Giovane, competente e green. Il Lazio ha un nuovo volto

Enrica Onorati
Il Lazio è la Regione con il record di investimenti nei primi insediamenti. L’assessore Enrica Onorati: «Qui le nuove startup non vengono abbandonate a se stesse»

I giovani agricoltori sono una risorsa decisiva per il futuro del settore primario soprattutto in Italia. Per questo il nostro Paese ha messo a punto, facendo leva sui Psr e sul ruolo di Ismea, politiche per dare a loro concrete possibilità di avviare un’impresa. In questo modo, negli ultimi anni, il ritorno alla terra dei giovani ha messo in moto un nuovo scenario nel settore. Nel 2014 le aziende agricole condotte da under 40 erano 55mila, nel 2017 sono arrivate a 70mila (fonte Mipaaft).

Alcune Regioni hanno recitato un ruolo di primo piano in questa evoluzione, spingendo maggiormente sulle misure che l’Europa ha messo a disposizione, prima su tutte la misura 6.1.1 del Psr 2014 – 2020 “Aiuti all’avviamento aziendale per i giovani agricoltori”.

tab. 1 Primo insediamento, la situazione nel lazio
Province Domande presentate Domande ammissibili Importo premio unitario (*) Importo contributo ammesso
A C E F = C*E
Frosinone 339 271 70.000 18.970.000
Latina 258 236 70.000 16.520.000
Rieti 178 172 70.000 12.040.000
Roma 273 212 70.000 14.840.000
Viterbo 259 242 70.000 16.940.000
TOTALI 1307 1.133 79.310.000
Psr Lazio 2014/2020 - Misura 6.1 - Situazione al 17/12/2018 Fonte: Regione Lazio Ufficio bandi (*) 49mila in acconto, 21mila come saldo

Contro l’abbandono delle campagne

Il Lazio è di gran lunga la regione che ha investito di più sui primi insediamenti dei giovani (13,2% del totale Psr) attuando per l’attuale programmazione due bandi: il primo, nell’aprile del 2016 concluso a gennaio 2017, ha approvato le domande di aiuto ritenute ammissibili a luglio 2018. La spesa complessiva messa a bando dalla Regione è stata di 45,01 milioni di euro, successivamente integrata con risorse aggiuntive al fine di facilitare il maggior numero di giovani evitando la redazione di graduatorie. Il secondo bando, pubblicato a fine dicembre 2018, con scadenza a fine febbraio 2019, ha stanziato complessivamente 21 milioni di euro.

Perché la Regione ha deciso di investire tante risorse? Un dato è chiaro: il Lazio è stato caratterizzato (dal 2000 al 2010) da un consistente ridimensionamento strutturale sia in termini di numerosità aziendale che di Superficie Agricola Utilizzata (Sau). Al 2010, le aziende agricole presenti nel territorio erano pari a 98.216 unità con una superficie utilizzata pari a 638mila ettari. Significa che, rispetto al dato rilevato dal censimento dell’agricoltura del 2000, le aziende laziali sono calate del 48,2% nel numero e dell’11,4% nella dotazione fondiaria (vedi tab.2).

tab. 2 Lo spopolamento dell’agricoltura laziale
Anni e tipo superficie Lazio Provincia di Roma Comune di Roma
Sat 2000 1.039.009,08 277.960,68 51.670,66
Sau 2000 720.747,56 191.778,33 37.034,87
Sat 2010 901.466,65 249.124,01 57.959,63
Sau 2010 638.601,83 175.977,87 43.271,39
Aziende agricole Lazio Provincia di Roma Comune di Roma
2000 189.505 51.397 1.893
2010 98.216 21.631 2.656
Fonte: Istat Censimento dell’Agricoltura del 2000 e 2010
Enrica Onorati

I bandi per i giovani agricoltori sono uno strumento certamente utile per attivare il territorio e le nuove leve del settore, ma a supporto dell’avviamento è importante che seguano tutta una serie di azioni e investimenti volti a consolidarne la partenza. A tal riguardo, abbiamo chiesto all’Assessore Agricoltura della Regione Lazio, Enrica Onorati, di fare il punto sulla situazione dei nuovi insediamenti dei giovani.

Il Lazio è la regione italiana che ha investito di più sui primi insediamenti con un’entità elevata del premio, una decisione mirata e importante, quali le motivazioni di questa scelta?

«La misura 6.1.1 “Aiuti all’avviamento aziendale per giovani” rappresenta un contributo strategico all’interno delle politiche di sostegno al mondo agricolo e all’auto-imprenditorialità giovanile in questo settore. La Regione Lazio investe molto in questa sottomisura perché ritiene fondamentale, nel settore primario, un doppio salto di qualità che tenga insieme il miglioramento e l’innovazione dei processi produttivi con il necessario e auspicato ricambio generazionale.

