Grano tenero, scambi ostacolati dall'incertezza qualitativa
Italia
La notizia della settimana è l’inizio delle quotazioni sulla piazza di Bologna dopo che Milano aveva quotato le classi 4 e 5. La raccolta procede al nord mentre al centro le condizioni climatiche ritardano la trebbiatura mettendo a rischio le specifiche merceologiche e reologiche che già si presentano variegate da zona a zona. Rese/ha e caratteristiche della granella molto eterogenee con pesi specifici più leggeri e contenuto proteico inferiore al 2022. Domanda ben presente ma scambi ostacolati dall’incertezza qualitativa che impone analisi e prove. Disponibilità legata al ritardo della raccolta e prezzi che per il “tipo Bologna 14 proteina” apre sui 285 €/t partenza con significativi sconti per i panificabili e “misti” (proteina 11%) sui 240 €/t partenza; comunitari panificabili in calo con i grani di forza ed esteri “spring” ben tenuti.
Europa
Settimana all’insegna prima di un calo come razione alle stime di semina Usa, poi la tendenza si inverte per l’incertezza climatica in Europa e la disputa infinita di opinioni sul “corridoio” del Mar Nero. Il clima siccitoso e le previsioni meteo di breve periodo sono gli argomenti trainanti in un mercato che vede sempre più complicato mantenere le stime di export di inizio campagna, con gli utilizzatori food cauti nel prendere posizione in un contesto di prezzi calanti. Su Parigi le quotazioni a termine su settembre oscillanti sui 230-235 €/t (-5); lo spot Rouen per il “panificabile” a 233 €/t.
Mondo
Settimana di debolezza sul mercato dopo le conferme dall’ultimo rapporto della americana Usda e l’estrema aggressività dei venditori russi che si combinano con la stagnazione dei consumi; stagnazione che perdura nonostante la riapertura delle aste di acquisto del Nord Africa. Nonostante le piogge cadute in Canada, lo scenario dei grani primaverili resta condizionato dalle perduranti condizioni siccitose in quelle regioni, con riflessi sui mercati da confermare nei prossimi giorni/settimane. La Russia ha corretto nuovamente al rialzo, a 45 mio/t, i volumi dell’export 2022/23 per l’odierna campagna, ma non dà certezze a riguardo del rinnovo del “corridoio” marittimo del Mar Nero. Prezzi in generalizzato calo. L’Argentino a 336 $/t, l’Australiano Soft White a 278 $/t, il Dns a 334 $/t, il “milling” Russo a 235 $/t.
Grano duro, settimana all'insegna delle incertezze
Italia
Raccolta vicina al completamento in Sicilia, con il resto del paese in ritardo causa il perdurare di clima piovoso. L’annata, in aggiunta a rese/ha medio-basse, presenta problemi dovuti alle precipitazioni con la volpatura come caratteristica discriminate, oltre a pesi specifici più leggeri, minore tenore proteico e pressione dagli aspetti sanitari (Don). Dopo le borse del sud apre anche Ager Bologna con allargamento delle classi a 4 con l’introduzione del “sotto mercantile” (non quotato), che conferma la presenza di lotti con specifiche prossime al grano zootecnico. In attesa di maggiori dettagli su produzione e qualità 2023, il “tipo Fino” vale sui 350-355 arrivo nord con sconti di un 20 €/t e di un 50 €/t per le classi 2 e 3; attesa per aggiustamenti delle quotazioni nelle prossime settimane dopo la conferma degli scenari europei e mondiali in fase di definizione.
Europa
Settimana che vede una sostanziale conferma della produzione tuttora attesa a 7,6 mio/t, con Francia sui 1,3 mio/t (esportabile un 0,9 mio/t), la Grecia sul 1,0 mio/t (esportabile un 0,6 mio/t), la Spagna a 0,3 mio/t e il resto Europa (Italia esclusa) su 1,0 mio/t (esportabile un 0,6 mio/t). In Francia del sud si conferma il problema dei bassi pesi specifici, basso Hagberg e presenza di tossine. Prezzi che si confermano anche se aumenta la richiesta intra-Ue e dall’Italia. Quotazioni Fob Mediterraneo per merce 2023 d’origine Francia sui 365 €/t.
Mondo
Andamento climatico sotto osservazione per le praterie di Usa e Canada con particolare attenzione alle precipitazioni, necessarie per mantenere l’attuale buon livello vegetativo. Il default delle produzioni in Nord Africa e Spagna e la qualità del raccolto italiano portano al rialzo le quotazioni oltreoceano con riduzione dell’offerta in attesa di maggiori conferme sulle stime del raccolto nordamericano. Superfici in lieve aumento in Canada e in calo (meno 9%) in Usa. Considerando le rese/ha medie, l’offerta dovrebbe essere adeguata a soddisfare le richieste globali di campagna, ma si riduce l’atteso recupero degli stock di riporto. Venditori cauti nel garantire elevati standard qualitativi e domanda orientata su qualità “medie” per ottenere migliori prezzi. Quotazioni Fob che restano sostenute per valori Cif porto Mediterraneo si mantengono a ridosso dei 400 $/ton.
