La nostra rivista è stata tra le prime a trattare di agricoltura conservativa come tecnica che permette di realizzare economie e soprattutto di preservare l’ambiente, grazie ad esempio alla riduzione dell’erosione dei suoli e al mantenimento della sostanza organica degli stessi. Ma allo stesso tempo abbiamo sempre sottolineato la necessità di un “approccio di sistema” a questa tecnica, con uno sguardo proiettato nel tempo. In questo senso, l’agricoltura conservativa ha forse bisogno di più agronomia, più riflessione e più competenza tecnica di quella convenzionale ed esprime un orientamento verso modi di produrre che sono in continuo divenire.
Fino a poco tempo fa si parlava di agricoltura conservativa integrata con l’uso dell’acqua, la gestione degli allevamenti e la difesa fitosanitaria, al fine di giungere a sistemi agricoli ancora più performanti e più sostenibili. Oggi l’utilizzazione di sistemi di guida satellitare di precisione appare perfettamente compatibile con l’agricoltura conservativa. Anzi, per l’applicazione di alcune tecniche come lo strip tillage, i sistemi di guida satellitare di precisione sono praticamente indispensabili. In generale, comunque, si può affermare che l’agricoltura di precisione consente una gestione della variabilità dei suoli e delle colture che offre potenziali vantaggi anche nei regimi conservativi.
La nuova frontiera dei servizi ecosistemici
«Questa è una grande opportunità per le aziende agricole italiane, sia per recuperare competitività sia per affrontare con nuovi strumenti gli impegni previsti dalla Politica agricola comunitaria – conferma Michele Pisante, ordinario di Agronomia e colture erbacee dell’Università di Teramo e commissario delegato del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) –. Le tecnologie dell’agricoltura conservativa integrate con quelle dell’agricoltura di precisione consentono di risparmiare energia e costi, di proteggere il suolo, il clima e l’ambiente.
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