La “sindrome da Xylella fastidiosa” sembra che stia dilagando in maniera epidemica non solo in Salento ma anche tra gli olivicoltori meridionali, poiché si sono moltiplicate le segnalazioni di casi sospetti dell’infezione batterica di cui abbiamo scritto nella rubrica della scorsa settimana. Ma la causa più frequente di disseccamenti a “macchia di leopardo” sulla chioma delle piante sono i ben noti (ma non sempre facilmente visibili) scolitidi (Phloeotribus scarabeoides, Hylesinus oleiperda) che infestano l’olivo.
Rami esca
Per il controllo preventivo di questi insetti, resta sempre valido e consigliabile il metodo dei “rami esca”, fasci di rami lasciati in campo durante la potatura per attirarvi le femmine in fase di oviposizione e che andranno bruciati prima dello sfarfallamento degli adulti (quindi entro maggio, nelle aree meridionali). I nuovi attacchi degli scolitidi sulle piante saranno evidenziabili dalla presenza di cumuletti di rosura sui rami, in corrispondenza dei fori di penetrazione che spesso sono all’ascella dei rami. Si ricorda che gli interventi diretti contro gli scolitidi non sono consigliabili mentre è importante rimuovere le cause che predispongono le piante a queste infestazioni come gli stress idrici o la presenza di rami secchi.
Effetto rame
Negli oliveti in cui nello scorso anno sono stati osservati attacchi diffusi di occhio di pavone (Spilocaea oleaginea), di piombatura (Mycocentrospora cladosporoides) o di lebbra (Gleosporium olivarum, G. clavatum), prima della fioritura andrà effettuato un trattamento specifico per proteggere la nuova vegetazione, devitalizzando la carica di inoculo localizzata sulle foglie e i rametti infetti o sulle drupe mummificate. I prodotti a base di rame sono ad ampio spettro e quindi attivi anche su altre malattie tra cui la rogna batterica. Il rame agevola la caduta delle foglie infette, soprattutto di quelle colpite da spilocea, più sensibili alla fitotossicità dello ione metallico il quale penetra più facilmente nel mesofillo fogliare attraverso le lesioni della cuticola provocate dal fungo. In alternativa ai composti rameici è sempre possibile l’uso della dodina la quale non ha effetti fitotossici e può essere applicata anche a ridosso della fioritura sia per proteggere la nuova vegetazione che per devitalizzare i conidi ancora presenti. Contro la spilocea dell’olivo è registrata una miscela a base di tebuconazolo e trifloxystrobin attiva anche contro gli agenti fungini responsabili della lebbra.