La scelta della forma d’allevamento del ciliegio è oggi uno degli aspetti fondamentali per la redditività di una coltura che garantisce utili non solo in funzione dei propri costi di produzione ma anche, e soprattutto, a seconda delle caratteristiche qualitative del prodotto. La pezzatura in modo particolare, ma indirettamente anche i tempi di raccolta, da soli possono fare la differenza. La scelta del sesto di impianto oltre ad influenzare i costi dell’investimento iniziale, e quindi la relativa quota di ammortamento, vincola i cerasicoltori alla scelta del portinnesto e della varietà ideale ad esprimersi nelle determinate condizioni di spazio che si andranno ad individuare. Scelte che conseguentemente diventano di indirizzo anche per la tipologia di struttura di protezione e, in particolar modo, del suo costo. La riduzione dei sesti fra le file porta a un necessario abbassamento dell’altezza della parete vegetativa che oltre a rendere la struttura più gestibile, anche relativamente ai sistemi di protezione antipioggia e antinsetto, contribuisce a non aggravare i costi in modo sensibile. L’infittimento del numero di piante lungo la fila invece, ricercato per ottenere una più precoce entrata in piena produzione sfruttando al meglio il periodo con elevata qualità della pezzatura, comporta investimenti iniziali fortemente differenziati in funzione del numero di piante/ha che si utilizzeranno. La minore durata nel tempo degli impianti fitti che aggrava gli oneri di ammortamento deve però essere valutata anche in funzione dei migliori tempi di raccolta realizzabili su sistemi a taglia ridotta.
Leggi l'articolo completo su Terra e Vita n. 22/2015 L'Edicola di Terra e Vita