Oltre alle difficoltà tecniche, per i risicoltori continuano anche quelle economiche. Il prezzo continua a restare basso e non garantisce la copertura dei costi di produzione.
Solo la quotazione della varietà di riferimento del mercato interno italiano, il Carnaroli, ha subito un leggero rialzo rispetto all’annata 2012, determinato sopratturro dalla riduzione della superficie investita. Il prezzo contenuto che caratterizza la varietà da risotto per eccellenza è inoltre dovuto alle ingenti rimanenze delle annate agrarie precedenti poiché il consumo di riso pro-capite, costante da anni intorno ai 5 kg di riso all’anno, non ha contribuito alla sensibile riduzione delle scorte di Carnaroli. L’altra importante varietà per il mercato italiano, il Vialone nano, è invece maggiormente quotata per via delle basse produzioni ottenute quest’anno. Il prezzo delle varietà Indica da esportazione, è attualmente crollato a 250-260 €/t causa della concorrenza esercitata dai paesi asiatici.
L’esportazione dei lunghi B italiani è ormai fortemente limitata dalle importazioni di riso a dazio zero prodotto da alcuni paesi Eba (Everything but arms, tutto fuorché le armi), quali Myanmar, Cambogia, Laos e Bangladesh. In seguito alle concessioni dell’Ue relative all’ingresso in Europa del riso proveniente da questi paesi, le importazioni europee sono passate da circa 10 mila t/anno a 130 mila t/anno, con un’inevitabile risvolto negativo per le esportazioni di riso italiano.
In aggiunta si è assistito a un accanimento della concorrenza, non più nei confronti dei soli agricoltori ma anche degli industriali della lavorazione del riso, in quanto dapprima dall’Asia veniva importato solo il prodotto semigreggio, mentre ora l’Europa importa riso bianco lavorato.
Di fronte a questa situazione critica per il mercato del riso italiano, Confagricoltura, Coldiretti ed Ente Risi stanno sollecitando un interessamento da parte del Mipaaf affinché venga presentata presso il Consiglio europeo la richiesta di intensificazione della sorveglianza sulle derrate provenienti dai paesi Eba, in quanto si sospettano triangolazioni volte a favorire la commercializzazione di riso prodotto in stati ai quali l’Ue non ha concesso agevolazioni.
Per contrastare la caduta dei prezzi del risone a livello nazionale, afferma il presidente di Coldiretti Vercelli-Biella Paolo Dellarole, i risicoltori dovrebbero cercare di non svendere il proprio riso a prezzi irragionevolmente bassi, specialmente nel periodo di raccolta.
A fronte delle palesate difficoltà degli agricoltori nello stoccaggio del risone, sorge la necessità di individuare soluzioni idonee per far sì che gli imprenditori agricoli non siano costretti a vendere il risone in momenti poco favorevoli. L’introduzione di contributi appositamente erogati per la realizzazione di magazzini per lo stoccaggio potrebbe rappresentare quindi un’alternativa. L’erogazione di forme di credito agevolate per coloro che necessitano di denaro sono un’ulteriore soluzione per evitare che gli agricoltori siano costretti a vendere a prezzi troppo bassi.
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