Migliorare la redditività, la competitività e la sostenibilità delle aziende cerealicole pugliesi favorendo l’avvicendamento colturale delle leguminose da granella ai cereali, al fine di ridurre la degradazione della qualità dei suoli, favorire il sequestro di carbonio e incrementare la fertilità dei terreni in azoto e sostanza organica. Sono queste le finalità del progetto INNOVALEGUMI - Nuovi sistemi colturali basati sulle leguminose per le aziende cerealicole pugliesi, finanziato nell’ambito del Psr Puglia 2014-2020 - Misura 16 - Cooperazione. Sottomisura 16.2 - Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie.
Le ha illustrate Giuseppe De Mastro, docente di Coltivazioni erbacee presso l’Università di Bari e responsabile scientifico del progetto nel corso della prima giornata dimostrativa con visita guidata alle prove sperimentali del progetto, in mattinata a Foggia nell’Azienda La Quercia organizzata da Con.Cer. società cooperativa agricola, capofila del progetto, e nel pomeriggio a Gravina in Puglia nell’Azienda Rino Nardulli organizzata dall’Università di Bari. Giornata dimostrativa alla quale hanno partecipato agricoltori e tecnici agricoli interessati alla diffusione delle leguminose negli areali cerealicoli pugliesi e meridionali.
Attenzione su cece, fava, lenticchia e pisello
«Innovalegumi – ha introdotto De Mastro – è un progetto ad ampio respiro, del cui partenariato fanno parte Consorzio cerealicoltori società cooperativa agricola (Con.Cer.), capofila del progetto, La Quercia società cooperativa agricola, Aretè, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea-Foggia), Horta, Università di Bari, Università di Foggia, Distretto agroalimentare regionale.
Le leguminose oggetto di sperimentazione, con innovazioni che toccano sia la fase di coltivazione sia quella di trasformazione, sono cece, fava, lenticchia e pisello. Le attività sperimentali che il progetto sta realizzando sono tre: 1. l’innovazione varietale di leguminose da granella, linea di ricerca che vede il coinvolgimento del Dipartimento di scienze agro-ambientali e territoriali (Disaat) dell’Università di Bari, il Crea di Foggia, l’Azienda La Quercia e il Con.Cer.; 2. la definizione di linee guida sulle tecniche agronomiche ottimali per il cece e la lenticchia, attività condotta da Horta in collaborazione con l’Azienda La Quercia e il Con.Cer.; 3. la definizione di itinerari tecnico-colturali innovativi delle leguminose da granella, attività condotta dal Disaat, dall’Azienda La Quercia e dal Con.Cer.».
Gli obiettivi del progetto Innovalegumi
Nel contesto di un’agricoltura regionale fortemente legata alla cerealicoltura e alla coltivazione del frumento duro in particolare, ha sottolineato De Mastro, «il progetto si pone l’obiettivo di sviluppare filiere economicamente sostenibili anche per le leguminose, attraverso la selezione di varietà e di tecniche produttive idonee a massimizzare i risultati di cece, pisello, fava e lenticchia nelle condizioni pedoclimatiche della Puglia».
Il progetto, quindi, non punta solo a creare delle alternative economicamente interessanti alla coltivazione del frumento duro, grazie anche alle favorevoli prospettive di mercato (domanda di proteine vegetali in forte crescita, in Italia e all’estero, sostegno Pac specifico per queste colture).
«Esso vuole anche da un lato migliorare la redditività, la competitività e la sostenibilità delle aziende cerealicole pugliesi favorendo l’avvicendamento colturale delle leguminose da granella ai cereali, al fine di ridurre l’impatto ambientale e la degradazione dei suoli, dall’altro migliorare i risultati della stessa cerealicoltura grazie all’introduzione costante delle leguminose nelle rotazioni e nei sistemi colturali della regione».