Anche se il consenso sull'economia circolare si sta facendo sempre più ampio, sussistono ancora molti ostacoli normativi e diffidenze riguardo all'uso dei materiali di fine ciclo, specialmente se derivati da rifiuti. Tuttavia, è importante riconoscere che queste matrici sono e saranno sempre più risorse fondamentali per il mantenimento e il miglioramento della fertilità dei suoli.
Proprio su questi temi si è svolto presso l’Università di Agraria di Bologna un incontro (dal titolo: Chiudere il cerchio – Riuso dei biosolidi su suoli agricoli) con l’obiettivo di illustrare, sulla base di risultati scientifici, gli aspetti legati alla qualità e alla sicurezza dell'utilizzo di tali materiali, nonché condividere le esperienze del mondo agricolo.
Oltre 10 milioni di tonnellate all’anno
I fanghi prodotti in Europa ammontano a circa 22,5 kg di sostanza secca per abitante e per anno, equivalente a 10,4 milioni di tonnellate annue, il 94% delle quali vengono smaltiti.
In Italia la produzione ammonterebbe secondo Eurostat a circa 3 milioni di tonnellate mentre in Germania a 2, in UK 1,65, in Spagna 1,4, in Francia 1,2.
Il trend di produzione è risultato in crescita fino al 2016 per poi stabilizzarsi ma con una stima a diminuire grazie all’innovazione tecnologica già in essere e in parte in evoluzione.
Si cerca di chiudere il ciclo
L’economia circolare è un modello economico nel quale i flussi di materiale vengono rigenerati con il duplice obiettivo di ridurre gli impatti e valorizzare gli scarti.
Gli scarti dell’attività agricola e agroindustriale ma anche urbana possono essere reintegrati ella biosfera con notevoli vantaggi. Più in generale le biomasse da scarti e da rifiuti rappresentano una fonte potremmo dire inesauribile per il recupero di elementi essenziali per il sistema suolo-pianta di sostanza organica (ammendanti) e di biocarburanti (compresi biometano e bioidrogeno).
In base alla gerarchia digestione dei rifiuti le diverse strategie da applicare prevedono nell’ordine: la prevenzione, il recupero, il riciclo, lo smaltimento, ma solo come ultima ratio.
Recupero e smaltimento
Ricordiamoci che pe per le operazioni di recupero e smaltimento i rifiuti devono essere sottoposti a trattamenti.
In un’ottica di economia circolare considerato il contenuto di sostanza organica e di elementi della nutrizione, il recupero in agricoltura dei fanghi di depurazione è ammesso, anzi auspicato, iI tutto naturalmente a ben determinate condizioni.
Anche se le numerose direttive europee in tema di riuso e riciclo, nonché la stessa direttiva Cee n. 271 del 1991, stabiliscano che i fanghi di depurazione debbano essere riutilizzati in tutti i casi in cui sia possibile senza arrecare danni all’ambiente, molti sono gli ostacoli che oggi si riscontrano all’uso agricolo dei fanghi.
Ragnatela di normative
Nello specificò possiamo distinguere fra: uso diretto dopo appropriato trattamento, uso come matrice nella formulazione di un ammendante compostato con fanghi e uso nella preparazione dei gessi di defecazione.
Purtroppo le normative oggi hanno differente valore ed efficacia territoriale: europea, nazionale, regionale e anche locale. il quadro di riferimento, dunque è molto complesso con norme che s’intrecciano con scale gerarchiche diverse ché inevitabilmente si riverberano sulle decisioni delle autorità competenti e sugli utenti finali. Occorre dunque districarsi in una sorta di “giungla normativa” che non troppo raramente offre anche elementi di contraddittorietà fra norme.
Gli esperti sono al lavoro sia per lo studio di tecnologie di recupero e spandimento sempre più efficaci che per sollecitare una normativa in linea con le esigenze del settore.
Forum Biosolids to Soil
Nello specifico, come è stato ricordato in occasione del convegno di Bologna, si sta impegnando il gruppo di lavoro “Forum Biosolids To Soil” cui partecipano i più importanti esperti della comunità scientifica che si occupano del settore per affrontare e approfondire il tema dei fanghi di depurazione con il coordinamento del Cic (Consorzio italiano compostatori).
il tema prioritario per il 2023 è quello di stabilire gli indicatori per qualificare il fango di depurazione come feedstock per produrre fertilizzanti attraverso la definizione della “carta d’identità dei fanghi per l’utilizzo agronomico».
Ci sono tante cose da fare
Fra gli spunti di riflessione:
- la valutazione degli indicatori agronomici, sanitari e ambientali,
- la ricerca di indicatori il più possibile indipendenti dalla modalità di gestione dei fanghi,
- la differenziazione degli indicatori in base alla tipologia e all’origine de fanghi,
- la ricerca di un approccio che consideri i rischi accertati o molto probabili degli indicatori proposti e la loro misurabilità.
Fondamentalmente, per assicurare l’evoluzione del recupero dei rifiuto, è necessario andare oltre la normativa, sia mettendo in discussione i parametri attualmente utilizzati, sia includendone necessariamente dei nuovi.
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