Assobiotec: uso distorto della scienza
Qualità scientifica non
adeguata per valutare i
rischi.
L'Efsa (Autorità europea
per la sicurezza alimentare)
stronca, netta, lo studio biennale
francese che ha messo in dubbio
la sicurezza del mais ogm NK 603
resistente a un erbicida a base di
glifosate: secondo quei dati, il
consumo del cereale transgenico
incrementerebbe la mortalità dei
topicavia
e provocherebbe patologie
gravi, tra cui tumori. Ora
l'Efsa risponde alla Commissione
Ue che aveva chiesto di valutare
con urgenza se tali risultati mettevano
in discussione il precedente
ok al maisNK603. Efsa, minuziosamente,
fa a pezzi la metodologia
sperimentale, carente al punto
da rendere inattendibili le conclusioni
sui tumori nei ratti «Inadeguati
il disegno dello studio, la
descrizione dei risultati e la loro
analisi». E chiede agli autori, altri
dati in vista di una seconda analisi
che si terrà entro fine ottobre.
Ma Gilles-Eric Séralini, coordinatore
dello studio, non demorde:
«Aspettiamo che loro ci forniscano
i dati che hanno permesso
di autorizzare questo ogm e questo
pesticida in particolare, ma
anche gli altri ogm. Non daremo
nulla. Pubblicheremo tutto su un
sito pubblico, quando anche loro
lo avranno fatto».
Sulla battaglia, che ora tira in
ballo pesantemente il mondo
scientifico, interviene Alessandro
Sidoli, presidente di Assobiotec
(Federchimica) che parla di «un
uso distorto della scienza a supporto
di un'operazione mediatica
che non ha niente a che fare con la
ricerca». E aggiunge: «In Italia,
alla conclusione di un'annata disastrosa
per il mais, devastato dai
parassiti e dalla siccità, non si riesce
nemmeno a imbastire una
sperimentazione di campo per
valutare i vantaggi delle moderne
varietà ogm. Siamo bloccati da
un'inerzia normativa assurda e
intanto i coltivatori perdono milioni
di euro in mancati raccolti e
mais infestato da micotossine.
Queste sì che sono cancerogene».
Assalzoo (Associazione nazionale
produttori di alimenti zootecnici)
aggiunge: «Una riconferma
dell'importanza di una ricerca
pubblica seria in materia di
ogm che allontani anche solo il
sospetto che da studi privati possano
derivare risultati “pilotati”
da interessi di parte.
Ma a sparigliare le carte arriva
il comunicato del ministro Mario
Catania: ha scritto al collega della
Salute Renato Balduzzi perchè
verifichi lo studio francese: «I
risultati mi hanno fortemente impressionato
e a mio avviso dovrebbero
essere approfonditi,
considerato che, se veritieri, rappresenterebbero
un vero e proprio
problema sanitario». Il mais
oggetto dello studio, sottolinea il
Mipaaf, «è commercializzabile
nell'Ue per l'alimentazione animale
e quindi è indirettamente
presente nella catena alimentare
umana». Ma Assobiotec ribatte:
«L'Efsa ha già bocciato lo studio.
Invito nuovamente il ministro
Catania, anche alla luce dei 400
studi che hanno confermato la sicurezza
degli ogm, a riaprire la
sperimentazione in campo in Italia
»
adeguata per valutare i
rischi.
L'Efsa (Autorità europea
per la sicurezza alimentare)
stronca, netta, lo studio biennale
francese che ha messo in dubbio
la sicurezza del mais ogm NK 603
resistente a un erbicida a base di
glifosate: secondo quei dati, il
consumo del cereale transgenico
incrementerebbe la mortalità dei
topicavia
e provocherebbe patologie
gravi, tra cui tumori. Ora
l'Efsa risponde alla Commissione
Ue che aveva chiesto di valutare
con urgenza se tali risultati mettevano
in discussione il precedente
ok al maisNK603. Efsa, minuziosamente,
fa a pezzi la metodologia
sperimentale, carente al punto
da rendere inattendibili le conclusioni
sui tumori nei ratti «Inadeguati
il disegno dello studio, la
descrizione dei risultati e la loro
analisi». E chiede agli autori, altri
dati in vista di una seconda analisi
che si terrà entro fine ottobre.
Ma Gilles-Eric Séralini, coordinatore
dello studio, non demorde:
«Aspettiamo che loro ci forniscano
i dati che hanno permesso
di autorizzare questo ogm e questo
pesticida in particolare, ma
anche gli altri ogm. Non daremo
nulla. Pubblicheremo tutto su un
sito pubblico, quando anche loro
lo avranno fatto».
Sulla battaglia, che ora tira in
ballo pesantemente il mondo
scientifico, interviene Alessandro
Sidoli, presidente di Assobiotec
(Federchimica) che parla di «un
uso distorto della scienza a supporto
di un'operazione mediatica
che non ha niente a che fare con la
ricerca». E aggiunge: «In Italia,
alla conclusione di un'annata disastrosa
per il mais, devastato dai
parassiti e dalla siccità, non si riesce
nemmeno a imbastire una
sperimentazione di campo per
valutare i vantaggi delle moderne
varietà ogm. Siamo bloccati da
un'inerzia normativa assurda e
intanto i coltivatori perdono milioni
di euro in mancati raccolti e
mais infestato da micotossine.
Queste sì che sono cancerogene».
Assalzoo (Associazione nazionale
produttori di alimenti zootecnici)
aggiunge: «Una riconferma
dell'importanza di una ricerca
pubblica seria in materia di
ogm che allontani anche solo il
sospetto che da studi privati possano
derivare risultati “pilotati”
da interessi di parte.
Ma a sparigliare le carte arriva
il comunicato del ministro Mario
Catania: ha scritto al collega della
Salute Renato Balduzzi perchè
verifichi lo studio francese: «I
risultati mi hanno fortemente impressionato
e a mio avviso dovrebbero
essere approfonditi,
considerato che, se veritieri, rappresenterebbero
un vero e proprio
problema sanitario». Il mais
oggetto dello studio, sottolinea il
Mipaaf, «è commercializzabile
nell'Ue per l'alimentazione animale
e quindi è indirettamente
presente nella catena alimentare
umana». Ma Assobiotec ribatte:
«L'Efsa ha già bocciato lo studio.
Invito nuovamente il ministro
Catania, anche alla luce dei 400
studi che hanno confermato la sicurezza
degli ogm, a riaprire la
sperimentazione in campo in Italia
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