Il premio a fondo perduto concesso, di 70 mila euro, favorisce un reale insediamento dei giovani nell’economia agricola. Si tratta di un sostegno concreto e cospicuo per i progetti imprenditoriali, che impegna i beneficiari a compiere azioni virtuose nella direzione indicata dal bando: innovazione, miglioramento dei rendimenti globali aziendali, efficientamento energetico e formazione. Credo sia giusto che a ulteriori stringenti richieste di miglioramento degli standard produttivi corrispondano premi più consistenti ed elevati.

Nel nuovo avviso la questione ambientale diviene un cruciale valore qualificante delle domande che perverranno. Mi riferisco, in particolar modo, agli investimenti in tema di sostenibilità energetica e riduzioni delle emissione di gas serra.

Il compito di questa misura consiste, dunque, nel creare una nuova generazione di imprenditori agricoli motivati e preparati alle sfide del futuro: utilizzo di nuove tecnologie, colture innovative, bisogno di nuove identità professionali, multifunzionalità, elevata qualità dei prodotti e sostenibilità dei processi produttivi. In poche parole: un’agricoltura rigenerata e di qualità».

Dopo l’insediamento, la formazione

giovani agricoltori
L’obiettivo del bando è favorire il ricambio generazionale nella gestione delle imprese agricole, attivando nuovi insediamenti funzionali ad avviare aziende economicamente vitali e durature.

Come valuta il successo della misura, tenendo conto anche dei dati relativi ai precedenti periodi di programmazione?

«La Regione Lazio ha raddoppiato la quota di fondi europei prevista a sostegno delle start up in agricoltura. Ad oggi abbiamo accolto 1.133 domande ritenute ammissibili dai giovani agricoltori del Lazio, tra i 18 e i 40 anni, che stanno beneficiando dei 70mila euro a fondo perduto; quasi 90 milioni di euro di fondi europei impegnati per l’intero territorio regionale.

La misura rivolta ai giovani agricoltori è dunque tra quelle che riscuotono maggiore successo di partecipazione. Questo ci induce a credere che sia giusto proseguire in tale direzione nel rispetto della domanda di occupazione che ci giunge dal settore primario».

E una volta terminato l’aiuto della misura? Le aziende giovani per consolidare l’insediamento e mantenere competitive le loro imprese anche dopo il termine dei sussidi di cosa hanno bisogno? Di formazione e informazione, per esempio?

«Negli anni, l’ascolto ed il confronto attivo con il comparto agricolo ci ha convinti della necessità di investire maggiormente nella formazione di operatori giovani ma, nel contempo, fortemente preparati e con lo sguardo rivolto al futuro. Vanno in questa direzione il requisito di possesso di un livello di formazione specifica iniziale in materia agrario/forestale (diploma e laurea) e la richiesta di partecipazione a corsi specifici su adempimenti fiscali e amministrativi, igiene, sicurezza e tutela ambientale.

Inoltre, nell’ultimo avviso, abbiamo introdotto un’importante novità: nei nuovi criteri di selezione abbiamo previsto un punteggio anche a quanti sono stati dipendenti di azienda agricola maturando esperienze professionali alle quali riteniamo giusto riconoscere merito.

Alla scelta di valorizzare la formazione e l’esperienza professionale sul campo si aggiungeranno, a breve, gli avvisi della misura 01 del Psr Lazio 2014/2020 riferiti al trasferimento di conoscenze e azioni di informazione professionale ed acquisizione ulteriori di conoscenze specifiche.

Credo sia chiara la direzione che intendiamo tracciare. Esperienza, formazione specializzata e salvaguardia ambientale rappresentano, insieme, il valore aggiunto che intendiamo fornire all’agricoltura del futuro».

Il salto dell’innovazione

Quali sono i settori più ricettivi alla misura e quali gli asset su cui investire nel futuro?

«Sicuramente, partendo dalle persone, che sono poi i veri protagonisti del nostro lavoro, direi innanzitutto giovani innovatori, che non solo raccolgono il testimone della tradizione agricola, da cui provengono o a cui guardano, ma che la rilanciano attraverso nuovi strumenti e tecnologie, non trascurando il tema del recupero dei terreni abbandonati, della diversificazione aziendale e della sostenibilità ambientale.

Ecco, il ruolo strategico della misura giovani nel Lazio penso sia proprio in questo: un salto di qualità e un cambio di mentalità nella ridefinizione dei processi produttivi e gestionali.

Vi sono degli asset su cui investire che sono propedeutici alla formazione di progetti imprenditoriali sostenibili, lungimiranti e solidi, come: capacità di progettazione e pianificazione; tutela e valorizzazione dell’ambiente rurale e della natura; innovazione riscoperta di questo entusiasmante settore che è l’agricoltura.

