Uvapulia punta su cinque varietà apirene made in Puglia

    Uvapulia
    Il progetto Uvapulia si basa su cinque nuove varietà apirene, di cui tre già registrate e coltivabili, Apulia, Fiammetta e Luisa (nella foto), e altre due in fase avanzata dell’iter di approvazione, tutte ottenute dal costitutore Stefano Somma e gestite da Grape&Grape Group
    Il progetto Uvapulia intende fornire ai produttori locali varietà di uva da tavola pronte per essere impiantate e accompagnate da linee guida di produzione

    Ottimizzare le pratiche agronomiche di varietà di uva da tavola apirene ottenute e selezionate in Puglia, fra le quali tre già riconosciute dall’Unione europea e regolarmente iscritte nel registro nazionale delle varietà. È l’obiettivo che si pone il progetto Uvapulia, finanziato nell’ambito del Psr Puglia 2014-2020 Sottomisura 16.2 “Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie”.

    In pratica, fornire ai produttori locali varietà di uva da tavola con la formula “chiavi in mano”, cioè pronte per essere impiantate e accompagnate da linee guida di produzione specifiche per ognuna di esse, messe a punto e tarate negli ambienti pedoclimatici pugliesi.

    Uvapulia punta sui bisogni delle aziende agricole

    Apulia
    Apulia

    L’idea progettuale è stata elaborata dal confronto sui fabbisogni territoriali del comparto dell’uva da tavola espressi dalle aziende agricole aderenti al gruppo operativo: Grape&Grape Group (capofila del progetto), Dr. Franco Pignataro, Op Pignataro, Società agricola Difesa di Canneto di Del Core Massimiliano, Società agricola Santa Candida di Scagliusi Francesco e Op Agritalia.

    Ad un anno dall’avvio ufficiale del progetto Uvapulia, i partner del gruppo operativo hanno fatto il punto nella conferenza di presentazione, illustrando gli obiettivi e presentando i primi risultati raggiunti e il loro impatto sul territorio. Gli enti di ricerca (Università di Foggia e Università di Torino), coordinati dalla professoressa Laura de Palma, docente dell'Università di Foggia, in qualità di responsabile tecnico-scientifico del progetto, hanno elaborato un programma sperimentale finalizzato a un’innovazione di processo che risponda alle esigenze economiche, ambientali e sociali di cui il comparto ha bisogno.

    Le attività sperimentali si svolgeranno presso le aziende agricole partner con il supporto di Ag Coop. Le innovazioni sperimentate nell’ambito del progetto saranno valutate attraverso l’analisi sulla redditività a cura di Aretè srl mentre Alimenta srl si occuperà dell’analisi d’impatto ambientale. La società Cassandro srl e il DARe Puglia (Distretto Agroalimentare Regionale) sono invece responsabili delle attività di comunicazione e divulgazione.

    Ottimizzare impiego e fruizione di nuove apirene

    Fiammetta
    Fiammetta
    Fiammetta
    Fiammetta

    «L’attività progettuale mira a ottimizzare l’impiego e la fruizione di nuove varietà apirene di vite a uva da tavola apirene pugliesi lungo il percorso che va dal campo alla tavola – ha illustrato  de Palma –. È un’attività non solo incentrata sulle pratiche colturali viticole, ma volta anche ad abbracciare tutto l’arco che va dall’adattamento ambientale, con un occhio particolare all’impiego della risorsa idrica, alle caratteristiche qualitative e nutrizionali delle uve prodotte e alla risposta alla frigoconservazione, per fornire una sorta di disciplinare di produzione o dei vademecum cultivar specifici.

    Lo studio comprende anche l’analisi ambientale, la valutazione dell’impatto economico, l’analisi di mercato e l’analisi della filiera dell’uva da tavola pugliese. Il progetto si basa su cinque cultivar, di cui tre già registrate e coltivabili, Apulia, Fiammetta e Luisa, e altre due in fase avanzata dell’iter di approvazione, tutte ottenute dal costitutore Stefano Somma e gestite da Grape & Grape Group».

    Uvapulia lavora al risparmio della risorsa idrica

    Luisa
    Luisa

    Lo studio sull’adattamento ambientale e sull’impiego della risorsa idrica da parte di queste nuove cultivar, ha aggiunto de Palma, parte dal monitoraggio dello stato funzionale della vegetazione, cioè dalla capacità fotosintetica, dall’intensità di traspirazione, dalla valutazione dello stato nutrizionale e dello stato idrico delle singole viti campionate in più zone del vigneto per valutare la risposta idrica dei singoli genotipi sia per i diversi parametri citati sia attraverso appropriati indici ecofisiologici.

    «Parallelamente a questo studio abbiamo acquisito anche immagini satellitari georeferenziate della riflettanza della vegetazione con cui si possono effettuare stime per macroporzioni di vigneto individuate intorno alle viti campionate. E allora, mettendo in relazione misure puntiformi e misure prese su più larga scala si ottengono maggiori informazioni e anche molto più significative.

    Il progetto prevede che nel secondo anno, in funzione dei risultati ottenuti, si realizzino variazioni delle pratiche colturali, in particolare per l’apporto idrico, in modo da migliorare l’utilizzo della risorsa idrica, particolarmente importante in Puglia. In sostanza, stiamo mettendo a punto un sistema di valutazione nelle condizioni reali delle aziende che coltivano le nuove varietà. Utilizzando dei metodi di precisione vogliamo individuare come possiamo ottimizzare la fruizione delle nostre nuove varietà».

    Studio delle caratteristiche qualitative, nutrizionali…

    Apulia
    Apulia

    A questa prima parte dello studio, segue una seconda, curata da Vittorino Novello, docente dell’Università di Torino, che studia le loro caratteristiche qualitative, nutrizionali, organolettiche e aromatiche.

    «Il nostro lavoro scientifico si concentra sulle analisi delle uve ottenute con le variazioni colturali realizzate nei vigneti in prova, riguardanti in particolare l’apporto idrico. Le uve verranno analizzate per l’aspetto estetico, le proprietà textorometriche, i caratteri sensoriali, gli aromi, il potenziale antiossidante in termini di polifenoli, parametro importante per la valorizzazione di queste nuove varietà, in maniera da arrivare a stabilire pregi di queste uve che possono essere messi in evidenza nei programmi di marketing.

    Analizzeremo i diversi tipi di calcio presenti nelle bucce delle uve perché la presenza di calcio è molto importante in relazione sia alla suscettibilità delle uve nei confronti dei patogeni sia alla conservabilità. Infine alcuni campioni di uve verranno analizzate subito dopo la raccolta per fare il punto sulla loro qualità e poi messi in cella presso le aziende che le producono in modo da valutarne la conservabilità nel tempo.

    In più abbiamo pensato di modellizzare in maniera fotogrammetrica tridimensionale i grappoli per valutare le variazioni dei rapporti grappolo-rachide, ecc., durante la conservazione per stabilire delle guide per la conservabilità di queste cinque varietà. Così alla fine del progetto stileremo per ogni varietà delle linee guida per la loro coltivazione e conservazione».

    Uvapulia punta su cinque varietà apirene made in Puglia - Ultima modifica: 2021-03-07T21:53:06+01:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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