La stanchezza del terreno non è più un problema

La strategia Cifo adottata all’interno delle serre dell’Azienda Agricola di San Patrignano ha garantito una produzione di qualità in linea con le richieste della grande distribuzione. GUARDA IL VIDEO

La stanchezza dei suoli è un fenomeno che interessa molte colture orticole soprattutto in serra e che porta nel tempo a un progressivo calo di produzione. Per inquadrare bene le cause di questo fenomeno è necessario fare di chiarezza. Generalmente la stanchezza si manifesta in suoli in cui sono stati ripetuti diversi cicli colturali senza seguire le adeguate rotazioni, generando così le condizioni ottimali per lo sviluppo di patogeni quali funghi e nematodi. I sintomi più comuni sono rappresentati da ingiallimenti delle foglie, deperimento dei tessuti e formazioni di galle a livello radicale.

Marco Tamagnini, responsabile delle produzioni primarie della Comunità di San Patrignano

Per vedere come affrontare e superare questo problema siam andati a visitare le serre dell’Azienda agricola di San Patrignano dove abbiamo incontrato Marco Tamagnini, responsabile delle produzioni primarie della Comunità.

Una comunità al lavoro

«Mi preme ricordare – ha detto Tamagnini - che la nostra attività, il progetto che stiamo portando avanti, nasceva con lo scopo di arricchire le attività pensate per i ragazzi della comunità. Oggi invece rappresenta molto di più e lo spazio a disposizione si è ingrandito notevolmente così come sono aumentate la varietà di orticole coltivate e il volume produttivo complessivo».

«Adesso – prosegue Tamagnini- disponiamo anche di un marchio tutto nostro con cui forniamo le più importanti insegne della grande distribuzione e questo ci porta a rispettare cicli e pratiche più stringenti. Negli anni ovviamente è aumentata anche la complessità nella gestione agronomica e per questo motivo abbiamo avviato un percorso di collaborazione con Cifo, che ci permette di individuare metodologie sicure e sostenibili che ci consentano di produrre ortaggi sani e senza difetti come richiesto dal mercato. Anche la stanchezza del terreno l’abbiamo superata grazie alla collaborazione con Cifo».

L’azione di Cifo

Per evitare di venirsi a trovarci in questa situazione, Cifo ha messo in campo una strategia che permette di agire su due diversi fronti prevedendo l’impiego di specialità quali T34 Biocontrol e Blok LBlok Sinergy.

Giacinto Glave, Product Manager di Cifo

«Il T34 è un fungicida biologico dotato di un innovativo meccanismo basato sull’azione dei conidi di Trichoderma asperellum del ceppo T34 e permette di contrastare efficacemente i funghi responsabili dei marciumi al colletto e marciumi basali» spiega Giacinto Glave, Product Manager di Cifo.

«Per migliorare invece le caratteristiche del rizobioma rendendo le radici della coltura inappetibili per gli organismi tellurici – continua Glave - utilizziamo con successo Blok L e Blok Sinergy, due prodotti ad azione prebiotica e probiotica che sfruttano l’azione dei composti terpenici e dell’alga Macrocystis integrifolia per creare un duplice meccanismo d’azione ad effetto barriera e biostimolante».

Ma vediamoli meglio come vengono impiegati in campo.

Azione su pomodoro

«Il pomodoro a grappolo veniva coltivato in un suolo in cui da anni si manifestano problemi di fusarium e sclerotinia – ci spiega Mirko D’Angelo, Technical Sales Support Cifo - Oggi però la pianta appare sana e rigogliosa e questo è il risultato finale dell’impiego di T34, applicato a partire dalla fase post trapianto.

Mirko D’Angelo, Technical Sales Support Cifo

Il complesso meccanismo d’azione di questo prodotto ha permesso non solo di superare efficacemente il blocco vegetativo causato dal patogeno, denotando quindi la sua azione preventiva e curativa, ma allo stesso tempo di arrivare nelle fasi successive con un notevole numero di palchi grazie proprio all’azione biostimolante che permette di ottenere un maggior sviluppo radicale».

Nella serra di melanzana

Sempre nell’azienda agricola di San Patrignano per motivi logistici si sono dovuti intercalare per molti anni stretti cicli di solanacee. Questo ha portato negli anni, anche a causa di un terreno che di base presenta naturalmente una insufficiente dotazione di sostanza organica, alla comparsa di nematodi. Anche se i sintomi non sono subito ben visibili l’arresto della crescita rappresenta un campanello d’allarme.

Coltivazione di melanzane in serra

«Qui, a partire dalle fasi iniziali abbiamo applicato Blok L e Blok Sinergy – ci spiega Mirko D’Angelo - sfruttando l’azione prebiotica e probiotica che li contraddistingue. All’inizio abbiamo utilizzato il prebiotico Blok L singolarmente per la sua azione fortificante e di rinnovamento dell’apparato radicale. Dopo 15 – 20 giorni abbiamo ripetuto il trattamento utilizzando insieme Blok L e Blok Sinergy, per apportare funghi micorizzici benefici utili a migliorare la naturale fertilità del suolo grazie agli equilibri che vanno ad instaurare a livello della rizosfera con il microbioma già presente. E questo lo si può notare dal numero di internodi».

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La stanchezza del terreno non è più un problema - Ultima modifica: 2023-07-13T16:54:42+02:00 da Alessandro Maresca

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