È in questo periodo dell'anno che viene dato il via per i trattamenti specifici verso la ticchiolatura del melo.
Normalmente la fase primaria dura mediamente un mese e mezzo (dalla fine di marzo a metà maggio).
Tuttavia non bisogna dimenticare che siamo in un periodo caratterizzato da un forte cambiamento climatico dovuto al riscaldamento del pianeta. Il processo di maturazione degli pseudoteci di Venturia inaequalis è influenzato principalmente dalla temperatura e dalla bagnatura della lettiera fogliare. Tutto questo ha portato a osservare un costante anticipo della fase ascosporica del fungo, non sempre accompagnato da un generale anticipo della ripresa vegetativa della pianta.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Da rottura gemme a pre-fioritura
Il primo rilascio di ascospore negli areali del nord Italia cade da fine febbraio alla prima settimana di marzo.
Fortunatamente buona parte delle piante generalmente sono ancora in riposo vegetativo e pertanto il rischio è da considerarsi molto basso, se non nullo. Oltre a una vegetazione suscettibile ridotta, anche il numero di ascospore mature che vengono rilasciate non è ancora nella sua fase culminante.
Tuttavia non è da escludere che con una ripresa vegetativa accelerata delle piante, queste si possano trovare non più con un basso livello di inoculo del patogeno, come avveniva in passato, ma con una rilevante quantità di ascospore in grado di causare gravi infezioni già nelle prima fasi fenologiche.
Come impostare la difesa
Nella fase di rottura gemme è sempre buona norma eseguire dei trattamenti cautelativi con Sali di rame (tra l’altro efficaci sia nel contenimento dei cancri rameali, sia per ridurre il potenziale di inoculo svernante di Erwinia amylovora, agente del colpo di fuoco batterico).
In alternativa è consigliabile impiegare ditiocarbammati quali metiram e mancozeb.
Con il protrarsi della stagione vegetativa e con la crescita della prima vegetazione è bene ricorrere, sempre in forma preventiva, a principi attivi più specifici quali dithianon+fosfito di K, captano+fosfito di K o le anilinopirimidine (pirimetanil, pyrimetanil+dithianon, ciprodinil) in grado maggiormente di sfruttare la loro efficacia con le basse temperature.
Una discreta attività di controllo della ticchiolatura è svolta anche la dodina (max 2 applicazioni /anno). In caso di piogge ripetute e in presenza di abbondante inoculo è consigliabile tornare a trattare dopo la pioggia infettante miscelando a prodotti di copertura come dithianon, un principio attivo ad azione retroattiva come cyprodinil (in caso di basse temperature) oppure difenconazolo (in caso di temperature più miti).
In frutticoltura biologica è possibile impiegare polisolfuro di calcio, Sali di rame, (da non dimenticare che il limite applicativo di prodotti a base di rame è di 4 kg di ione Cu /ha all’anno) zolfo e bicarbonato di potassio.