Dove non potette l’uomo, riuscì la natura. È riassumibile in queste parole l’andamento dell’annata 2023 per l’uva da tavola in Puglia, secondo Giacomo Suglia, amministratore della Ermes snc di Noicàttaro (Ba) e presidente dell’Associazione produttori esportatori ortofrutticoli (Apeo).
«È stata un’annata strana e straordinaria nello stesso tempo. L’andamento meteorologico primaverile fuori norma, caratterizzato da piogge insistenti ed elevata umidità, ha inciso fortemente sulla produzione, riducendola del 35-40%. I teli plastici hanno salvato le viti dagli attacchi di peronospora. Ma la fioritura e l’allegagione hanno risentito pesantemente del meteo anomalo che ha segnato aprile, maggio e metà giugno».
Uva da tavola in Puglia, bassa quantità, alta qualità
Quantità in calo, ma qualità alle stelle, sottolinea Suglia.
«Da metà giugno fino a ottobre l’andamento meteo è cambiato totalmente, posizionandosi stabilmente sul bel tempo. Caldo secco e temperature elevate, nonché la disponibilità di acqua irrigua, hanno favorito la formazione di uva da tavola dalle ottime caratteristiche organolettiche e sana, perché abbiamo potuto evitare i trattamenti fitosanitari che altri anni ci impone il meteo caldo-umido. E, siccome l’unica regola sovrana sul mercato è quella della domanda e dell’offerta, avendo minore disponibilità di prodotto abbiamo potuto vendere l’uva a prezzi migliori delle ultime annate, che ci hanno permesso di coprire i costi e guadagnare qualcosa».
Uve senza semi, sorpasso su quelle con i semi
Ma il 2023, oltre a invertire la rotta della crisi commerciale del comparto, palesatasi robustamente nelle ultime annate, ha segnato in Puglia anche il sorpasso delle uve senza semi su quelle con i semi.
«Quest’anno le uve seedless hanno costituito il 55-60% dell’offerta pugliese di uva da tavola, le uve con semi, le storiche Italia, Victoria, Red Globe, Regina, Michele Palieri e poche altre, il 40-45%. E tutte le varietà, per la relativa scarsità dell’offerta, hanno avuto un mercato soddisfacente. Fino a metà settembre abbiamo recuperato i costi di produzione, da metà settembre a fine ottobre abbiamo guadagnato. Dopo tanti anni difficili, il comparto ha preso finalmente un po’ di respiro».
Uva da tavola coerente con tutta l’ortofrutta
Per Suglia l’andamento della produzione e del mercato dell’uva da tavola è stato coerente con quello dell’intero comparto ortofrutticolo.
«Tutte le referenze hanno registrato cali più o meno consistenti di rese per ettaro, ciò ha influito positivamente sul mercato. Le ortive raccolte da gennaio ad aprile sono andate bene, così pure le angurie. Le ciliegie hanno registrato ottimi prezzi, così l’uva e persino le olive.
Dobbiamo altresì considerare che questa è stata, per tanti versi, un’annata strana e straordinaria, che quasi sicuramente non si ripeterà nel 2024. Tutte le difficoltà del comparto rimangono in piedi, e su esso pesa il calo del potere d’acquisto dei consumatori. Perciò, se da un lato siamo contenti, dall’altro rimaniamo vigili nell’affrontare le criticità del comparto, come il forte aumento dei costi di produzione, la difficoltà di reperire manodopera e la debolezza della domanda. Converrà, se il meteo non ci “aiuta” ancora, prendere consapevolezza che occorre diminuire l’offerta garantendo comunque una qualità molto elevata».