Mirtilli, una coltura al passo coi tempi

In linea con le esigenze del consumatore di oggi che predilige sempre più prodotti del territorio, la scelta di coltivare mirtilli nel bolognese risulta vincente

Trentaquattro anni, tanta grinta e voglia di fare. Centoquaranta ettari da gestire e molte idee innovative. Così Flavia Montroni, agricoltrice di Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna, affronta la sua quotidianità nell’azienda di famiglia Montroni-Brini.
«Ho cominciato aiutando i miei genitori con le raccolte fin da quando avevo 10 anni – spiega Flavia - e dopo aver conseguito la laurea in Verde ornamentale e tutela del paesaggio sono entrata nell’organico dell’azienda partecipando alle scelte aziendali. Oggi l’azienda è gestita da me, mia sorella e dai miei genitori. Siamo arrivati alla quarta generazione, l’azienda infatti è nata dalla mia bisnonna, per poi passare alla nonna e in seguito a mio padre e mia madre. È nata così nel ’93 la società  Montroni-Brini e nel 2006-2007 io e mia sorella ci siamo insediate. Ai tempi dei miei bisnonni, ovvero agli inizi del 900, si coltivavano patate, vigneto e frutta. Rispetto al passato ci siamo specializzati ma abbiamo comunque voluto mantenere una certa diversificazione. Oggi coltiviamo barbabietole da seme, cereali da seme, patate, mais, ravanello,  mirtilli e more».

 

Idee giovani

Flavia qual è il valore aggiunto che pensi di aver portato in azienda?

mirtilli«Il valore aggiunto che mi sento di aver portato alla nostra azienda è la coltivazione ei mirtilli, una coltura non tipica del nostro territorio. È un’idea che mi è venuta 5 anni fa e per poter realizzare l’impianto mi sono affidata alle mie conoscenze accademiche, in particolare agli studi di chimica del suolo e fisiologia delle piante. Il territorio di Castel San Pietro Terme ha un terreno con un pH poco ideale per i mirtilli (7-8 pH) – spiega Flavia -, questi infatti sono piante acidofile che richiedono un pH di 4,5-5,5. Pertanto ho realizzato degli invasi profondi 40-45 cm e larghi 80 cm e deposto della torba acida, gli invasi sono stati inoltre foderati con un materiale di edilizia al fine di isolare l’ambiente acido dalla soluzione basica circostante».

 

Alla ricerca di una specializzazione 

Come ti è venuta questa idea?

mirtilli
Il succo di mirtillo prodotto da Flavia

«In azienda – racconta la giovane agricoltrice - mi occupavo della coltivazione delle zucchine ma sentivo di dovermi specializzare in qualcosa di nuovo, qualcosa che mi potesse dare più marginalità. Guardandomi intorno e parlando con le persone ho notato che la richiesta dei frutti rossi è altissima, soprattutto per gli effetti antiossidanti per l’organismo. Così ho pensato di cominciare a coltivare mirtilli e oggi ho 550 piante. L’obiettivo per il futuro è quello di incrementare la produzione e vendere il prodotto direttamente al consumatore come prodotto fresco o succhi di frutta. Il mio obiettivo principale è quello di produrre un mirtillo di altissima qualità per rispondere a un consumatore sempre più esigente e che ricerca di prodotti del territorio. E devo dire, da quello che ho potuto constatare fino a oggi, che l’idea di trovare un mirtillo a Castel San Pietro Terme è davvero molto apprezzata!».

 

Metodi innovativi

Quanto conta l’innovazione in agricoltura secondo te?

mirtilli«Ho la fortuna di essere nata in una famiglia in cui c’è sempre stata una forte propensione all’innovazione tecnologica e di prodotto: negli anni 80 i miei genitori introdussero l’actinidia, uno dei primi impianti in zona. Successivamente fecero grossi passi avanti anche in termini di attrezzature, puntando sull’agricoltura di precisione e su metodi di irrigazione innovativi. Nel corso degli anni mi sono resa conto di quanto sia importante innovare per ridurre gli sprechi e utilizzare al meglio i mezzi tecnici. Oggi – sottolinea Flavia - coltivo 3 varietà di mirtilli e con il sistema di irrigazione che ho adottato riesco ad innaffiare solo 2 volte alla settimana. Il prossimo passo sarà l’inserimento delle sonde nel terreno».

 

I Giovani di Confagricoltura

Flavia, qual è il tuo ruolo all’interno dei Giovani di Confagricoltura?

«Attualmente sono presidente dei Giovani di Confagricoltura Emilia-Romagna (Anga Emilia-Romagna), un’associazione che ha come scopo primario quello di mettere in rete e collegare tutti i giovani iscritti per potersi confrontare sulle proprie esperienze. Il mio ruolo è quello di coordinare a livello regionale tutte le province e di relazionarmi con il nazionale. Oltre alle varie attività sindacali, organizziamo parecchi corsi di formazione tecnica. La comunicazione fra di noi giovani avviane tramite i social e funziona perché riusciamo ad aggiornarci in tempo reale anche a chilometri di distanza».

 

Tante difficoltà ma anche tante soddisfazioni 

Cosa vorresti dire ai giovani come te che si approcciano alla vita agricola?

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«Ai giovani che si vogliono approcciare a questo mondo voglio dire che, per quanto bello, entusiasmante e motivante, è davvero faticoso ingranare la giusta marcia. Soprattutto per chi parte da zero. Sono molti i  Psr e i finanziamenti esistenti ma c’è da considerare che l’investimento iniziale è ingente. Io, ovviamente, mi ritengo molto fortunata perché ho cominciato dai terreni dei miei genitori. Tuttavia – conclude Flavia -, oltre alle difficoltà di cui ho appena parlato, sono anche fermamente convinta che con l’impegno e la passione si possa fare tutto».

Mirtilli, una coltura al passo coi tempi - Ultima modifica: 2020-03-05T10:06:36+01:00 da Mary Mattiaccio

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