I quantitativi della frutta estiva, come pesche e nettarine, risultano compromessi dalle avversità climatiche, in particolare a causa delle gelate del Nord-Italia, ma nel bimestre marzo e aprile 2020, nel pieno dell’emergenza coronavirus, l’ortofrutta si è difesa bene, sia sul versante della produzione che dei consumi.
Difficoltà iniziali sull'export
Lo spiega Marco Salvi, presidente di Fruitimprese, l’associazione italiana di esportatori e importatori ortofrutticoli. «Facendo parte della catena agroalimentare non abbiamo mai smesso di produrre e abbiamo garantito la sicurezza dei lavoratori, intervenendo soprattutto nei magazzini per la sanificazione quotidiana ogni notte, distanziare il personale e dotarlo di dispositivi di sicurezza. Questo ci ha permesso di poter rifornire regolarmente i nostri clienti in Italia e all’estero».
Sul versante dell’export è stato superato il primo momento di difficoltà con la chiusura dell’Austria nella prima settimana e le resistenze di qualche catena della Gdo. «I nostri rappresentanti istituzionali sono intervenuti con tempestività e tutto si è risolto anche per quanto riguarda le spedizioni all’estero. In India le mele italiane sono state accettate e anche in Medio Oriente i problemi sono stati superati. I consumi di ortofrutta sono quindi tutti positivi e per alcuni tipologie, come gli agrumi e le patate, si è registrato anche un incremento».
Manodopopera da Polonia e Romania per la raccolta assicurata dal 3 giugno
In quest'ultimo periodo, come riferisce sempre Salvi, è stata impiegata manodopera italiana per le operazioni di potatura e diradamento, ma per la raccolta nelle Regioni del Nord-Italia legata soprattutto a lavoratori stagionali provenienti da Polonia e Romania dovrebbe essere assicurato dall'apertura delle frontiere Schengen a partire dal 3 giugno.
Gennaio febbraio 2020: cresce il fatturato export, calano i volumi
Secondo Fruitimprese sulla base dei dati Istat nei primi due mesi del 2020 (vedi qui 20200518092845_FEB_2019-2020) l'export dell’ortofrutta italiana ha mostrato una crescita sensibile del valore a fronte di minori volumi commercializzati; in forte aumento anche l’import, di qui un calo del 30,5% del saldo positivo export/import a 147,4 milioni.
L’export in valore supera di poco gli 859 milioni (+6,9%), in quantità 595.634 tonnellate (-2,8%). L’import vale 711,5 milioni (+20,2%) e in quantità 615.340 tonnellate (+10,5%).
La crescita in valore riguarda principalmente legumi e ortaggi (+14,2%) e agrumi (10,3%). In valori assoluti la voce principale dell’export sono legumi e ortaggi (356,2 milioni), a seguire la frutta fresca (319,3 milioni).
Alla voce import in grande evidenza gli agrumi (+64,6% in valore e +32,4% in quantità) , la frutta fresca (+35,2% in valore e +41,9% in quantità) e la frutta secca (+44,2% in valore, quasi 261 milioni).