Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Friuli. Ma anche Toscana, Lazio e Puglia. La frutticoltura italiana è alle prese con una vera e propria piaga, la cimice asiatica, che ha decimato i raccolti: una media del 70% in meno, con punte del 100% in alcune zone. A farne le spese soprattutto le pere Abate emiliane, ma anche kiwi, albicocche, ciliegie, pesche, susine e le piante nei vivai. A rischio pure i vigneti veneti e pugliesi. Una vera e propria emergenza che ha portato gli agricoltori a scendere in piazza in molte città per sensibilizzare le istituzioni sul tema, chiedere indennizzi e soluzioni per contrastare l'insetto.
Coldiretti chiede aiuti economici e più vigilanza in porti e dogane
Vigilanza di porti e dogane su merce in ingresso nell'Unione europea, rapida introduzione della vespa samurai, supporto alla ricerca sulle strategie di lotta e contenimento della cimice, rifinanziamento straordinario del fondo di solidarietà nazionale, moratoria di rate di mutui o prestiti e condizione agevolate per credito di liquidità alle imprese. Queste le proposte illustrate dai vertici di Coldiretti Bologna al Prefetto Patrizia Impresa per far fronte all'emergenza delle cimice asiatica che sta flagellando le campagna mettendo a serio rischio i reddito delle imprese agricole.
Alla cimice si aggiungono gli effetti del cambiamento climatico, con una distribuzione anomala di piogge e temperature fuori medie stagionali e la diffusione del fungo dell'Alternaria.
Confagricoltura: indennizzi necessari
Gli agricoltori bolognesi sono scesi in piazza Roosevelt davanti alla Prefettura, alcuni alla guida del proprio trattore, per denunciare la crisi dell’ortofrutta e i danni provocati dalla cimice asiatica e chiedere «un Piano nazionale straordinario che promuova e sostenga gli interventi necessari a difendere le produzioni e lo sviluppo di tutte le azioni possibili affinché si ristabiliscano al più presto le condizioni di equilibrio dell'agroecosistema», con l’auspicio di ottenere in fretta un «supporto economico pluriennale per le aziende agricole gravemente danneggiate dall'insetto», come si legge nel documento indirizzato al Prefetto di Bologna, Patrizia Impresa, che porta la firma delle Organizzazioni sindacali agricole più rappresentative del territorio metropolitano di Bologna - Confagricoltura, Cia, Copagri, Ugc Cisl, Confcooperative, Legacoop Agroalimentare Nord Italia, Agci Area Emilia Centro.
«Pesanti sono le perdite quanti-qualitative delle produzioni, con conseguenze pesantissime per le singole filiere e forti ricadute sociali. È a rischio l'intero indotto e la sua occupazione», cita il testo scritto dalle Organizzazioni agricole.
Subito la vespa samurai poi la ricerca
Si ritiene necessaria una strategia nazionale e/o europea. Tra le richieste avanzate al Governo, oltre all’adozione di un Piano straordinario per l’erogazione di indennizzi, «l’Emilia-Romagna chiede di dare una accelerazione all’autorizzazione al lancio e alla diffusione nell’ambiente della vespa samurai, con la pubblicazione delle modifiche della Direttiva Habitat, l’attivazione di procedure semplificate per l’autorizzazione all’immissione dell’antagonista; per una opportuna tempestività si propone in merito alla commissione di valutazione di farla coincidere con il comitato nazionale fitosanitario; e si auspica una forte azione di coordinamento del ministero dell’Agricoltura per la ricerca e stanziamento di risorse adeguate dedicate al Crea-DC». E ancora si ritengono necessari «correttivi alle clausole di salvaguardia per le Op che non raggiungono il valore minimo a causa del calo di fatturato dipendente da questa emergenza fitosanitaria; come anche l’attivazione di ammortizzatori sociali e l’impegno a prorogare per il 2020 l’uso delle molecole chimiche che seppur non risolutive si sono dimostrate parzialmente efficaci nella loro azione di difesa».
