La sensibilità relativa alla gravità del cambiamento climatico sta aumentando rapidamente e diventasempre più centrale nelle scelte politiche, economiche e sociali a livello globale.
Recentemente a Parigi (il 12 dicembre 2015) si è tenuta la XXI Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici (Cop21) organizzata nell’ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul climate change. I 195 paesi che hanno partecipato hanno trovato nell’assemblea finale, per la prima volta dopo 20 anni di tentativi di mediazione, un accordo vincolante e universale per contrastare la minaccia del riscaldamento globale. Tale accordo entrerà in vigore nel 2020 allo scadere del protocollo di Kyoto e punta mantenere l’incremento di temperatura ben sotto i 2 gradi centigradi entro il 2100.
Un importante ruolo nel raggiungimento dell’obiettivo sottoscritto alla Cop 21 lo hanno sia le aziende che i consumatori. Molti consumatori infatti sono consapevoli di poter influenzare le logiche del mercato attraverso una “pressione selettiva positiva” verso i prodotti a minore impatto ambientale ed iniziano a chiedere maggiori e affidabili informazioni sulle emissioni di gas ad effetto serra dei prodotti che vogliono comprare. In parallelo tale tendenza ha spinto molti settori produttivi e industriali a ritenere che la realizzazione di prodotti con minori emissioni e la trasparenza delle prestazioni ambientali possa costituire oggi una concreta opportunità per conseguire un vantaggio competitivo.
“VIVA - La Sostenibilità nella Vitivinicoltura in Italia” (www.viticolturasostenibile.org) è il progetto del Ministero dell’Ambiente che dal 2011 promuove la sostenibilità del comparto vitivinicolo italiano attraverso l’applicazione di 4 indicatori (aria, acqua, vigneto e territorio).
Nello specifico l’indicatore aria del progetto prevede l’applicazione della carbon footprint di prodotto (Cfp) adottando la specifica tecnica Iso Ts 14067 come norma internazionale di riferimento.
La Cfp è uno strumento che permette di analizzare tutte le emissioni dirette e indirette di gas ad effetto serra (Ghg, dall’inglese Greenhouse gas) legate all’intero ciclo di vita di una bottiglia di vino. Per “ciclo di vita” si intende, l’insieme delle fasi che intercorrono nella produzione del vino, dall’acquisizione delle materie prime e coltivazione dell’uva fino consumo del prodotto e allo smaltimento del packaging.
Nel processo di produzione di una bottiglia le emissioni di gas serra sono rappresentate essenzialmente dall’anidride carbonica (CO2), il metano (CH4) e protossido di azoto (N2O).
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