Il cambiamento climatico in agricoltura è più temuto delle oscillazioni del mercato e addirittura quasi alla pari con l'aumento dei costi di produzione. Mentre la sostenibilità attira il 90% degli operatori italiani ma mancano competenze e capitali. In particolare, se una transizione verso pratiche più sostenibili sembra la chiave di volta per garantire un futuro al comparto agronomico, il 25% sostiene che vi sia una carenza di competenze in questo senso, mentre il 10% rileva una certa difficoltà nel coinvolgere i contoterzisti.
Agricoltura rigenerativa questa sconosciuta
Per quanto riguarda i più importanti rischi, per il 30% dei partecipanti, il cambiamento climatico è tra i principali. Da notare che solo il 34% conosce il livello minimo di sostanza organica sotto il quale il suolo viene degradato, mentre il 60% non sa in cosa consista l'Agricoltura rigenerativa. Il 30% solleva un ulteriore problema: la carenza di capitali per innescare il processo di cambiamento.
Questo quanto emerge emerge da uno studio sulla predisposizione degli operatori ad adottare pratiche più sostenibili e resilienti realizzato da xFarm Technologies, tech company che supporta il lavoro di 450mila aziende su oltre 7 milioni di ettari in tutto il mondo e dss+, società leader nei servizi di consulenza, analisi svolta tra mille agricoltori che hanno risposto a 30 quesiti.
Tra gli aspetti più utili per poter diffondere pratiche più sostenibili in Italia, il campione indica i benefici contrattuali e di accesso al mercato, la disponibilità di strumenti per la gestione dell'azienda e la formazione, oltre allo scontato sviluppo economico. Esiste, infatti, una relazione tra la disponibilità degli agricoltori e la loro percezione di redditività economica, come tra redditività attesa e volontà di applicare la pratica.
Non sempre, però, le pratiche più positive da un punto di vista ambientale vengono percepite come più redditizie, esempi di questo sono l'agroforestazione o il no tillage.
Cambiamento climatico: un miliardo di danni
In Italia, secondo l'ultimo dato reso noto da Ismea nel suo rapporto sull'agroalimentare italiano, per i soli eventi catastrofali tra gelo e brina, siccità e alluvione, si contano danni attorno al miliardo di euro. Da qui un comparto che dovrà guardare a colture resilienti ma anche a tecnologie in grado di 'leggere' le necessità dei campi.
Come il trattore intelligente, uno dei risultati presentati dal Crea del progetto AgroFiliere. Il mezzo, a guida automatica a controllo satellitare, è in grado di dialogare con seminatrici di precisione e barre irroratrici per la distribuzione di concimi e antiparassitari a seconda del terreno da trattare, il tutto in ambiente virtuale. Anche nel capitolo irrigazione arrivano in aiuto satelliti e droni e non solo per il risparmio idrico ma anche per quello energetico.