Nasce in Puglia «Save the olives», associazione onlus anti-Xylella (e contro i negazionisti). L'iniziativa è stata presentata a Lecce il 9 luglio, nella splendida cornice del cinquecentesco Palazzo Adorno, sede dell'amministrazione provinciale.
«Purtroppo la xylella - afferma Agostino Petroni, giovane imprenditore di Andria, presidente della neonata associazione - è tutt’altro che un’invenzione. L'avanzata del batterio killer va affrontata con competenza scientifica, come dimostrano le ricerche portate avanti da Cnr e Ciheam di Bari».
La difesa dell'economia rurale
Petroni, giovane e motivato laureato presso l'Università degli studi in Scienze gastronomiche di Pollenzo (Cuneo), titolare assieme alla famiglia della Biomasseria Lama di Luna in Località Montegrosso (Bat), è autore di "Memoria Nueva", un libro di denuncia in favore dell'economia rurale delle popolazioni indigene del Sud America, un caso letterario che racconta la sua esperienza di 4 mesi vissuti come ospite presso le comunità indigene di Brasile, Colombia e Messico.
Tornato a casa l'imprenditore si è reso conto della necessità di aprire un nuovo fronte di difesa dell'economia rurale anche in Puglia. Lama di Luna è infatti una tradizionale masseria del diciottesimo secolo, un tempo abitata dai coloni e mezzadri, oggi restaurata con bioarchitettura e feng-shui nel pieno rispetto del luogo e della sua storia, immersa in 210 ettari di paesaggio naturale, oliveti, ciliegeti, mandorleti e vigneti, tutti coltivati con metodo biologico e certificati ICEA. Un angolo di storia vigilato dalla sagoma contorta di olivi secolari ora messi a repentaglio dall'avanzata del temibile batterio di origine centro-americana.
Un movimento che punta a risvegliare le coscienze
«Save the olives» si è presentata come un movimento di opinione: ne fanno parte agronomi, artisti, agricoltori, ingegneri, studenti, businessmen, ricercatori e gente comune, tutti accomunati dall’amore per il proprio territorio. La sede ufficiale della nuova associazione sarà a Tricase, in provincia di Lecce. Tra coloro che hanno già aderito alla nuova associazione co sono anche alcuni artisti, fra cui l’attrice Helen Mirren e suo marito Taylor Hackford, che sul tema della Xylella sono particolarmente attivi avendo già più volte lanciato appelli alle istituzioni.
«Siamo lontani dalla politica e dalle polemiche - dice - , non crediamo alle idee di cospirazione. Crediamo solo che questo problema sia enorme e che vada affrontato con la giusta determinazione, facendo una corretta informazione e affidandosi al mondo scientifico».
Al tramonto il 21 luglio il Concerto dei cameristi della Scala
L'obiettivo dell'associazione è quello di unire coltura e cultura. Il suo esordio ufficiale sarà in pieno campo: il 21 luglio Save The Olives si presenterà al pubblico attraverso un grande charity event all’interno di un uliveto secolare – località Matine, nella campagna tra Tricase e Tiggiano (LE). Al tramonto si terrà il Concerto dei Cameristi della "Scala" di Milano, il primo di una serie di eventi atti a sensibilizzare il pubblico sul tema Xylella e a raccogliere fondi sulla ricerca. L’evento aperto al pubblico prevede anche la proiezione di "Mare d'Argento", cortometraggio di Carlos Solito. All’interno della serata verrà inoltre dato spazio ad alcune persone impegnate nella lotta alla Xylella fastidiosa da anni, affinché possano condividere i loro risultati per collaborare uniti con il fine di trovare una soluzione comune contro questa piaga.
I proventi della serata saranno impiegati per continuare a lavorare per informare, sensibilizzare e trovare una cura al batterio killer.
La conferenza stampa di presentazione dell’associazione si è tenuta alla presenza del presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, del sindaco di Tiggiano, Ippazio Morciano, e del Sindaco di Tricase, Carlo Chiuri, che ha messo a disposizione di «Save the olives» un locale, diventata la sede ufficiale dell’onlus.
Le adesioni delle aziende olivicole
Numerose le adesioni all'iniziativa da parte delle aziende locali. Masseria Faraona, azienda di Corato (Ba) produttrice di vino e olio, ha aderito all'iniziativa per «risvegliare le coscienze in merito alla Xylella fastidiosa». «Il batterio killer - si legge in un comunicato rilasciato dall'azienda - è un’apocalisse che si sta abbattendo sulla cultura mediterranea, sul patrimonio storico, paesaggistico e economico della Puglia: gli ulivi. È un dramma moderno che rischia di mettere in ginocchio l’economia e la storia di una regione intera».
Biomasseria Lama di Luna
Lama di Luna è una masseria del diciottesimo secolo abitata dai coloni e mezzadri, oggi restaurata in tre anni di lavoro minuzioso, con bioarchitettura e feng-shui nel pieno rispetto del luogo e della sua storia, immersa in 210 ettari di paesaggio naturale, oliveti, ciliegeti, mandorleti e vigneti, tutti coltivati biologicamente e certificati Icea. Aqua calda e riscaldamento dell'agriturismo sono assicurati da 48 pannelli solari, elettricità creata da 400 pannelli fotovoltaici. Nel pieno rispetto della originale struttura e delle nostre grandi tradizioni edili rurali la masseria è stata ristrutturata con malte e materiali naturali, con il riutilizzo totale dei materiali già presenti, antiche tavole, mattoni, infissi del 1800 ed altro materiale come la stessa terra rossa o gialla. Un progetto, quello della famiglia Petroni, che punta all'armonia con l'ambiente circostante. I suoi quaranta fumaioli, i suoi trulli sparsi e la sua grotta raccontano da soli la storia delle genti che hanno vissuto, lavorato, riposato in questo posto magico dal panorama infinito.
Masseria Faraona
L’azienda prende il nome da un’antica Masseria risalente al XIX secolo, ubicata all’interno del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, oggi splendida cantina produttrice di corposi vini rossi, aromatici bianchi e deliziosi rosati, nonché territorio di produzione dell’extravergine Masseria Faraona, da monocultivar Coratina, Nocellara, Peranzana, Picholine. La piuma, simbolo di Masseria Faraona, è un atto di riconoscenza verso il territorio in cui è incastonata e su cui si dispiegano i suoi vitigni autoctoni pugliesi. La sua culla è un territorio abitato da specie animali e vegetative, fra cui la faraona, animale combattivo ed elegante.
La tutela e la valorizzazione dei vitigni autoctoni è uno degli obiettivi a cui ogni giorno lavora Masseria Faraona affinché la loro storia ed essenza venga trasferita in succulenti calici di vino. Nero di Troia, Aglianico, Bombino Bianco, Bombino Nero e Pampanuto sono i vitigni molto antichi da cui Masseria Faraona ricava i suoi vini prestigiosi. La cultura contadina viene tramandata dall’azienda anche nella produzione di vellutati fruttati oli, dalle note aromatiche ora piccanti ora delicate, un idillio di sapori che rendono qualsiasi pietanza speciale.