Realizzare oggi un nuovo albicoccheto pone innanzitutto il frutticoltore di fronte alla difficile scelta della forma d’allevamento. L’albicocco è una pianta tendenzialmente vigorosa, ovviamente anche in funzione dei suoli sui quali viene coltivata, e che necessita di una ottima illuminazione per ottenere produzioni di qualità sia dal punto di vista della pezzatura sia della colorazione.
Per questo motivo in passato le forme in parete, le classiche palmette, furono abbandonate per cedere spazio a sistemi in volume come il vaso. Questi, effettivamente molto adatti a questa coltura particolare, portano però con se lo svantaggio di una meno agevole meccanizzazione di tutte le operazioni colturali come il diradamento e la raccolta ma anche la gestione del suolo o il controllo e la manutenzione annuale dei sistemi fissi di irrigazione. Perciò negli ultimi anni si sta riscoprendo interesse verso sistemi appiattiti anche a fronte di un maggiore investimento iniziale derivante dalla necessità di una struttura di sostegno che nei sistemi a vaso si può addirittura totalmente evitare.
La riscoperta dei sistemi più simili alla parete è però anche favorita da nuove esigenze dei frutticoltori come quella di dotare gli impianti di sistemi di protezione, antigrandine o antinsetto. Questi, oltre a necessitare di una struttura di sostegno, beneficiano sicuramente di spazi interfilari più ampi per la gestione dei teli. Non da ultimo si consideri che l’ultima generazione di irroratrici a recupero di prodotto, che su una coltura ad elevato numero di interventi al bruno offrirebbe elevati vantaggi sia economici che ambientali, sono adottabili solo su forme in parete.
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