Per difendere i vigneti colpiti dall’escoriosi è opportuno integrare alcuni interventi di tipo agronomico con applicazioni fitoiatriche da effettuarsi prima del germogliamento e all’inizio della ripresa vegetativa.
Interventi agronomici
In merito agli interventi di tipo agronomico occorre evitare la trinciatura dei sarmenti, mentre è consigliabile asportare e bruciare i tralci colpiti, ostacolare l’eccessivo lussureggiamento delle piante effettuando una equilibrata concimazione azotata, scegliere una forma di allevamento che ostacoli la formazione di getti troppo vicini al suolo, evitare di impiantare il vigneto in luoghi dove ristagna l’umidità, impiegare materiale di propagazione sano.
L’olio minerale
Le applicazioni con preparati chimici si possono sostanzialmente distinguere in interventi eradicanti, da realizzarsi durante la fase del riposo vegetativo per combattere l’inoculo svernante, e in interventi preventivi, da eseguirsi all’inizio della ripresa vegetativa al fine di proteggere i tralci dagli attacchi del patogeno.
In concomitanza con la fase fenologica della gemma cotonosa è consigliabile effettuare una prima applicazione mediante l’uso di un preparato a base di olio minerale paraffinico formulato con coadiuvanti specifici e contenente zolfo.
Tale prodotto, pur essendo essenzialmente un insetticida-acaricida che agisce per contatto contro le forme svernanti di numerosi parassiti (eriofidi, acari tetranichidi, cocciniglie e altri insetti fitofagi), è inoltre dotato di efficacia collaterale nei confronti dei propaguli di numerosi funghi patogeni.
Prove condotte nelle Marche e in Abruzzo hanno permesso di accertare che questo trattamento rappresenta un elemento aggiuntivo alle normali linee fitoiatriche adottate nei riguardi dell’escoriosi e dell’oidio nelle zone ad alto rischio.
Il prodotto è infatti in grado di ridurre significativamente l’inoculo svernante presente nel vigneto.
Il solo intervento effettuato durante la fase di riposo vegetativo non assicura una soddisfacente difesa dagli attacchi di Phomopsis viticola, pertanto occorre effettuare ulteriori trattamenti, posizionando il primo nella fase delle tre foglie con il lembo completamente disteso e il secondo dopo 6-7 giorni, mediante l’uso di fungicidi di copertura a base di mancozeb, metiram o zolfo.
Come si manifesta
L’escoriosi è una malattia conosciuta da lungo tempo e nota anche come necrosi corticale.
La virulenza di Phomopsis viticola può variare di anno in anno in funzione delle condizioni ambientali e del grado di recettività dei diversi vitigni.
A questo proposito le varietà maggiormente interessate dalla fitopatia sono:
- Montepulciano d’Abruzzo,
- Italia,
- Pergolone,
- Vermentino,
- Regina,
- Cardinal,
- Ohanez,
- Sangiovese.
In Italia le regioni in cui sono segnalate con maggiore frequenza epidemie di escoriosi sono: Liguria, Abruzzo, Puglia, Lazio, Campania e Sardegna.
I sintomi prodotti dall’escoriosi interessano diversi organi della vite ma quelli maggiormente colpiti sono i tralci di uno e due anni sui quali, durante la fase del riposo vegetativo, si possono osservare lungo la loro lunghezza delle marezzature brunastre o violacee, a volte confluenti e costellate di tacche chiare di varie dimensioni.
Queste zone infette sono localizzate inizialmente alla base dei tralci, nella zona del primo internodo, successivamente possono estendersi agli internodi superiori.
Altro sintomo caratteristico è l’imbiancamento dei tralci e la presenza sugli stessi di caratteristiche fessurazioni e di numerosi corpi fruttiferi (picnidi) di colore nero, erompenti dal tessuto corticale.
tab. 1 - I prodotti contro l’escoriosi della vite | |
Principio attivo (%) | Dose (g o cc/hl) |
Olio minerale paraffinico 41,3 | 5000 |
Mancozeb 75 | 250 |
Metiram 71,2 | 300 |
Metiram 55+Pyraclostrobin 5 | 1,5-2 kg/ha |
Zolfo 60 | 600 |
Articolo pubblicato sulla rubrica L'occhio del Fitopatologo di Terra e Vita