L’Europa progetta un settore agricolo attrattivo per i giovani

giovani
Nuove sfide e opportunità per l’agroalimentare nel programma di “visione” della Commissione. Se n’è discusso a Roma in occasione di un evento promosso dal presidente De Carlo e FederPrima

Un settore agroalimentare più attrattivo per i giovani, equo, sostenibile nel rispetto dei limiti planetari, competitivo: il nuovo programma della Commissione Ue al 2040, “Una visione per l’agricoltura e l’alimentazione. Realizzare insieme un settore agricolo e alimentare dell’Ue attrattivo per le generazioni future”, pubblicato lo scorso 19 febbraio, segna un cambio di rotta.

Della tabella di marcia che definirà le nuove sfide e opportunità che interesseranno il settore primario europeo se n’è discusso in Senato in occasione di un evento promosso dal presidente della Commissione Agricoltura del Senato della Repubblica Luca De Carlo, con la collaborazione di Federprima (la Federazione della prima trasformazione agroindustriale, costituita da Assalzoo, Assocarni e Italmopa e aderente a Confindustria).

giovani
Da sx: Luca De Carlo, Raffaele Nevi, Massimiliano Giansanti, Silvio Ferrari, Ettore Prandini, Angelo Frascarelli.

La priorità del ricambio generazionale

La nuova visione, come spiegato da Angelo Frascarelli dell’Università di Perugia, è importante perché definisce la cornice strategica della prossima riforma della Pac 2028-2034, orientandone obiettivi, strumenti e priorità.

Tra le priorità c’è sicuramente il ricambio generazionale che in Europa è pressoché assente. Partendo da questa consapevolezza, la Commissione intende rafforzare l’attrattività del settore agroalimentare europeo attraverso interventi mirati.

Come indicato dalla Commissione: «L'agricoltura deve avere la stabilità necessaria per incoraggiare i giovani a intraprendere la professione».

La visione Ue tra novità e conferme

Come analizzato da Frascarelli, tra le azioni principali, la Commissione pone una forte attenzione al reddito agricolo che deve essere equo e diversificato, attraverso ricavi di mercato, sostegno pubblico e altre fonti complementari.

Il sostegno della Pac sarà poi indirizzato agli agricoltori più bisognosi; il resto della Pac si concentrerà sugli ecoschemi, con un approccio basato su incentivi per le pratiche agroecologiche.

Inoltre, per tutelare la competitività del proprio settore agroalimentare -anche a livello globale- l’Europa metterà in campo una duplice strategia: una cooperazione globale e bilaterale con partner e organizzazioni internazionali per promuovere sistemi alimentari sostenibili in linea con l’Agenda 2030, dando priorità all’innalzamento degli standard globali, in particolare per i prodotti fitosanitari e il benessere animale, con una linea d'azione sulla reciprocità prevista per il 2025.

E, internamente, l’Ue garantirà che gli standard ambiziosi non comportino perdite economiche, ambientali o sociali e che il settore agroalimentare non subisca svantaggi competitivi senza corrispondente reciprocità, vietando l’ingresso dei pesticidi più pericolosi, già proibiti per motivi sanitari e ambientali.

Sostenibilità sì, ma non ad ogni costo

Per quanto riguarda il tema della transizione ecologica, l’Ue sembra “aggiustare” il tiro. Nel definire la strategia al 2040, la Commissione richiama l'obiettivo di neutralità climatica entro il 2050 e la lotta al degrado ambientale, anche riducendo l'uso di agrofarmaci dannosi e accelerando l'accesso al mercato dei biopesticidi, ma tali obiettivi devono essere compatibili con quelli economici e sociali.

Infine, oltre a valorizzare il cibo quale espressione autentica dei territori, la Commissione, per creare un ambiente favorevole all’economia agroalimentare europea, sosterrà ricerca, innovazione, conoscenza e competenze.

«La visione proposta dalla Commissione – come sottolineato da Frascarelli – è ampia, completa e ambiziosa, con molte conferme delle strategie attuali e alcuni nuovi approcci. Sul fronte della Pac si evince un sostegno più convinto al reddito per gli agricoltori più bisognosi -piccoli, giovani, aree svantaggiate- ed Ecoschemi. Inoltre, la politica commerciale dell’Ue sarà rafforzata per proteggere gli agricoltori dalla concorrenza sleale».

Infine, come evidenziato da Frascarelli, è interessante notare che «la comunicazione della Commissione non cita mai il Green Deal, la Farm to Fork e la parola “sostenibilità” è poco utilizzata. Ma gli obiettivi ambientali sono confermati, con una visione che utilizza parole come “un settore agroalimentare in armonia con la natura” che operi “nei limiti del pianeta ».

«Fiducia e vigile attesa»

«Fiducia e vigile attesa: questo è l’atteggiamento che dobbiamo avere verso il nuovo corso delle politiche agricole europee», ha detto Luca De Carlo. «A parole è finalmente finita l’epoca delle ideologie e delle fake news, ma non è più tempo di discorsi sui massimi sistemi: servono azioni concrete per produrre di più e meglio. L’Italia ha giocato e giocherà una parte importante: tradizione e innovazione, produzione e ricerca, giovani e redditività sono i temi che devono tornare al centro del dibattito agricolo continentale».

«Ora tocca a noi»

«La Commissione – ha sottolineato il presidente di Federprima Silvio Ferrari – pone al centro temi cari all’industria alimentare quali redditività, innovazione e reciprocità negli scambi ma anche corretto approvvigionamento dell’industria della trasformazione: ora tocca a noi, imprese e istituzioni, governare questa transizione. Dobbiamo garantire un quadro stabile, meno burocratico e più equo, che possa rispondere adeguatamente sia alle esigenze dei singoli comparti, sia a quelle delle filiere e di tutti gli attori che le compongono».

«Costruire un’alleanza stabile»

Secondo Raffaele Nevi (FI), per evitare che resti solo un esercizio retorico, «occorre non solo vigilare sulla coerenza delle politiche, ma costruire un’alleanza stabile tra imprese agricole e quelle di prima trasformazione industriale, istituzioni e cittadini. Il futuro dell’Europa si gioca anche – e soprattutto – nel campo agroalimentare».

«Ecoschemi, tutto da rifare»

Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, pur apprezzando il cambio di passo della Commissione, «con una visione dell’agricoltura europea non più condizionata dall’ideologia e maggiormente attenta ad alcune tematiche quali il reddito ai veri agricoltori e la trasparenza in etichetta», ha evidenziato come sia «tuttavia indispensabile, per garantire il raggiungimento dei nuovi numerosi obiettivi, disporre di un budget adeguato e dedicato con cui realizzarli».

Tra le cose da rivedere nel nuovo corso, Prandini cita gli Ecoschemi, definiti: «Devastanti, per come li abbiamo conosciuti. Nel senso che hanno creato solo un eccesso di burocrazia, non hanno dato risposte e tanto meno sono stati utilizzati nel perseguire quelle che erano le finalità».

«Un approccio più pragmatico»

Per il Presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti: «Il quadro geopolitico internazionale impone all’Unione europea un approccio più pragmatico e meno idealista alle questioni economiche, ambientali e sociali. Il documento della Commissione, che traccia le priorità del comparto per il prossimo decennio, puntando su innovazione, sostenibilità e competitività, appare, in questo ambito pienamente condivisibile». Giansanti ha quindi rimarcato l’importanza di incentivare il ricambio generazionale con politiche che siano veramente efficaci.

 

 

L’Europa progetta un settore agricolo attrattivo per i giovani - Ultima modifica: 2025-03-28T16:10:39+01:00 da Laura Saggio

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome