato alla produzione, che è stato di circa 56 giorni, contro i 63 del 2011. Dunque, l'insieme di tutti questi fattori ha portato a risultati produttivi negativi.
Dal punto di vista della impostazione, le prove nel 2012 si sono svolte in 17 località, per un totale di 48 ibridi, di cui 16 appartenenti alla classe Fao 500, 24 alla classe 600 e 8 alla classe 700. Tra questi erano presenti anche dodici “testimoni”, cioè i materiali più diffusi commercialmente nel 2011. Gli ibridi che si sono collocati ai vertici produttivi sono stati Kilic, SY Deciso, P33A46 e P114 tra i 500; DKC6815, DKC6728, PR32F73, P135 e DKC6724 tra i 600; PR31D24, Kayras, DKC6903, SY Inove e Mas 78.T tra i 700.
Irrigazione e piralide
Come sempre significative le indicazioni derivanti dall'effetto dei quattro tradizionali fattori agronomici: investimento, irrigazione, trattamento contro la piralide e concimazione azotata. Nel primo caso, le 7,5 piante/m2 hanno prodotto il 4% in più rispetto alle 6,5 piante/m2, mentre con l'irrigazione si è prodotto il 35% in più rispetto allo stress idrico. Le tesi trattate rispetto a quelle non trattate hanno registrato un 15% di resa in più, mentre le 300 unità di N/ha hanno prodotto il 10% in più rispetto alle 170 unità/ha.
Infine, un commento veloce anche sui precoci e sul trinciato. Nel primo caso la resa media generale è stata di 101,1 q/ha al 15,5% di umidità (-23,7% sul 2011), con DKC4316 e Mas 51.G sugli scudi per la classe 300 e DKC5401 e P0222 per i 400. Nel caso degli ibridi per il trinciato, la produzione media generale è stata di 249,3 q/ha di sostanza secca (solo -3,4%), con 21.482 unità foraggere latte/ettaro, 7,6% di proteina grezza e 72,3% di digeribilità di sostanza organica. Come rese si sono segnalati gli ibridi PR32D99 per la classe 600 e DKC6795 e NK Arma per la classe 700.