«I dati sulle esportazioni agroalimentari comunitarie verso il Canada diffusi dalla Commissione europea, che per l’Italia certificano un aumento del 7,4%, indicano con assoluta chiarezza che per il primario nazionale i risultati sono positivi e che gli allarmismi lanciati sul Ceta nei mesi scorsi sono ingiustificati e azzardati, dal momento che tali previsioni sono state categoricamente smentite dalle statistiche dell’esecutivo comunitario». Così si esprime il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari.
«Alla vigilia dell’anniversario dell’entrata in vigore in via provvisoria dell’accordo di libero scambio tra l’Unione europea e il Canada, i dati della Commissione Ue, realizzati sulla base delle ultime statistiche disponibili relative al periodo ottobre 2017-giugno 2018, indicano per il settore agricolo un aumento delle esportazioni del 29% per la frutta e la frutta secca, del 34% per il cioccolato e dell’11% per i vini frizzanti; per non parlare dei formaggi, che nel primo semestre del 2018 sono cresciuti del 19%, con Parmigiano Reggiano e Grana Padano che segnano un +7%», evidenzia il coordinamento, ricordando che il Ceta tutela ben 41 denominazioni italiane, pari a oltre il 90% del fatturato dell’export nazionale a denominazione d’origine nel mondo, ed elimina le tariffe doganali per il 98% dei prodotti che la Ue esporta verso il Canada.
«Il Ceta non è ovviamente privo di aspetti critici, sui quali occorre continuare a lavorare - afferma il coordinatore di Agrinsieme Franco Verrascina, ricordando che - per la ratifica non ci sono tuttavia scadenze e tempistiche precise e che quindi l'applicazione provvisoria può continuare a lungo».
«Nel frattempo, la Commissione Ue sta continuando a lavorare su ‘particolari questioni d’interesse’ dell’accordo, che saranno ad esempio oggetto di una riunione che si terrà il 26 settembre a Montreal» conclude Verrascina.