Buona qualità, ma volumi in calo del 15-20% rispetto alla media a causa delle anomalie climatiche, siccità su tutte. Sul peso dei grappoli e sul loro numero hanno inciso anche gelate primaverili, grandinate e picchi di temperatura estivi. Questo il responso che arriva dalle principali regioni vitivinicole italiane nei giorni in cui prende il via la vendemmia 2021, in ritardo di circa una settimana rispetto al calendario consueto.
Il punto sulle previsioni vendemmiali in Veneto, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia e Sicilia (oltre che in Francia e Spagna), è stato fatto durante la 47esima edizione del Trittico Vitivinicolo veneto organizzato da Veneto Agricoltura. L'evento si è svolto anche quest'anno sulla piattaforma digitale Zoom per rispettare le regole sul distanziamento sociale imposte dalla pandemia.
1. Piemonte, ustioni sui grappoli di Barbera e Moscato
«Tra i filari del Piemonte la fioritura e l'invaiatura hanno registrato una settimana di ritardo rispetto alla media del periodo – ha spiegato Michele Vigasio dei Vignaioli piemontesi – dal punto di vista pluviometrico l'annata è caratterizzata da assoluta scarsità idrica con soli 10 millimetri caduti in marzo e dai 400 ai meno di 200 millimetri caduti da aprile a oggi, con più abbondanza nella parte Nord della regione e più scarsità nella zona a Sud di Alba».
«Dal punto di vista sanitario, in generale la pressione di peronospora e oidio quest'anno è stata minore, con qualche distinguo – ha precisato Vigasio –. C'è stata una presenza importante di oidio e nottue nella zona Sud-est, quella del Moscato». Nel Nord Piemonte è stata segnalata la presenza del coleottero Polilia japonica, con anche 90-100 esemplari per pianta che provocano una defogliazione importante.
Iniziata intorno al 25 agosto (con circa dieci giorni di ritardo rispetto alla data abituale) la raccolta delle uve Pinot e Chardonnay per le basi spumante. Nei prossimi giorni inizierà la raccolta dei moscati in linea con la norma. I nebbioli sono leggermente in ritardo. Per quanto riguarda le quantità, si prevede un -15% rispetto al 2020. Su questo dato hanno inciso molto le ustioni registrate sulle uve Barbera e Moscato causate dai picchi di temperature di Ferragosto, con 39° C registrati nell'Alto Monferrato e anche la siccità. «Ma se non pioverà nella prima decade di settembre è probabile che si arrivi a un -20%» ha avvertito Vigasio.
2. Veneto in allarme per la flavescenza dorata
Nel vigneto veneto si registra un ritardo medio di inizio vendemmia di 8-10 giorni rispetto allo scorso anno. Un calo complessivo della produzione di circa il 10%, con punte anche superiori in alcune aree colpite da pesanti grandinate e dalle gelate tardive di aprile. Stato sanitario delle uve al momento ottimale. La produzione di uva quest’anno dovrebbe arrivare a 12,5 milioni di quintali, contro i 14.039.000 milioni del 2020.
«Sulla qualità si gioca tutto nelle ultime settimane – ha detto Diego Tomasi del Crea Ve di Conegliano – ma la recrudescenza della flavescenza dorata ci deve allarmare. I viticoltori devono essere più attenti in vigneto per monitorare la situazione. E poi forse vigneti troppo fitti favoriscono la presenza di ospiti poco graditi».
Anche la Glera risulta essere mediamente meno carica in termini di quantità di grappoli sulla pianta. Ma se sarà aiutato dalle piogge pre vendemmiali questo vitigno potrebbe riassestare la propria produzione su valori quasi normali. Complessivamente nella Marca si stima una produzione inferiore di circa il 10% rispetto al 2020, in piccola parte compensata dall’entrata in produzione di nuovi vigneti (circa 2-3%).
3. Lombardia, Franciacorta in affanno
Dal punto di vista meteorologico l'annata è iniziata in ritardo per colpa delle basse temperature di aprile e maggio. Ad aprile c'è stata anche una gelata diffusa su tutto il territorio regionale che ha creato problemi soprattutto in Franciacorta. Nell'Oltrepò Pavese c'è stato un diffuso stress idrico durante tutta l'estate.
«Dal punto di vista sanitario la situazione è abbastanza tranquilla – ha affermato Lorenzo Craveri di Ersaf Lombardia – anche se qua e là si segnalano attacchi di peronospora e nell'Oltrepò Pavese presenza di tignoletta di seconda generazione, ma fondamentalmente è stato un anno più di oidio, anche se non ha creato particolari problemi».
Tra il 18 e il 22 agosto è iniziata la vendemmia delle basi spumante in Franciacorta e in Oltrepò, con dieci giorni di ritardo rispetto al solito. «Le rese sono decisamente scarse in Franciacorta, attorno al -30% – ha detto Craveri – mentre in Oltrepò le perdite sono nell'ordine del 10-20%. In Valtellina non è ancora completata l'invaiatura. In generale si può definire un'annata molto problematica per la Franciacorta – ha concluso Craveri – migliore rispetto al 2020 in Valtellina, peggiore in Oltrepò Pavese».
4. Emilia-Romagna, produzione giù, ma ottima qualità
«In Emilia-Romagna la stagione viticola è stata funestata da fenomeni meteorologici estremi – ha sottolineato Giovanni Nigro del Centro ricerche produzioni vegetali –. Nel 2021 si sono susseguite ondate di caldo anomalo in inverno, mentre a fine aprile gelate tardive hanno colpito a macchia di leopardo. I vigneti hanno risentito anche delle scarse precipitazioni, manifestando gravi sintomi di stress idrico».