Mais, la buona disponibilità raffredda le piazze
Italia
Si conferma la tendenza al ribasso sotto l’azione combinata di un clima locale favorevole e di un contesto di ampia offerta prospettica dalle origini comunitarie e internazionali. Domanda presente, ma le stime di utilizzi e la concorrenza dai cereali (foraggeri) a paglia mantengono pressione sul mais, che cala di 3-4 €/t sulle principali borse del nord. Con una produzione stimata sui 5 mio/t e un consumo sui 11 mio/t, si dovranno importare oltre 6 mio/t, ma il mercato resta calmo grazie ai rimpiazzi “any-origin”. Il mais con con caratteristiche vale 255-258 €/t reso destino, con il generico sui 250 €/t; comunitari ed esteri al ribasso a mantenersi in prezzo sui valori del nazionale generico.
Europa
Sulle piazze si è accusato sia l’ultimo rapporto (rassicurante) dell’americana Usda, sia il relativo rimbalzo al ribasso dei mercati a termine. La domanda si mantiene cauta per la presenza di prodotto sia nazionale sia di derivazione Mar Nero, che calmiera i prezzi e garantisce fornitura continuativa in attesa che si materializzi il nuovo raccolto comunitario, atteso in volume sui 61 mio/t, il secondo peggiore degli ultimi anni ma in aumento del 15-18% sul disastroso 2022. Al momento i progressi colturali restano nella media, con aree che presentano stress idrico per la perdurante assenza di consistenti precipitazioni. Su Euronext Parigi, la posizione Agosto (vecchio raccolto) cede un 10 €/t e vale un 228 €/t (calo di 10 €/t), con il Novembre a 224 €/t (meno 12 €/t) e lo “spot” porto francese di Bordeaux a 250 €/t (meno 5 €/t).
Mondo
Con le conferme di stock e produzioni in America dall’ultimo rapporto Usda e un miglioramento delle condizioni dei campi nel “corn belt” (dopo le recenti piogge), sulle piazze mondiali si è assistito ad un netto ribasso dei prezzi in dollari; ribasso anche dettato dal raccolto record in Brasile che di fatto ha cancellato il default produttivo in Argentina. Scambi nella media del periodo e stima di stock “visibili” in lieve calo, con la ormai periodica incertezza sul “corridoio” a garanzia dell’export ucraino. Prezzi Fob: l’Usa a 240 $/t, l’Ucraino 205, l’Argentino 221 $/t e il Brasiliano a 208 $/t.
Grano tenero foraggero in discesa, soia in risalita
Italia
Cereali foraggeri: con il raccolto dell’orzo ormai certo in volumi e qualità, si guarda al grano che cede terreno stante la maggiore offerta sia locale sia d’importazione. L’orzo oltre i 62 kg/hl” vale sempre 190-195 €/t arrivo, con il sorgo non quotato e il tenero che si riposiziona sui 230 €/t. Oleaginose: la soia torna al rialzo sospinta dagli ultimi dati Usda sulle semine americane e dalla conferma di minore disponibilità dall’Argentina. Le condizioni vegetative del nuovo raccolto sono positive, ma la dipendenza dagli umori di mercato mondiali prevale. La soia nazionale vale arrivo un 485-490 €/t, con l’alternativa estera sui 485-495 €/t.
Europa
Cereali foraggeri: sulle piazze si registra un calo della domanda (anche verso l’export) per gli orzi, a fronte della stagionale maggiore offerta che presenta ampia variabilità nel peso specifico. Per il grano lo scenario resta equilibrato, con l’ormai costante pressione commerciale dal feed ucraino a limitare temporalmente le coperture dei mangimifici. Oleaginose: i dati dagli Usa riportano tono al mercato della soia e per riflesso alla colza, che inizia la raccolta in Francia e nelle altre aree comunitarie. Scambi senza particolari tensioni e prezzi che recuperano un 8-10 €/ per poi ritornare sui valori della scorsa settimana; la colza su Euronext posizione Agosto vale un 443 €/t, con il Fob Rouen sui 449 €/t; il girasole “oleico” reso S. Nazaire a 450 €/t (più 10 €/t).
Mondo
Cereali foraggeri: semine di orzo in Argentina a ridosso del 60% e superfici in Canada in lieve aumento sul 2022 rasserenano le piazze e fanno scendere i prezzi. I progressi colturali dei cereali a paglia sono positivi e i prezzi cedono anche per la politica aggressiva della Russia. Orzo Fob Mar Nero a 180 $/t, l’Australiano a 226 $/t; il grano Srw Fob Golfo a 249 $/t e l’Ucraino a 215 $/t. Oleaginose: stock risicati sul pronto e “weather market” hanno condizionato la settimana della soia con rincari sul Cbot fino a un più 5% rispetto alla settimana precedente. Per la colza l’aumento di superfici in Canada è oggi compensato da condizioni di semi-siccità che tuttavia non hanno evitato cali di prezzo fino a 10 $/t. Prezzi Fob: la soia Usa a 598 $/t, la Brasiliana a 532 $/t e l’Argentina a 577; la colza Canadese Fob a 594 $/t.