La gestione della fertilizzazione è uno dei temi con cui l’agricoltura di precisione si è cimentata fin dagli inizi del suo sviluppo, con grandi promesse ed aspettative di miglioramento dell’efficienza, riduzione dei costi e dell’impatto ambientale ed aumento della produttività. Per gestire la fertilizzazione secondo l’approccio dell’agricoltura di precisione, si possono adottare metodologie diverse, quali ad esempio:
- quantificare le asportazioni degli elementi nutritivi dal suolo attraverso la mappatura delle produzioni delle colture dell’anno precedente;
- utilizzare metodi rapidi di mappatura del suolo di proprietà correlate ad elementi della fertilità;
- monitorare lo stato nutrizionale della coltura durante il corso della stagione attraverso sensori prossimali o remoti.
La prima metodologia, che si concretizza in una fertilizzazione di restituzione sito-specifica, ha senso quando l’anno in cui viene effettuata la mappatura della resa, precedente a quello in cui deve essere effettuata la fertilizzazione, la coltura non ha manifestato alcun deficit nutrizionale e vi è una dotazione sufficiente dell’elemento nel suolo. Un altro prerequisito è che l’assorbimento da parte della coltura sia l’unico fattore (o almeno quello dominante) di rimozione dell’elemento nutritivo dal suolo. Ciò implica che perdite per lisciviazione, ruscellamento, erosione o altro siano trascurabili.
Questa situazione può verificarsi per il fosforo e per il potassio, in suoli con elevata capacità di ritenzione. Per l’azoto il discorso è molto diverso, essendo il ciclo dell’elemento molto complesso, con diversi flussi in entrata ed in uscita come, ad esempio, la lisciviazione. In questi casi, la metodologia che appare più appropriata si basa sul monitoraggio dello stato nutrizionale della coltura durante il corso della stagione, attraverso sensori prossimali o remoti.
L’utilizzo di metodi rapidi di mappatura delle proprietà del suolo per regolare la fertilizzazione è una metodologia promettente, ma che al momento attuale appare operativa soprattutto per la mappatura del pH e la relativa correzione dell’acidità del suolo.
Da diversi anni sono già in commercio macchine spandiconcime in grado di effettuare la distribuzione differenziata all’interno degli appezzamenti, chiamata applicazione a tasso (o rateo) variabile o Vra (Variable Rate Application), sulla base di mappe di prescrizione precedentemente elaborate o di informazioni fornite in movimento (on-the-go) da sensori durante la distribuzione.
…
Leggi l'articolo completo su Terra e Vita 10/2017 L’Edicola di Terra e Vita
Coordinamento di Francesco Bartolozzi e Gianni Gnudi