Promuovere e rilanciare la vocazionalità vitivinicola della Valle d’Itria, soprattutto nel comparto dei “bianchi”, con particolare attenzione alla sua recente classificazione in zona infetta da Xylella fastidiosa e ai rischi legati al riscaldamento globale. Sono le finalità del progetto pilota “RiViVi - Rilancio della vitivinicoltura in Valle d’Itria - Zonazione viticola e sviluppo di strumenti per la sostenibilità, la valorizzazione delle risorse territoriali emitigazione degli effetti del cambiamento climatico nel territorio della Valle d’Itria”.
RiViVi Valle d’Itria per territorio di grande tradizione vitivinicola
L’ambizioso progetto RiViVi Valle d’Itria, ideato e coordinato dall’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Cnr di Bari (Cnr-Ipsp) e reso possibile dalla volontà e dal cofinanziamento della Regione Puglia (Lr. n. 32/2022 art. 45), si svilupperà nel triennio 2024-2026 coinvolgendo cinque partner locali e regionali su sette azioni prioritarie, ha informato Pierfederico La Notte, ricercatore del Cnr-Ipsp di Bari e responsabile scientifico del progetto, illustrandone finalità, organizzazione, azioni e risultati attesi nel corso della presentazione a Locorotondo (Ba) presso l’Istituto Tecnico Agrario “Basile Caramia - Gigante”.
«La Valle d’Itria, altrimenti detta Valle dei Trulli, è un territorio che coincide con la parte meridionale dell’altopiano delle Murge, a cavallo fra la città metropolitana di Bari e le province di Brindisi e Taranto e corrisponde, in senso stretto, alla depressione carsica che si estende fra gli abitati di Alberobello, Locorotondo, Cisternino e Martina Franca.
Questo territorio vanta una lunga tradizione vitivinicola, tanto che annovera la Dop Martina Franca, la Dop Locorotondo e l’Igp Valle d’Itria e vitigni di pregio come il Verdeca, il Bianco d’Alessano e numerosi altri. Attualmente presenta diverse numerose criticità, strutturali, produttive e di mercato, ma anche dei punti di forza su cui impostare il futuro della vitivinicoltura della Valle d’Itria».
Criticità e punti di forza della vitivinicoltura in Valle d'Itria
Criticità strutturali:
- piccola dimensione aziende
- elevata età produttori
- maggiori costi impianto e gestione vigneti
- perdita diritti impianto
Criticità produttive:
- scarsità materie prime nuovi vitigni/cloni
- indisponibilità quote/diritti impianto
- disciplinari Doc da razionalizzare
- scarsa attrattività per investimenti esterni.
Criticità di mercato/promozione:
- scarsa notorietà dei nuovi vini/vitigni
- scarsa capacità penetrazione/presenza in nuovi mercati
- scarsa sinergia con turismo/ristorazione locale
- scarso sfruttamento potenziale enoturistico.
Punti di forza:
- nuovi vitigni locali registrati e nuovi vini
- Igt con prodotti unici e grande potenziale
- turismo consolidato nell’area
- notorietà nazionale e internazionale del paesaggio dei trulli
- competenze e infrastrutture per ricerca e formazione
- esperienze consolidate nella zonazione (Cnr, Crsfa)
- aumento dei consumi di vini bianchi e bollicine.
I risultati previsti del progetto RiViVi Valle d’Itria
«Il progetto RiViVi Valle d’Itria, attraverso un approccio partecipativo aperto al coinvolgimento dei molteplici portatori di interesse territoriali, mira - ha rilevato La Notte - al raggiungimento di importanti risultati innovativi:
- la prima meso-zonazione viticola dell’area secondo le procedure ufficiali dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv);
- una nuova strategia di rilancio/sviluppo basata sulla sinergia viticoltura-turismo-paesaggio-ambiente;
- un’infrastruttura capillare di ricerca con campi sperimentali realizzati in aziende agricole;
- l’avvio, a partire dai vitigni autoctoni, di un programma di breeding per la costituzione di varietà resistenti/tolleranti alle malattie;
- la valorizzazione di germoplasma autoctono attraverso lo sviluppo di strumenti di promozione/comunicazione per favorire la conoscenza dei prodotti, l’enoturismo e l’attrazione di nuovi investimenti».
Cinque partner di ricerca e sette azioni prioritarie
Il progetto RiViVi Valle d’Itria coinvolge cinque partner locali e regionali:
- Centro di ricerca, sperimentazione e formazione in agricoltura “Basile Caramia” (Crsfa) di Locorotondo (Ba)
- Agribusiness School – ITS Academy AgriPuglia
- Upal (Unione produttori agricoli locali) Cantina sociale di Cisternino
- Sinagri srl (spin off dell’Università di Bari)
- Università del Salento
Ed ecco le sette azioni prioritarie:
- analisi comparto e sviluppo strategia;
- studio zonazione viticola;
- sviluppo strumenti rilancio comparto;
- rete pilota vigneti sperimentali;
- miglioramento genetico per la resistenza;
- interventi di adattamento ai cambiamenti climatici;
- comunicazione e disseminazione dei risultati.
Punti di forza del progetto RiViVi Valle d’Itria
Numerosi sono i punti di forza del progetto RiViVi Valle d’Itria, ha infine sottolineato La Notte. «Questo progetto è innovativo per molte ragioni:
- considera e affronta le principali criticità attuali in modo integrato e multidisciplinare;
- intende preparare il territorio ad affrontare sfide future;
- coinvolge direttamente in modo partecipativo tutti gli attori del territorio;
- utilizza informazioni e dati già disponibili in sinergia con altri servizi e progetti (pregressi e in corso);
- punta a migliorare promozione/notorietà dei vini, capacità di penetrazione apertura di nuovi mercati, redditività e attrattività degli investimenti;
- rappresenta un modello pilota innovativo da estendere e replicare in altri territori pugliesi».