Nella coltivazione della rucola la luce rossa è efficace sia nel ridurre la concentrazione di nitrati (il cui accumulo è negativo per la salute umana) aumentando l’attività dell’enzima nitrato reduttasi sia nel contribuire a incrementare il contenuto totale di glucosinolati (i prodotti della cui degradazione, cioè gli isotiocianati, sono stati costantemente collegati ai benefici per la salute umana).
Sono queste le principali conclusioni cui è giunta una ricerca realizzata da un team internazionale composto da Pietro Santamaria e Angelo Signore, rispettivamente docente di Orticoltura e ricercatore dell’Università di Bari, da Carol Wagstaff e Luke Bell, docenti dell’Università di Reading (Gran Bretagna), e da Marie-Christine Van Labeke, docente dell’Università di Gent (Belgio). Una ricerca riportata nell’articolo “Red light is effective in reducing nitrate concentration in rocket by increasing nitrate reductase activity, and contributes to increased total glucosinolates content” pubblicato sull’ultimo numero di Frontiers in Plant Science.
Nella rucola si ha un forte accumulo di nitrati
«La rucola è un ortaggio sempre più presente tra le referenze della IV gamma, tanto è vero che la sua coltivazione sta aumentando per rifornire il mercato in espansione per il suo gusto unico e per il suo grande valore nutrizionale – afferma Santamaria –.
Ma la coltura della rucola spesso viene troppo fertilizzata per evitare carenze di azoto. Ciò porta all’accumulo di nitrati nelle foglie e i prodotti della loro degradazione (nitriti e nitrosammine) sono stati correlati a diversi problemi di salute.
Ebbene, la rucola vanta un primato per alcuni versi inquietante. È l’ortaggio che accumula più nitrati in assoluto. Tanto che il Regolamento (UE) n. 1258/2011 della Commissione europea fissa i limiti massimi ammissibili della concentrazione di nitrati (NO3) per la sua commercializzazione: 7.000 e 6.000 mg/kg di prodotto fresco, rispettivamente per la rucola raccolta dal 1° ottobre al 31 marzo e per quella raccolta dal 1° aprile al 30 settembre».
Coltivando rucola con luce rossa, il contenuto di nitrati è diminuito
L’articolo, illustra Signore, riporta i risultati ottenuti in prove (due cicli colturali) svolte in Belgio presso il Department of Plant and Crops, Ghent University su due specie di rucola, la “ruchetta selvatica” (Diplotaxis tenuifolia) e la “rucola coltivata” (Eruca sativa), adottando le nuove tecnologie di illuminazione artificiale in serra (mediante Led a luce rossa, a luce blu o a luce rossa più blu) a confronto con uno spettro luminoso completo.
«Fra i diversi spettri luminosi posti a confronto abbiamo verificato che, in condizioni di scarsa luminosità, coltivando la rucola con la luce rossa, il contenuto di nitrati è diminuito, grazie alla maggiore attività dell’enzima nitrato reduttasi, che interviene nella riduzione chimica del nitrato, mentre il contenuto di glucosinolati, i composti glucosidici ad azione antitumorale, è aumentato in tutti e due i tipi di rucola e soprattutto in quella selvatica.
I nostri risultati aiuteranno i coltivatori di rucola a personalizzare gli spettri luminosi con l’obiettivo di ridurre la concentrazione di nitrati e di rimanere entro i limiti legislativi imposti dall’Ue, senza alcuna influenza dannosa su altri parametri produttivi della rucola».
Contatti:
Angelo Signore (angelo.signore@uniba.it)
Pietro Santamaria (pietro.santamaria@uniba.it)
Dipartimento di scienze agro-ambientali e territoriali
Università di Bari
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