Più che buona invece la situazione fitosanitaria. Non sono stati segnalati gravi attacchi di peronospora e oidio. Buona la maturazione delle uve, anche se in ritardo di circa una settimana rispetto al 2020. Sia per le varietà bianche precoci, sia per le varietà a bacca nera tardive.
«Dai primi conferimenti in cantina il calo produttivo medio è previsto intorno al 25-30% – ha fatto sapere Nigro – in particolare per il Lambrusco Grasparossa si stima un calo del 40%. Per Trebbiano e Sangiovese al momento si prevede un -20-25% rispetto all'anno scorso. La qualità è però ottima».
5. Toscana, Sangiovese azzoppato dal gelo di aprile
Anche in Toscana la stagione vegetativa si è aperta con una forte gelata, con temperature minime di -5 e -7° C che hanno danneggiato le varietà più precoci come il Sangiovese. La stagione è continuata con un ritardo vegeto-produttivo che si è protratto fino a fine luglio. In agosto ci sono state ondate di calore con temperature oltre i 35° C per diversi giorni, che, unite alle scarse precipitazioni sono state fonte di stress per le piante.
Sulla costa è già iniziata la raccolta delle uve Merlot e delle altre varietà precoci. A metà settembre inizierà la vendemmia del Sangiovese.
«Dal punto di vista fitosanitario si sono registrati diversi attacchi di tignola – ha precisato Paolo Storchi del Crea Viticoltura di Arezzo – qualche presenza di oidio, praticamente assente la peronospora. La produzione è prevista in calo, soprattutto quella del Sangiovese nella zona del Chianti dal 20 al 30%, e in misura leggermente inferiore negli altri comprensori».
6. Puglia, annata siccitosa
Al di là di qualche piccolo problema creato dal gelo del 9 aprile e delle grandinate del 19 aprile, sono state siccità e alte temperature a creare difficoltà. «In quattro mesi, da maggio a oggi sono caduti solo da 10 a 30 millimetri di pioggia – ha spiegato Gianvito Masi del Crea viticoltura di Turi (Ba) – e si sono persi 14 milioni di metri cubi d'acqua negli invasi. Dal punto di vista sanitario è stata un'annata tranquilla. Qualche attacco di tignoletta e oidio ma con danni molto limitati. Ora però bisognerà stare attenti alla tignola rigata per le varietà tardive».
La produzione è prevista eccellente per le uve a bacca rossa, mentre si suppone qualche problema di acidità e sul quadro aromatico per quelle a bacca bianca. «Dalle vendemmie fatte finora si sono registrati dai 18 ai 19 gradi Babo per le uve Chardonnay e Moscato – ha informato Masi – per il Primitivo dai 15 ai 19 gradi Babo a seconda del comprensorio e da 15 a 16 per il Nero di Troia».
Siccità e alte temperature hanno inciso sulle rese. Negli impianti dotati di irrigazione i danni sono stati contenuti intorno al 10%, negli altri sono più importanti.
7. Sicilia, l'ondata di caldo ha rotto l'incantesimo
In Sicilia l'annata viticola è stata tranquilla fino alla fine di luglio. Nessun problema climatico o di malattie fungine. Poi sono bastati dieci giorni di caldo "infernale" nella prima metà di agosto per rimettere tutto in discussione. «Prevediamo un calo produttivo del 20% rispetto alle previsioni di qualche mese fa – specifica Leonardo Taschetta di Irvo Sicilia – poi dipende se i vigneti sono irrigui o meno. Dai primi si riuscirà a tirare fuori quantità e qualità, per i secondi la vedo molto dura».
8. Francia, vendemmia scarsa a causa del gelo primaverile
«Le gelate primaverili che hanno colpito tutte le regioni viticole del Paese hanno fortemente compromesso la produzione – ha fatto sapere Gabriele Castelli di Federvini – le prime stime diffuse dal ministero dell'Agricoltura parlano di una vendemmia compresa tra i 32 e i 35 milioni di ettolitri. Dobbiamo risalire al 2017 o al 1991 per trovare quantità così scarse». Il calo rispetto al 2020 si aggira tra il 20% nella migliore delle ipotesi e fino al 30% nelle peggiori.
Borgogna e Valle del Rodano le zone più colpite dal gelo. Chardonnay e Merlot le varietà che ne hanno risentito di più. Anche dal punto di vista sanitario le cose non sono andate bene. Peronospora e oidio hanno colpito duro, oltre ad alcune manifestazioni di botrite e black rot (marciume nero).
In Champagne si prevede una produzione inferiore del 30% rispetto al 2020.
9. Spagna, brutta sorpresa sui volumi
«In Spagna le cooperative si aspettano un calo produttivo importante rispetto al 2020 – ha spiegato il giornalista Jorge Jaramillo – ci sono state grandinate e nevicate che hanno compromesso i raccolti. La vendemmia è iniziata per le varietà precoci nel Sud del Paese. In Castilla La Mancha si comincerà da settembre a raccogliere le uve a bacca rossa come Tempranillo e poi con le bianche».
Si pensa che la produzione non possa raggiungere i 40 milioni di ettolitri. Positivi invece gli indicatori di mercato, con vendite in aumento e giacenze in calo.