La brunissure si manifesta durante la maturazione, nel corso di stagioni assolate e su viti cariche di uva.
La sintomatologia è caratterizzata da tacche brunastre che, successivamente, fanno assumere all’intera superficie della foglia una colorazione scura. Sono interessate dapprima le foglie basali del tralcio. Le uve hanno un gradiente zuccherino più basso; l’agostamento è irregolare e le viti risultano maggiormente sensibili alle gelate invernali e germogliano con ritardo. La colorazione scura è da ricondurre a un accumulo di zuccheri nella foglia che, non potendo essere traslocati per deficienza degli elementi di trasporto (in particolare potassio), si accumulano e stimolano il metabolismo secondario e la sintesi di composti fenolici (antociani). L’andamento della fisiopatia nel vigneto è del tutto casuale; varia a seconda delle condizioni del terreno e risulta più accentuata nelle zone sottoposte a ingenti asportazioni di suolo nel corso dei lavori di spianamento.
L’importanza del potassio
La causa principale è da ricercare nella elevata produzione e conseguente maggiore richiesta di elementi nutritivi, in particolare del potassio. La carenza dell’elemento nelle foglie può avere cause diverse: terreni naturalmente carenti di potassio o presenza eccessiva di argilla che lo immobilizza; siccità prolungata che impedisce il regolare assorbimento del potassio; carica di grappoli troppo elevata, in particolare nei vigneti giovani dove le riserve sono basse e, dunque, le corte radici non riescono a esplorare un ampio volume di terreno. La suscettibilità del vitigno alla brunissure assume rilevante importanza: Cabernet S., Marzemino, Merlot, Pecorino risultano più sensibili, in particolare se innestati su 420 A, 1103 P, 99R e 3309 C.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Gestione non equilibrata
Dapprima considerata come conseguenza di un attacco di cocciniglia, solo successivamente è stata inquadrata come fisiopatia da deficienza nutrizionale, in particolare da potassio carenza.
In un quadro eziologico più allargato è da ricollegare direttamente a un eccesso di produzione e all’impossibilità della pianta di ricostituire i depositi di amido; è accentuata dalla carenza di potassio, in particolare in tutte quelle situazioni dove l’elemento viene assorbito con difficoltà (siccità, piante giovani ecc.).
La comparsa della brunissure nei vigneti è un “campanello di allarme” di eccessiva produzione o, meglio, di uno squilibrio fisiologico della pianta che può condurre a deprezzamenti qualitativi delle uve prodotte (zuccheri, acidità, polifenoli), scarso accumulo di sostanze di riserva negli organi perenni e irregolare germogliamento nell’anno successivo (germogli corti ed esili). I trattamenti fogliari a base di potassio possono essere utili ma non sono risolutivi.
È necessario mettere in atto tutti quegli interventi “regolatori” per riportare la pianta a un giusto equilibrio vegeto-riproduttivo: concimazioni, potatura verde e secca, diradamento dei grappoli ecc.
Coltivo ha8 di vigna