Gli olivi infetti scoperti in un dato anno ricadono al 98% entro 100 metri da altri olivi infetti scoperti nello stesso anno. Tuttavia, il 75% dei nuovi focolai dista oltre un chilometro dalla pianta infetta più vicina. Sono due dei risultati più significativi dello studio “Effectiveness of the monitoring of Xylella fastidiosa subsp. pauca in the olive orchards of Southern Italy (Apulia), realizzato da Enrico Bucci, professore aggiunto della Temple University di Phyladelphia (Usa), e pubblicato sulla rivista “Rendiconti Lincei. Scienze Fisiche e Naturali”.
Sono gli interessanti risultati di un’analisi del database della Regione Puglia, costituito da diverse centinaia di migliaia di dati, del monitoraggio di X. fastidiosa, con particolare riferimento alla comparsa di nuove infezioni e alla distanza di queste ultime dalla pianta infetta più vicina.
Olivi infetti, al 98% entro 100 m da altri infetti scoperti nello stesso anno
L’importanza dei risultati più significativi è relativa alle indicazioni che essi forniscono per migliorare le attività di contrasto al pericoloso batterio. Il primo risultato chiarisce, in sintesi, che gli olivi infetti scoperti in un dato anno ricadono al 98% entro 100 metri da altri olivi infetti scoperti nello stesso anno. Questo significa che, all’avanzare dell’infezione, gli olivi infetti sono raggruppati in aree di 100 metri di raggio, coerentemente con quanto oggi suggeriscono le misure di contenimento adottate, che prevedono infatti l’abbattimento di tutte le piante entro 100 metri da una pianta infetta. Nella figura sotto è indicato il numero delle piante infette (nelle ordinate) separato in base alla distanza, riportata in metri nelle ascisse, dalla pianta infetta più vicina (monitoraggio 2017/18).
75% dei nuovi focolai dista oltre 1 km dalla pianta infetta più vicina
Il secondo risultato più significativo è che, però, il 75% dei nuovi focolai dista oltre un chilometro dalla pianta infetta più vicina. Evidenzia quindi che il monitoraggio (almeno quello condotto con i protocolli attuali) e gli abbattimenti da soli sono insufficienti a contenere l’infezione, perché troppe piante infette evidentemente sfuggono ai controlli.
Oltre agli abbattimenti è cruciale il contenimento dei vettori
Bucci conclude che, oltre agli abbattimenti, per diminuire la pressione di inoculo laddove siano state trovate piante infette, il contenimento dei vettori diventa cruciale. Al tempo stesso conferma che l’abbattimento tempestivo delle piante infette e di quelle ospiti nel raggio di 100 metri comporterebbe una significativa riduzione della comparsa a distanza di nuovi focolai.
Nella zona infetta l’aumento degli olivi infetti è molto rapido
Infine Bucci riporta ulteriori dati, questa volta relativi alla zona infetta, attingendo al database del monitoraggio associato ai lavori per la costruzione del gasdotto TAP, da cui si conferma come, una volta avvenuto l’insediamento del batterio (zona infetta), gli olivi infetti possano aumentare in un anno anche di 20 volte la loro frequenza.