Un’agricoltura giovane, competente e green. È questa l’agricoltura che vogliamo e per cui lavoriamo».

Le domande ammesse

Nella Regione Lazio le aziende che hanno presentato domanda per il primo bando pubblico “Aiuti all’avviamento di imprese per i giovani agricoltori”, sono state complessivamente 1.307. La divisione per provincia vede Frosinone in testa con 339 aziende, seguita da Roma con 273, Viterbo con 259, Latina con 258 e Rieti con 178 aziende.

Il premio concesso per l’insediamento aziendale agricoltori di età compresa tra i 18 e i 40 anni che si insediano per la prima volta in un’azienda agricola di adeguate dimensioni economiche, in possesso di una propria posizione fiscale e previdenziale e di conformate qualifiche e competenze professionali, è di 70mila euro, corrisposto in due rate (70% del premio la prima rata e 30% la seconda), ed è limitato alle micro e piccole imprese con una dimensione economica, in termini di produzione standard totale, non superiore a 1.000.000 euro.

Il totale delle domande ammissibili della Regione Lazio è stato di 1.133, per un importo complessivo di euro 79.310.000, che corrisponde alla totalità del premio.

Nello specifico, sul totale delle domande ammissibili, le domande di pagamento acconto della prima rata, complessive di tutte le province, allo stato attuale sono 1.099, per un importo pari a 53.851.000 euro. Le ditte alle quali è stato liquidato l’acconto sono 963 per un importo complessivo di 47.187.000 euro. La seconda rata non risulta ancora liquidata.

Nel dettaglio di tutte le province della regione Lazio Frosinone è in testa sia per numero di domande presentate (339) che per le domande ammissibili (271), con un importo contributo ammesso pari a 18.970.000 euro; ad oggi le ditte alle quali è stato liquidato l’acconto sono 221, per un importo complessivo pari a 10.829.000 euro.

In coda, troviamo la provincia di Rieti con 172 domande ammissibili su 178 domande presentate, con un importo contributo ammesso pari a 12.040.000 euro; a oggi le ditte alle quali è stata liquidata la prima rata sono 145 per un importo complessivo pari a 7.105.000 euro. (Vedi dettaglio delle province in tabella 1).


L'avanzamento finanziario a livello nazionale

La dotazione finanziaria attribuita alla sottomisura 6.1 a livello nazionale corrisponde al 4,9% del totale della spesa pubblica nazionale preventivata nei Psr pari a poco più di 900 milioni di euro (Fonte: Elaborazioni Rrn su dati Psr 2014-2020). Quest’importo rappresenta lo 0,8% in più rispetto al peso della corrispettiva Misura 112 nella scorsa programmazione 2007-2013, che era pari al 4%.

L’importanza attribuita dalle singole Regioni alla sottomisura in termini di dotazione finanziaria è tutt’altro che uniforme passando da valori massimi del 13% sull’intera spesa programmata del Psr della Regione Lazio ad un peso di poco superiore al 2% per le Regioni Valle D’Aosta, Umbria e Molise.L’avanzamento finanziario a livello nazionale


Il valore aggiunto degli under 40

Qual è il valore aggiunto che portano i giovani in agricoltura? La passione prima di tutto. Il coraggio di affrontare nuove sfide facendo leva su capacità quali: maggiori competenze nello sviluppare innovazioni tecnologiche, abilità informatiche, propensione nel fare rete. Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio Edagricole-Nomisma, le aziende condotte da under 35 anni mostrano performance economiche doppie rispetto alla media, con valori della produzione vicini a 100mila euro per azienda contro i 45mila della media del settore. Inoltre gestiscono imprese mediamente più strutturate (20 ettari contro gli 11 della media nazionale) e diversificate.

Grazie a un approccio al mercato più innovativo e tecnologico, i giovani sembrano così riuscire, non senza sforzi, a superare le tradizionali barriere per l’ingresso nel settore, come l’elevato costo del terreno.

In base a uno studio condotto dalla Rete Rurale Nazionale (“Il sostegno alla competitività nello sviluppo rurale: vecchia e nuova programmazione a confronto”), si prevede che i giovani che accederanno in Italia agli aiuti della misura 6.1 saranno circa 20.274, pari all’1,3% del totale delle aziende agricole nazionali. Si tratta di una percentuale leggermente inferiore rispetto ai beneficiari della precedente e corrispettiva programmazione, che furono 22.225, pari all’1,4% del totale.

 

Giovane, competente e green. Il Lazio ha un nuovo volto - Ultima modifica: 2019-03-22T10:01:54+01:00 da K4

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