Quest’anno sono stati segnalati numerosi casi di marciumi su frutti di melo in frutteti sia a conduzione biologica sia in produzione integrata. Probabilmente le condizioni particolarmente piovose e calde di luglio e agosto hanno favorito le infezioni fungine che si sono manifestate prevalentemente a settembre.
L’antracnosi è una malattia comune negli areali di coltivazione del melo in tutto il mondo. Le cv più sensibili risultano essere Cripps Pink/Pink Lady, Fuji, Gala, Golden Delicious, Honeycrisp e Jonagold. In condizioni climatiche calde e umide la malattia può arrivare a causare ingenti perdite produttive in poche settimane a ridosso della raccolta.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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I sintomi sul frutto
I sintomi del marciume amaro di solito compaiono quando il frutto si avvicina alla sua piena dimensione. Si manifestano come piccole aree scure, spesso in corrispondenza di una lenticella e si allargano rapidamente assumendo una formazione circolare e infossate al centro. La superficie delle macchie è inizialmente liscia di consistenza cuoiosa e di colore marrone scuro.
Quando le macchie cominciano ad avere un diametro compreso tra 1 e 2 centimetri, numerosi corpuscoli in rilievo (acervuli, organi di propagazione asessuata) compaiono concentricamente, in maggior numero vicino al centro della lesione e in minor misura verso il bordo di questa. In corrispondenza di elevata umidità relativa, gli acervuli producono masse cremose di spore di colore rosa, l’area lesionata in marcescenza si espande rapidamente mentre compaiono più anelli concentrici di masse sporigene.
Nelle lesioni più vecchie le masserelle rosa scompaiono e il tessuto infossato assume una colorazione più scura e la consistenza rugosa. L’area marcescente si diffonde a cuneo anche all’interno verso la loggia seminale e la polpa assume un sapore amarognolo (da cui l’altro nome comune dell’alterazione).
La manifestazione dopo la frigoconservazione
Quando sul frutto sono presenti più lesioni queste tendono a convergere, fondersi e portare a marcescenza l’intero frutto. Questo può mummificare e cadere a terra oppure rimanere attaccato alla pianta. I sintomi possono impiegare diverso tempo per manifestarsi (da due settimane fino anche a più due mesi). I primi sintomi compaiono tra l’inizio e la metà dell’estate e l’incidenza della malattia spesso aumenta man mano che il frutto si avvicina alla raccolta. Le infezioni da antracnosi non si sviluppano in modo apprezzabile durante la frigoconservazione ma, tuttavia, quando il frutto esce dalla frigoconservazione e viene conservato a temperatura ambiente, la malattia è in grado di svilupparsi molto rapidamente. Solo occasionalmente possono svilupparsi dei piccoli cancri rameali sulla pianta.
Rimuovere cancri e legno morto
La sanitazione e altre pratiche colturali per ridurre il potenziale di inoculo del patogeno sono fondamentali per la gestione dell’antracnosi. Queste pratiche, che dovrebbero essere prese in considerazione in tutti i tipi di frutteto, sia convenzionali sia biologici, combinate con una corretta difesa fitoiatrica, possono ridurre significativamente l’impatto della malattia. Pertanto è consigliabile spesso una corretta potatura per rimuovere i cancri e altro legno morto. I residui della potatura così come tutti i frutti caduti a terra vanno eliminati dalla porzione di frutteto colpito l’anno precedente. La ricerca ha confermato che le spore del fungo sono presenti già dalla caduta dei petali, suggerendo pertanto che il fungo è attivo almeno circa 8 settimane prima della comparsa dei sintomi sui frutti. I trattamenti effettuati per il controllo di altre avversità fungine, come captano, mancozeb, fluazinam, strobilurine e SDHI sono generalmente efficaci anche nei confronti degli agenti di antracnosi.
L’agente causale
Gli agenti causali nei nostri ambienti sono generalmente due specie di funghi: Colletotrichum acutatum e C. gloeosporioides. Questi sono in grado di svernare nei frutti caduti, sulle mummie attaccate alla pianta e legno morto o malato a esempio inseguito a infezioni di Erwinia amylovora. In primavera inoltrata tali patogeni producono gli acervuli sulla superficie degli organi vegetali infetti. In condizioni di elevata umidità, queste strutture assorbono l’acqua e rilasciano spore asessuate (conidi) immerse in mucillagini color arancio o salmone che vengono trasportate su tessuti vegetali sensibili tessuto entro brevi distanze dalla pioggia o, a distanze maggiori, dal vento. Infezioni iniziali possono verificarsi già dalla fioritura, ma anche continuare durante tutta la stagione vegetativa.
Pioggia e temperature miti sono le condizioni migliori per lo sviluppo delle infezioni, ma la malattia può essere più grave nei frutteti densi dove la circolazione dell’aria e l’insolazione è limitata e maggiore è l’umidità relativa.