Una barriera "naturale" contro l'insetto
L'Ue riveda le regole sugli aiuti di Stato
Sul versante europeo, le richieste puntano «a una maggiorazione della dotazione delle Ocm-Organizzazione comune di mercato, per quanto concerne le politiche europee per la gestione dei mercati, al fine di creare fondi mutualistici per compensare i crescenti danni; al finanziamento di progetti di ricerca dedicati alle strategie di contrasto e di coesistenza con la cimice, in collegamento con le altre esperienze internazionali, soprattutto americane». Ci si attende infine un cambiamento negli orientamenti comunitari: bisogna considerare nel calcolo della soglia minima necessaria per attivare gli aiuti di stato il cumulo dei danni causati da eventi calamitosi che si verificano nell’arco della stagione agricola.
Il Prefetto di Bologna Impresa ha assicurato il proprio sostegno e l'impegno a presentare al Governo e agli enti preposti le istanze di Coldiretti e delle altre associazioni agricole.
Pan, Veneto: l'emergenza cimice asiatica è come la Xylella
L'emergenza cimice asiatica in Veneto merita «la stessa attenzione riservata da governo nazionale ed Europa alla Xylella, perché come il batterio che ha colpito gli olivi mediterranei ha messo a rischio l'olivicoltura, così la cimice asiatica sta compromettendo l'intero comparto frutticolo e le produzioni che più caratterizzano il nostro sistema produttivo».
Queste le parole dell'assessore regionale all'Agricoltura Giuseppe Pan al tavolo verde sulla cimice asiatica convocato a Mestre (Ve). «La Regione Veneto è mobilitata da anni per fronteggiare l'emergenza cimice asiatica e si è fatta capofila tra le regioni interessate dal problema chiedendo ai ministri all'Agricoltura e all'Ambiente un tavolo nazionale, da convocare con urgenza, perché siano messe in campo risorse per sostenere le aziende nei prossimi anni ed evitare che si arrivi al rischio espianto - ha continuato Pan - ricordando che nel biennio 2019-2020 la Regione ha stanziato quasi un milione per finanziare la ricerca, affidata all'Università di Padova, e per sostenere gli agricoltori nell'acquisto di reti anti insetto, trappole e sistemi di dissuasione feromonica. Ma non basta - conclude l'assessore - perché i danni continuano a essere tanti e ora serve che lo Stato intervenga con un piano quinquennale di sostegno al settore dal 2019 al 2023 da 100 milioni di euro l'anno».
Nel rodigino: aziende in ginocchio, servono risorse
Anche a Badia Polesino (Ro), i frutticoltori sono scesi in piazza per far sentire il loro grido d'allarme contro il flagello della cimice. «Finalmente si sta muovendo qualcosa e le azioni promosse da Confagricoltura stanno cominciando a dare i primi frutti - commenta il presidente Confindustria Veneto Lodovico Giustiniani - ma il ministero dovrà investire di più sulla ricerca, mettendo in campo risorse importanti per combattere l'insetto alieno con antagonisti, e dovrà anche pensare a una moratoria sui mutui e a mettere in campo sgravi contributivi, fiscali e prestiti agevolati, perché molte aziende sono in ginocchio e prive di reddito. Infine, i contributi per le reti anti insetto dovranno coprire almeno l'80% della spesa».
«Le istituzioni regionali devono fare ancora di più in termini di ricerca e monitoraggio, e per queste attività servono risorse che non possono essere quelle messe a disposizione finora» afferma invece Piero Piccioni, direttore di Coldiretti Veneto.
A Ferrara Agrinsieme punta il dito anche contro il mercato
In centinaia anche gli imprenditori agricoli che hanno affollato le strade del centro di Ferrara, una delle principali province frutticole del Paese.
«Oltre alla cimice che ha colpito duro sterminando interi raccolti c'è il problema del mercato che continua a “deprezzare” i prodotti all’origine - sottolinea in una nota Agrinsieme - cancellando i redditi delle aziende agricole e mettendo in difficoltà intere filiere. Dunque chiunque voglia mangiare cibo sano e di qualità deve sapere che questo è possibile solo se il nostro sistema agroalimentare funziona, è equo e rimane remunerativo per le aziende agricole e le filiere».
Al corteo hanno partecipato anche il sindaco di Ferrara Alan Fabbri, il consigliere regionale Paolo Calvano e molti sindaci del territorio.