La fertirrigazione è una tecnica colturale che ha molti vantaggi, ma anche alcuni svantaggi. Tra i primi si possono elencare: una maggiore efficacia della concimazione, un aumento delle rese produttive, una riduzione del consumo di fertilizzanti in seguito alla distribuzione localizzata e alla maggiore uniformità di spargimento, un minore inquinamento delle falde a motivo della riduzione dell’uso e della lisciviazione dei fertilizzanti (azoto, in primis), un miglioramento qualitativo delle produzioni, un risparmio nei costi della manodopera con la possibilità di effettuare operazioni più veloci e automatizzabili, la possibilità di intervenire con rapidità nella cura e nella prevenzione delle fisiopatie attraverso la distribuzione dei giusti correttivi. Ma, introdurre questa tecnica in azienda, significa anche affrontare costi economici per la predisposizione degli impianti di miscelazione; avere la disponibilità di personale adeguatamente formato e preparato; rischiare concimazioni insufficienti, soprattutto nelle colture di pieno campo, nel caso di stagioni particolarmente piovose.
Per approfondire queste tematiche, con particolare riguardo all’orticoltura, il Servizio fitosanitario e chimico, ricerca, sperimentazione e assistenza tecnica dell’Ersa del Friuli-Venezia Giulia, ha recentemente organizzato un incontro con l’agronomo Marco Valerio Del Grosso, libero professionista di Salerno, fondatore e presidente di Antesia (Associazione nazionale tecnici specialisti in agricoltura).
Del Grosso ha sottolineato l’importanza di conoscere il valore della conducibilità elettrica (EC) delle soluzioni e dei terreni. Premesso che la conducibilità elettrica è la capacità di una soluzione di trasmettere corrente elettrica, l’acqua distillata ha conducibilità zero mentre l’acqua del Mediterraneo, ad esempio, ha una EC di circa di 60 mS/cm a 25 °C.
La conducibilità è un parametro fondamentale per la gestione della fertirrigazione, ed è uno dei valori importanti da conoscere e gestire per indirizzare la pianta verso le esigenze produttive aziendali. In pratica, più è alto il valore della conducibilità (salinità) del terreno, meno la pianta assorbe acqua, fino, in casi estremi, a morire. Con una EC alta, si avranno frutti di minore dimensione (con, ovviamente, una produzione quantitativamente più ridotta), ma più colorati, saporiti e con una shelf life più lunga. Gli internodi saranno più corti e gli attacchi parassitari meno importanti.
Adattamento alle varie situazioni
La fertirrigazione consente di gestire la conducibilità e, di conseguenza, di adattarla maggiormente alle piante a seconda dell’andamento stagionale, del tipo di terreno a disposizione, delle specie coltivate e dell’età delle piante. In caso di un decorso stagionale freddo, ad esempio, l’EC deve essere aumentata; il contrario con un clima caldo. Con terreni argillosi si deve adottare soluzioni con EC bassa che, invece, devono avere parametri maggiori in caso di terreno sabbioso. Alla semina, le piante gradiscono una EC bassa che cresce con il loro sviluppo e si riduce, di nuovo, alla maturità. Tra le orticole, le piante meno sensibili alla salinità sono il pomodoro e il peperone. La fragola, la cipolla e la lattuga, sono tra quelle maggiormente sensibili.
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