La vendemmia entra nel periodo clou ma le modifiche alla disciplina delle prestazioni occasionali non solo non hanno reintrodotto i voucher, ma non stanno neppure semplificando la vita agli imprenditori del settore né, di conseguenza, producendo gli attesi effetti positivi a livello occupazionale. Un commento che arriva da Confagricoltira Cuneo. «Sono ancora troppe sottolinea Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte –le complessità burocratiche delle procedure con cui gli imprenditori del settore si devono confrontare e queste, di fatto, limitano fortemente l’utilizzo di questo strumento. Se si considera che l’agricoltura è costantemente condizionata da agenti atmosferici difficilmente prevedibili, sarebbe stato necessario prevedere uno strumento di più facile utilizzo e di immediata applicabilità».
"PrestO" non è per niente veloce
A parere della Confagricoltura cuneese il Decreto Dignità, nel rivedere la disciplina del contratto di prestazione occasionale, non ha adeguatamente snellito o semplificato gli adempimenti a carico delle aziende e dei lavoratori che sono rimasti i medesimi e con le stesse tempistiche. Sono diversi, infatti, gli aspetti critici che scoraggiano l’utilizzo del contratto PrestO (Prestazione Occasionale).
Gli aspetti più critici
Allasia ne cita alcuni:
- sia il datore di lavoro che il lavoratore sono obbligati a iscriversi sulla piattaforma Inps,
- l’azienda deve prevedere anticipatamente le ore di lavoro inerenti le prestazioni occasionali, comunicare in via telematica tutti i dati relativi alla prestazione e l’eventuale revoca della prestazione e versare i compensi mediante il modello F24;
- l’azienda, almeno un’ora prima dell’inizio della prestazione è tenuta a trasmettere le informazioni inerenti la comunicazione di inizio lavoro;
- coloro che lo scorso anno sono stati assunti come operai agricoli non possono essere assunti attraverso il PrestO;
- l’utilizzo di questo strumento è riservato solo alle imprese che hanno meno di 5 dipendenti, non considerando dunque le aziende più grandi e strutturate.
«Tutte queste condizioni - conclude Allasia- rallentano la programmazione delle aziende agricole e non rendono il nuovo strumento agile e flessibile a sufficienza per semplificare l’assunzione di manodopera in periodi limitati da parte delle aziende».