157 voti a favore, due soli contrari e un’astensione. Questo il risultato del voto all’assemblea generale dell’Onu del 13 dicembre. Il Made in Italy dunque è salvo. È stato sventato il tentativo, capitanato dalla Francia, di inserire l’obbligo delle etichette a semaforo che avrebbero penalizzato le eccellenze della penisola.
Per non parlare del rischio di una tassazione ad hoc per dissuadere gli acquisti dei cibi potenzialmente nocivi tra i quali sarebbero stati incredibilmente inseriti anche il Parmigiano, e l’olio d’oliva, equiparati di fatto alle sigarette. L’Italia per una volta è unita a difendere le sue produzioni e il suo export e finalmente dimostra di poter fare sistema, senza alcuna distinzione tra partiti politici, governo, opposizione, imprenditori, associazioni di categoria, e rappresentanti dei lavoratori. Un successo che tutela un settore che fattura 132 miliardi, continua a crescere (+3% nei primi sei mesi del 2018) e che lo scorso anno ha toccato i 41 miliardi di esportazioni.
Il ministro Centinaio: «Tutelate
le eccellenze del made in Italy»
«Finalmente l'Onu è tornata sui suoi passi e ha dovuto ammettere che i nostri prodotti, le eccellenze del made in Italy, non sono dannose per la salute. Che l'enogastronomia italiana è sana e di qualità. Sui nostri alimenti non ci sarà nessun bollino nero. Abbiamo messo in campo -sottolinea il ministro dell’agricoltura - le nostre eccellenze diplomatiche, con il sostegno di tutte le amministrazioni competenti, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ministero della Salute, Ministero dello Sviluppo Economico e naturalmente il Mipaaft».
«Abbiamo chiesto a tanti Stati - continua Gian Marco Centinaio - di appoggiare la nostra posizione, perché riteniamo che l'etichetta a semaforo sia potenzialmente pericolosa e fuorviante. La posizione italiana in materia è e rimane quella di un'icona a batteria che indichi la percentuale di nutrienti e che consenta di visualizzare le componenti nutrizionali quali calorie, grassi, zuccheri e sale. Abbiamo sventato quello che sembrava un vero e proprio attacco per mettere in difficoltà i prodotti tipici del nostro Paese. Continueremo a vigilare – conclude Centinaio - affinché i nostri prodotti vengano tutelati e salvaguardati in ogni parte del il mondo».
Il ministro Moavero: «Risoluzione Onu
su nutrizione un successo italiano»
«L'esito finale è senza dubbio anche un successo italiano – spiega il ministro degli Esteri Enzo Moavero - abbiamo lavorato per mesi, impegnandoci nelle diverse sedi e a tutti i livelli. La Farnesina e la nostra rappresentanza diplomatica all'Onu hanno agito in stretto raccordo con i Ministeri competenti per la salute, l'agricoltura, l'industria e il commercio estero. Ciascuno ha fatto la sua parte, con uno spirito di squadra che ha permesso di conseguire l'importante risultato. Abbiamo evitato che fuorvianti e approssimative tesi potessero ostacolare con tasse discriminatorie, o comunque pregiudicare, le tradizionali produzioni della nostra filiera agroalimentare. Invece - conclude il responsabile della Farnesina - il testo finale della Risoluzione approvata rispetta il nostro patrimonio culturale e gastronomico, riassumibile nella Dieta Mediterranea: un insieme di alimenti esplicitamente riconosciuto dall'Unesco come modello di regime bilanciato e salutare, caratterizzato da tradizioni consolidate e da prodotti naturali e di qualità, proprio come quelli italiani».
Coldiretti: salvato dalla gogna l’85%
del made in Italy doc
«E' stata sventata una pericolosa deriva internazionale per mettere sul banco degli imputati i principali prodotti del Made in Italy a causa del loro contenuto in sale, zucchero e grassi, anche con l'apposizione di allarmi sulle confezioni o l'introduzione di tasse per scoraggiarne i consumi». E' quanto afferma la Coldiretti nell'esprimere apprezzamento per la versione definitiva della risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla nutrizione. «L'attenta e preziosa attività diplomatica del nostro Paese ha permesso di evitare bollini allarmistici o tasse per dissuadere il consumo di certi alimenti che avrebbero messo alla gogna l'85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop), dal Parmigiano Reggiano al Prosciutto di Parma fino all'extravergine di oliva considerato unanimemente un elisir di lunga vita - ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini-».
«Una decisione - ha sottolineato Prandini - che deve rappresentare un freno al diffondersi di sistemi di informazione visiva come l'etichetta a semaforo inglese, ma anche il nutriscore francese o i bollini neri cileni che mettono a rischio prodotti Made in Italy dalle tradizioni plurisecolari trasmesse da generazioni di agricoltori che si sono impegnati per mantenere le caratteristiche inalterate nel tempo. Un patrimonio che è alla base della dieta mediterranea che ha consentito all'Italia di conquistare con ben il 7% della popolazione, il primato della percentuale più alta di ultraottantenni in Europa davanti a Grecia e Spagna, ma anche una speranza di vita che è tra le più alte a livello mondiale ed è pari a 80,6 per gli uomini e a 85 per le donne. Un ruolo importante per la salute che - ha continuato la Coldiretti - è stato riconosciuto anche con l'iscrizione della dieta mediterranea nella lista del patrimonio culturale immateriale dell'umanità dell'Unesco il 16 novembre 2010».
Confagricoltura: all'Onu una vittoria di squadra
«Quando l'Italia fa squadra è assolutamente vincente. Ringraziamo il governo e, in particolare i ministri Centinaio e Moavero, per il successo che è stato conseguito in sede Onu” dichiara il presidente Massimiliano Giansanti che aggiunge: “Non ci saranno bollini neri, tasse discriminatorie, né semafori a penalizzare, senza alcun fondamento, i nostri prodotti agroalimentari. La corretta informazione dei consumatori deve poggiare su basi scientifiche e non su interessi di parte».
Scordamaglia (Filiera Italia), a breve
la sperimentazione della nuova etichettatura
«Il voto dell’Onu rappresenta un successo globale dell’Italia, del suo modello alimentare e delle sue eccellenze ha dichiarato Luigi Scordamaglia, presidente di Filiera Italia-».
«Hanno vinto le filiere agroalimentari fatte da milioni di agricoltori e Pmi, su poche multinazionali che vorrebbero gestire in laboratorio l’alimentazione del futuro. Quello di cui c’è bisogno è un modello di etichettatura nutrizionale che faccia scegliere in trasparenza il consumatore rendendolo consapevole di ciò che assume. Nelle prossime settimane – spiega Scordamaglia - partirà la sperimentazione sul mercato italiano del modello di etichettatura nutrizionale che il Governo insieme alla filiera agroalimentare italiana ha messo a punto, e che ambisce a diventare modello europeo”. La proposta consiste nell’utilizzo del simbolo grafico della batteria per informare il consumatore in modo chiaro del livello di calorie assimilato con una porzione di prodotto, rispetto al suo massimale giornaliero».