Estendere la platea delle aziende agricole assicurate per rendere il sistema più solido e sostenibile. Questo uno degli obiettivi principali del sistema della gestione del rischio in agricoltura emerso durante i due giorni del VI Forum sulla gestione del rischio in agricoltura. Per centrarlo si conta molto sul potenziale dei nuovi strumenti a disposizione di istituzioni, compagnie assicurative, rete dei Condifesa e aziende agricole.
Pgra troppo ingessato, non attira
«Se c'è il 70% di rimborso del premio perché ci sono così pochi assicurati?» È la domanda provocatoria con cui ha iniziato il suo intervento il co direttore generale di Ania Umberto Guidoni nella quarta tavola rotonda della due giorni romana organizzata da Asnacodi Italia.
«Immaginare che l'agricoltore possa assicurare in base a un piano di gestione dei rischi che decide a monte cosa si può assicurare e cosa no di certo è un fattore limitante per la diffusione delle coperture – ha criticato Guidoni –. Bisognerebbe rivedere i pacchetti e concentrarci più sul calcolo delle rese».
Le due facce delle parametriche
«Le polizze parametriche sono uno strumento nuovo e secondo noi rispondono a un meccanismo più adeguato di calcolo per la gestione del rischio – ha ammesso Guidoni –. Su queste cose noi stiamo insistendo ma per ora non abbiamo avuto risposte adeguate».
Guidoni non ha però nascosto uno dei principali problemi delle polizze index based, cioè la loro capacità di indennizzare il danno reale. Difatti, basandosi su parametri stabiliti in base a dati climatici e produttivi storici, potrebbero verificarsi casi estremi tali per cui in una zona potrebbe piovere molto (cioè cadere una quantità d'acqua superiore a quella prevista dalla polizza per far scattare l'indennizzo) ma senza provocare danni alle colture e l'agricoltore che ha sottoscritto la polizza verrebbe risarcito. Mentre in un'altra zona potrebbe piovere poco (cioè meno della soglia stabilita nella parametrica), ma causare danni alle coltivazioni. In quel caso l'azienda agricola non riceverebbe alcun ristoro. «Bisogna tarare bene i parametri – ha ribadito Guidoni – ma di certo lo strumento è interessante perché non c'è più bisogno di eseguire una perizia quindi costi e tempi si riducono».
Fondo nazionale, importante partire col piede giusto
«Ci sarà il Fondo nazionale, ora la sfida sarà distribuire i fondi tra le Regioni – ha spiegato il dirigente Ministero Politiche agricole, alimentari e forestali Mauro Serra Bellini –. Quasi sicuramente la gestione del Fondo sarà affidata ad Ismea ma bisognerà definire la governance. Per il 2022 abbiamo 50 milioni per partire con la sperimentazione, quindi auspichiamo che il fondo parta nel 2023».
Roberto Novelli, responsabile dell'Ufficio Segreteria di presidenza e del Consiglio dell'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni(Ivass), ha ribadito l'impegno dell'istituto per agevolare l'accesso allo strumento assicurativo.
Dorfmann: la nuova Pac renderà l'agricoltura più resiliente
L'europarlamentare Herbert Dorfmann, membro della Commissione agricoltura e sviluppo rurale, ha sottolineato l’importanza del Fondo nazionale. Secondo il deputato altoatesino potrà diventare un primo passo verso una nuova cultura degli aiuti europei, che dovranno necessariamente svincolarsi dall’aiuto diretto.